venerdì 3 settembre 2010

Rocco e i suoi fratelli (3)





PARTE SECONDA
San Sostene di Calcedonia

La vita cristiana è segnata dal dono della Spirito Santo il quale, parlando in noi, ci fa riconoscere  Dio come Padre. Lo Spirito Santo, la grazia di Dio, è concesso a tutti, è dono gratuito di Dio, è dono uguale per tutti, perché è uno e indivisibile. Ciò che crea diversità è soltanto causato dalla risposta della libertà di ciascuno. E’ qui solo che c’è differenza tra noi tutti e i Santi.
Sostene  è santo, cioè esempio per noi di vita cristiana, perché ha risposto liberamente e prontamente alla grazia di Dio. Fu l’esempio di Eufemia  che interrogò il cuore del giovane soldato. Lo Spirito Santo che dava coraggio ad Eufemia, così da renderla testimone della fede in Gesù, guidò la coscienza di Sostene che confessò la sua fede in Cristo riconoscendolo suo unico Signore e Re.

È il IV secolo che vide i natali di Sostene, in una famiglia pagana, a Calcedonia in Bitinia, terra dell’odierna Turchia. Nulla si sa della sua fanciullezza. Possiamo solo affermare che si arruolo nell’esercito romano sotto il comando di Massimiano Erculeo e riportò numerose vittorie. Visse in un periodo di aspre persecuzioni contro i cristiani: la prima sotto il regno di Decio e poi di Diocleziano. Nella sua vita sicuramente senti parlare dei cristiani, ma ne gusto la fede e la fermezza solo accostando la giovane Eufemia che doveva, per comando ricevuto, martirizzare. Sostene rimase colpito dalla fede e dalla forza che si sprigionava da una così fragile giovane. Sicuramente in cuor suo si sarà domandato da dove le veniva una tale forza, chi era quel dio per il quale si potevano sopportare così atroci tormenti. Possiamo immaginare il travaglio interiore del giovane soldato e la sua ricerca di una risposta alle tante domande che la coscienza gli poneva. Così anche lui come un novello Paolo ebbe in Eufemia la via di Damasco: ascoltò la voce di quel Dio che in Eufemia gli parlava. Non era un dio come quello dei suoi padri, un dio padrone, ma un Dio Padre, che lo amava e che nel suo immenso amore aveva dato il suo Figlio che anche per lui era morto e risorto. Ecco la forza e la speranza che animava la giovane vergine di Calcedonia!
Aveva così scoperto il vero Dio, il Creatore e Signore dell’Universo. Non trascorse molto tempo che anche lui fu scoperto cristiano e come santa Eufemia fu chiamato a testimoniare pubblicamente la sua fede.

Governava in quel tempo la Bitinia il console Prisco. Egli lo fece arrestare quale cristiano e rinchiudere in carcere. Era la prova della fedeltà a Cristo, ma fu solo l’inizio. Fu sottoposto a ripetuti interrogatori con i quali il console sperava di persuaderlo dalla fede in Gesù. Sostene fu irremovibile. Dalle parole persuasive e dalle promesse di ricchezza ed onore si passo alle torture. Venne fustigato, poi dilaniato da uncini, ma tutto questo non vinse la sua fede, anzi egli lodava Dio che lo rendeva degno di soffrire per il suo Nome. Altre prove lo attendono. Venne gettato alle belve feroci, ma per grazia divina superò anche questa prova. La sua fine però era segnata: fu preparata una catasta di legna e acceso un immenso fuoco. Sostene fu condotto per essere arso vivo. Però anche lui, come Eufemia, aveva così fermamente testimoniato la fede in Gesù che ebbe il primo frutto della sua testimonianza: un compagno nell’ultima prova, Vittore . I due dopo aver scambiato il bacio di pace furono gettati nel rogo testimoniando così fino al sangue la loro fedeltà a Cristo. Fu questa la loro vittoria: i discepoli sono conformati al Maestro. Sostene e Vittore ci insegnano il modo eroico di morire per Gesù, ognuno di noi è chiamato forse anche, per grazia divina, a questa sorte, ma sicuramente è chiamato a dar testimonianza della propria fede in Gesù nella CARITÀ: “Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte. Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli Angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna... La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine...” .


San Sostene (CZ)

Il culto del Martire Sostene è testimoniato nell’entroterra di Roccella Jonica (RC), in una piccola chiesa in località omonima. Le tracce più significative del suo culto sono a San Sostene (CZ) ed a Mili San Pietro (ME). Anche a Waterford (NJ, USA) si è diffuso il culto del S. Martire ad opera degli emigrati siciliani. Le sue sante reliquie sono venerate nel paese omonimo della costa ionica, ma anche a Irsina (MT) e a Piacenza nella Basilica di Santa Eufemia.



San Sostene Martire
 Saint Anthony Church,
Waterford, NJ, USA

Concludiamo questa seconda parte con alcune preghiere dedicate al Santo.




 
PREGHIERA A SAN SOSTENE (don Aristide Stillo, 1928)
O glorioso nostro protettore, S. Sostene, illustre campione della fede in Gesù Cristo, che, con eroico coraggio, professasti fino al generoso olocausto la tua giovine esistenza, volgi, come sempre, il tuo sguardo benigno e sorridente su questo popolo che, con orgoglio santo, si fregia del tuo invitto Nome!

