"Per arrivare a raggiungere l'ultimo nostro fine bisogna seguire il divin Capo, il quale non per altra via vuol condurre l'anima eletta se non per quella da lui battuta; per quella, dico, dell'abnegazione e della Croce" (San Pio da Pietrelcina)
In questa XXV domenica del tempo per annum abbiamo ancora ascoltato un annuncio di Passione a cui fa eco la prima lettura:
“Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo
e si oppone alle nostre azioni;
… Condanniamolo a una morte infamante…” (Sap 2)
Gesù educa i suoi discepoli al vero volto di Dio, essi però “non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo”.
Hanno TIMORE di chiedere, eppure il Signore Gesù gli aveva raccomandato “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”. (Mt 7,7)
E loro chiusi nei loro pensieri e nelle loro congetture: “avevano discusso tra loro chi fosse più grande”. (Mc 9)
Vedendo la loro fatica di comprendere, Gesù li conduce alla scoperta del volto di Dio con altre tre categorie: l’ultimo, il servo e il bambino.
Il Dio rivelato da Cristo è colui che da primo si fa ultimo, da Signore si fa servo, da Dio si fa uomo. Ecco il Dio da accogliere, ecco il Dio da comprendere e da annunciare, ma solo nella morte di Croce e nella Resurrezione ci sarà la coscienza che Gesù è il Messia l’inviato dal Padre.
“chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato” (Mc 9).
In questa conoscenza di Dio, e nella sua accoglienza, Gesù pone la conoscenza di sé!
Questo volto di Dio, l’ultimo, il servo e il bambino, ci portano alla spiritualità della PICCOLA VIA.
Scrive S. Teresina di Gesù Bambino:
«I fanciulli non si dannano».
(da “Consigli e Ricordi”)
Perciò i fanciulli non si dannano.
Non si dannano perché l’unica loro caratteristica è quell’apertura di cuore che impedisce l’indurimento e il rifiuto.
Non si dannano perché la loro fiducia è tale da superare qualsiasi abisso.
Non si dannano perché portano nelle loro mani innocenti tutto il sangue di Cristo innocente.
Non si dannano perché invocano con la loro stessa esistenza la maternità di Maria.
Non si dannano perché a un bambino Dio può aprire sempre le braccia.
Ma torniamo al Vangelo.
I dodici avevo un desiderio, “discutevano tra loro chi fosse il più grande”, l’apostolo Giacomo ci esorta a conoscersi e a desiderare alla luce delle sapienza che vien dall’alto.
“la sapienza che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera”. (Gc 3)
La Croce è la chiave attraverso cui comprenderemo il volto di Dio e il volto dell’uomo.
Infine, nell’annuncio di Passione, Gesù afferma: “Il Figlio dell’uomo viene consegnato” (Mc 9). Gesù vien offerto dal Padre (“colui che mi ha mandato”), questo ci insegna a vivere anche noi l’atteggiamento del dono o meglio dell’offerta.
Un esercizio liturgico: viviamo, sempre, il gesto dell’offertorio come luogo in cui noi ci offriamo con Cristo al Padre, affidandoci alla premura paterna di Dio in Cristo Gesù.