Santuario Nostra Signora di Bonacatu Bonarcardo (OR)
Troviamo
il Santuario Nostra Signora di Bonacatu
a Bonarcardo (OR) sul pendio del
Montiferru nelle vicinanze del complesso di cui fa anche parte la chiesa
romanica di Santa Maria. È il più antico santuario della Sardegna.
Il Santuario di Nostra Signora di Bonacatu, in
Bonarcado, è opera tardo romana o primo bizantina e risale al secolo VI o agli
inizi del VII. Forse è il Santuario Mariano più antico della Sardegna e la
chiesa alto-medioevale più insigne dell’oristanese.
La struttura muraria ed architettonica induce a
credere che sia stato costruito dal principe della zona. Alla fine dell’anno
1000, a pochi passi dal Santuario, sorge un nuovo edificio sacro di bella linea
romanica. Lo costruisce il giudice Costantino d’Arborea che edifica anche un
monastero e chiama a reggerlo i monaci Camaldolesi dell’Abbazia di San Zenone
di Pisa. L’abbazia bonarcadese, regalata da ricchi e poveri e valorizzata dai
principi, acquista, presto, rinomanza in tutta l’isola. Nel 1146 i giudici
sardi, divisi da diverse controversie, sono a Bonarcado assistiti dal Legato
Pontificio Villano de Gaetani, che funge da arbitro, per trovare un’intesa di
pace alla luce di Maria di Bonacatu.
Un giovane studioso di cose sarde, in una recente
pubblicazione, afferma che la sede mariana di Bonarcado era la preferita dai
principi quando dovevano essere discussi i problemi della pace, per cui si può
dire che la Madonna di Bonacatu è sinonimo di Madonna della Pace, della
Concordia.
Il 3 aprile 1237 Pietro II, giudice d’Arborea, “in
atrio beatae Mariae de Bonarcado“, alla presenza di quasi tutti i vescovi
della Sardegna e di notabili dignitari, civili e militari, riconosce
solennemente il supremo dominio della Chiesa Romana sul suo Giudicato e presta
giuramento di fedeltà e di vassallaggio al Papa nelle mani del Legato
Pontificio in Sardegna.
Nello stesso giorno Pietro II “in ecclesia B.M. de
Bonarcado”, riceve dall’arcivescovo Alessandro, legato pontificio, mediante la
consegna di un vessillo con l’emblema delle “Somme Chiavi”, la investitura del
Giudicato di Arborea.
Nel 1253, sotto lo sguardo di Maria di Bonacatu, si
celebra, in Bonarcado, un Concilio Nazionale, presieduto dal Legato Pontificio
Prospero, Arcivescovo Turritano.
Questi brevi accenni danno la misura dell’importanza
data, nell’antichità, al Santuario di Bonacatu ed al suo monastero del quale
non resta traccia alcuna, ma che doveva essere vasto e fastoso se poteva
ospitare principi e principesse con i loro cortei di dame, dignitari e uomini
d’arme.
I monaci camaldolesi fecero il più bel regalo a
Bonarcado quando portarono da Pisa, ed intronizzarono nel santuario una
dolcissima ceramica raffigurante la Madonna col Bambino, della scuola di
Donatello.
La Madonna, da questa umile sede, ha beneficato la
Sardegna con grazie così straordinarie che il paese di Bonarcado, presso molti
centri dell’isola, è conosciuto col nome di “Su Meraculu”, cioè “il miracolo”.
Il titolo di “Bonacatu”
è tipicamente sardo, anche se di radice latina, per cui si interpreta “Madonna della Buona Accoglienza” o della
“Buona Ospitalità”, tant’è vero che anche oggi a chi è stato ospite presso
qualcuno si usa chiedere: “Accatu onu, t’ana fattu?”, cioè “ti hanno accolto
bene?”. Tale interpretazione non nega, non è in contrasto e nulla toglie alla
leggenda del ritrovamento del santuario (dopo un lungo abbandono) da parte di
un fortunato cacciatore di Cuglieri o di Abbasanta, o di un altro paese vicino,
anzi conferma il suo antico titolo di Bonacatu, cioè di Colei che si fa trovare
e mostra il suo viso, offre ospitalità a chi è stanco.
La Santa Sede, non solo in tempi andati, ma anche
recentemente, ha guardato con interesse al Santuario di Nostra Signora di
Bonacatu e concesse nel 1821 con Pio VII, l’altare privilegiato in perpetuo e
l’indulgenza plenaria ai pellegrini.
Con rescritto in data 11 ottobre 1970 il Rev.mo
Capitolo dell’Arcibasilica di San Pietro in Vaticano decretava l’incoronazione
solenne del venerato simulacro ed il 26 maggio 1971 il Beato Paolo VI
nell’udienza del mercoledì, faceva menzione in San Pietro di Nostra Signora di
Bonacatu e ne benediceva il diadema per l’incoronazione, avvenuta con solenne
celebrazione il 22 maggio 1977.
Per l’Anno Santo 2000 l’Arcivescovo Metropolita di
Oristano, Mons. Pier Giuliano Tiddia, ha inserito il Santuario di N.S. di
Bonacatu tra le chiese giubilari.
In data 19 giugno 2011, commemorazione di San Romualdo
Abate, Patrono della Parrocchia, la Congregazione per il Culto Divino e la
Disciplina dei Sacramenti della Santa Sede, a firma del prefetto Card. Antonio
Canizares Llovera, ha riconosciuto alla Chiesa di Santa Maria in Bonarcado il
titolo e la dignità di Basilica Minore.
Centro storico di Oristano
Oristano città nasce dalla lunga storia e dalla
fusione di tre città: Tharros, la città fenicia sul mare, Neapolis ed Othoca.
Intorno all'anno 1000 le ultime istituzioni di Tharros, minacciate dagli
attacchi dei pirati, si spostarono definitivamente ad Oristano e la città
iniziò ufficialmente la sua storia.
Il centro storico iniziò ad abbellirsi di palazzi,
fortificazioni, torri ed edifici religiosi. Visitate la torre di san
Cristoforo, conosciuta anche come torre di Mariano, e il monumento della
Giudicessa Eleonora, reggente del 300 che promosse la Carta de Logu, uno de
primi codici di leggi scritte in Europa.
Visitate anche: le chiese di San Francesco, in stile
neoclassico, di santa Chiara, raro esempio di stile gotico in Sardegna, e la
cattedrale di santa Maria Assunta, la chiesa più antica di Oristano.