Tu che,. Tra le file dei soldati legionari, ambiziosi, adulatori  corrotti, aventi un solo odio, l’odio contro al Religione di Gesù, portasti la parola infuocata della verità e dell’amore, sì che, all’ombra della tua gloriosa bandiera, i fratelli di armi e di fede si sentivano protetti e fortificati, fa che anche noi, all’ombra benefica della tua Santa protezione, possiamo sentirci sorretti nella fede.

In mezzo al turbinoso succedersi delle passioni umane, nell’aspra e continua lotta per mantenere intatto il patrimonio delle sante virtù cristiane, che i padri nostri ci han tramandato, noi, con occhio puro e confidente,a Te guardiamo per ricevere monito e ammaestramento, alla tua Reliquia Santa ci volgiamo come al nostro invitto Carroccio!
Fa che il fuoco del Divino Amore bruci nel cuore di tutti noi, figli del tuo amore, affinché nel Divino Amore possiamo trovare la nostra felicità, la nostra vera pace. Sì, o nostro grande Protettore, regni in noi lo spirito sincero e devoto di fede e non abbiano luogo in mezzo a noi il peccato, le traversie, i morbi del corpo dell’animo.
Tu che, dalla fornace di Calcedonia, con la palma dei forti nelle mani, sei volato, al canto di gloria e di Vittoria, tra le fiamme inestinguibili della carità di Dio, fa che anche noi, dopo le aspre battaglie della vita e la prova morale del fuoco in questo mondo, possiamo raggiungerti, al canto della gloria, nella patria celeste, dove per tutta l’eternità benediremo la bontà di Dio. Cosi sia.


CORONCINA A SAN SOSTENE MARTIRE
(E’ riportata secondo il testo cantabile nella melodia locale di S. Sostene - CZ)

Oh che grazia, oh che favore, la Patria nostra tutta quanta vuol seguire il Signore e noi Sostene lodiamo e questa Chiesa santa di cui Sostene è l’onore manifesta i suoi canti lodandolo con fervore con la lingua e con il cuore. Uniti agli Angeli cantiamo alla gloria del Signore perché tutto a te dobbiamo, per Patrono vi lodiamo, dà Iddio a noi donato, liberateci noi speriamo da ogni male che incontriamo.

Della grazia sei colmato, la promessa che ci dai è troppo grande
deh! leviamo il nostro canto.

San Sostene vide l’errore di quel popolo suo diletto, con amore e grande affetto il suo cuore ci porge in dono:
san Sostene gran Patrono.

Una Vergine martire, della fede ti infuoco, qual soldato tu chiamato a godere il divin trono:
san Sostene gran Patrono.

Per provarti quel tiranno, la tua fede a te domanda, con intrepido parlare, tu rispondi si io sono:
san Sostene gran Patrono.

Per l’amore verso Iddio le promesse degli onori, le ricchezze, i tesori tutto lasci in abbandono:
san Sostene gran Patrono.

Che spettacolo d’amore sfavillò nel tuo gran petto, tu da Dio sei protetto e ti doni senza pensar:
san Sostene gran Patrono.

In quel carcere rinchiuso, notte e giorno cristiano, disprezzando il mondo vano, incoraggi con dolce sprono:
san Sostene gran Patrono.

Quando poi l’aspri tormenti laceraron la tua vita,
la costanza troppo ardita avvilì Prisco dal trono:
san Sostene gran Patrono.

Calcedonia sull’altare dà a Iddio la grande offerta, la tua vita se la scelta tu l’offristi a Iddio in eterno dono:
san Sostene gran Patrono.
Finalmente all’alto Regno vieni caro, Dio ti disse, la sua gloria ti donò e per l’Eterno li perdonò:
san Sostene gran Patrono.

Oh Cielo, felice Regno, abbi pietà di noi meschini.
Tu a Dio porgi il nostro impegno invita pure i Serafini.
Da a noi pellegrini, miserabili che ti ammiriamo, i favori tuoi divini:
Gesù mio misericordia, peccato noi abbiamo.
La nostra anima in Cielo conduci giubilando.
Iddio ci salvi dall’Inferno per tuo merito e per sua misericordia.
La sua grazia Egli ci doni e ci faccia in eterno gioire tutti uniti con Maria.
La nostra anima fa che per i meriti della tua vita possa godere in tua compagnia l’Eterna vita.


PREGHIERA a San Sostene (in dialetto, San Sostene - CZ)
O Santu Sosti nobili e galanti,
funtana d’ogni grazia mia surgente
‘nbiato (l)u pitturi chi bi ficia protetturi ed avvocatu.
O Santu Sosti di martirii siti
chi per (l)u mundu tuttu si aduratu
e sa bandera a ‘mmanu chi teniti,
tuttu (l)u mundu teni incatinatu.
E sa palma chi allu pettu teniti
n’ angialu dellu celu vi là calata
e quandu a sansosti
vi vittaru venira
all’armi li sonaru li campani.