Martirologio Romano, 14
novembre: Ad Algeri nell’Africa
settentrionale, san Serapione, che, primo nell’Ordine della beata Maria della
Mercede, meritò di ottenere la palma del martirio lottando per la liberazione
dei prigionieri cristiani e la predicazione della fede.
Di origine inglese, San
Serapio, nacque verso l'anno 1179. Entra nell’esercito ed è presente nella
corte d'Austria. Nel 1217 partecipa alla crociata in Terra Santa e poi fu
destinato alla guerra contro i Mori in Spagna. Qui conobbe S. Pietro Nolasco e commosso
dalla carità dei Mercedari, nel 1222 ricevere l'abito di cavaliere laico
dell'Ordine. Le sue qualità lo fecero nominato maestro dei novizi. Uomo di
grande fede, insegnò più con la vita, che con le parole, forgio religiosi
illustri, tra questi: San Raimondo Nonnato.
Suo grande desiderio era
operare con l’Ordine opere di redenzione e sebbene non fosse sacerdote, riuscì
a portarne moltissime a Cristo. La sua missione di redenzione si compì ad
Algeri, e fu pegno per alcuni schiavi in pericolo, ma la somma pattuita per il
riscatto non arrivò in tempo e i Mori lo inchiodarono ad una croce di S. Andrea
e lo squartarono crudelmente: era il 14 novembre 1240.
La conferma del culto,
già diffuso nell’Ordine, ebbe luogo nel 1625 ad opera di papa Urbano VIII e
venne canonizzato nel 1743 da papa Benedetto XIV. La sua memoria liturgica cade
il 14 novembre.
Ecco una vita che
corrisponde fino in fondo al comandamento dell’Amore. Non muore per solo per un
accanimento verso un ideale, ma perché amando Dio Padre, offre la sua vita per
riscattare dalla schiavitù e dare libertà ai figli dello stesso Padre,
fratelli nello stesso Cristo:
Come
io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti
sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri.