Trentotto monaci di Viaceli, nella provincia di Santander, in Spagna, furono  espulsi dal loro monastero l'8 settembre 1936 da agenti della Federazione degli  anarchici iberici.
 
Imprigionati, furono rimessi in libertà: alcuni si dispersero in case private,  altri raggiunsero Bilbao dove la religione non era perseguitata in modo  violento, altri si raggrupparono a Santander, formando tre piccole comunità che  cercavano di mantenere nascostamente la vita monastica.
 
Probabilmente a causa di qualche delazione, il 1° dicembre un gruppo che  comprendeva soltanto fratelli conversi fu arrestato. La polizia marxista voleva  sapere da dove prendevano i mezzi di sussistenza. Avendo dichiarato che era il  padre priore che si occupava della cosa, fornirono forse agli agenti rossi il  pretesto per arrestare un secondo gruppo, che comprendeva il priore e altri  monaci sacerdoti.
Pío Heredia, il priore, non volle assolutamente dichiarare il nome di chi  forniva loro degli aiuti. Dopo penosi interrogatori e maltrattamenti durante il  processo istruito nella notte del 2 dicembre per dare una parvenza di legalità  alla condanna dei religiosi, ma in realtà in odio alla fede e per cercare di  impadronirsi del loro denaro o per sapere l'indirizzo dei benefattori, avvenne  l'esecuzione. 
 
Secondo la testimonianza di un oblato di quindici anni, che si trovava con i  monaci e che fu poi rilasciato, i religiosi furono caricati su un autocarro in  due gruppi separati, uno nella notte del 3 dicembre, l'altro nella notte  successiva.
Non se ne seppe più nulla. Gettati in mare dalla scogliera a picco del faro di  Santander o condotti in barca e sommersi nelle acque profonde della baia oppure,  come risulterebbe da una testimonianza indiretta, fucilati vicino al cimitero  della città? La prima ipotesi sembra la più probabile.
Il 29 dicembre un converso a voti temporanei, Leandro Gómez Gil (1915-1936), fu  scoperto dai miliziani in una casa privata: apparteneva al gruppo di monaci  studenti e fratelli conversi che si era prudentemente dissolto dopo la scomparsa  del padre Pío e dei suoi compagni. Gli altri si rifugiarono a Bilbao, ma  Leandro non osò farlo, dato che rientrava nella categoria per la quale era  giunto l'ordine di mobilitazione. La polizia rossa lo maltrattò in modo  orribile, fino a farlo tanto sanguinare dalla bocca, dal naso e dalle orecchie  che un lenzuolo ne fu inzuppato. Il giorno successivo fu cacciato a forza in  un'auto e scomparve per sempre. Anche lui fu forse annegato o fucilato. Si seppe  in seguito chi lo aveva assassinato in odio alla fede e alla Chiesa: gli  uccisori furono perdonati.
 
La passione di questi monaci fu preceduta da quella di due confratelli che erano  rimasti al monastero. Infatti il giorno dell'espulsione i banditi marxisti  avevano trattenuto con loro due sacerdoti, il segretario padre Eugenio García  Pampliega (1902-1936) e il padre Vincenzo Pastor Garrido (1905-1936),  probabilmente nella speranza di poter mettere le mani sul denaro dell'abbazia,  che ritenevano ricca. Le loro investigazioni non dettero però alcun risultato.
 
Il 21 settembre gli anarchici offrirono ai due padri di accompagnarli in  macchina a Santander, ritardando la partenza fino a notte inoltrata, ma a una  ventina di chilometri dal monastero li uccisero a colpi di pistola,  abbandonandone i cadaveri sul ciglio della strada. Ritrovati il giorno seguente,  la gente del posto li seppellì nel cimitero di Rumoroso. Soltanto nel 1940,  dopo essersi accertati di tutte le voci che correvano, i monaci di Viaceli  esumarono le due spoglie (sepolte senza cassa, uno sopra l'altro) e le  trasportarono al monastero, seppellendole nel chiostro della lettura dietro il  seggio abbaziale.
 
Ecco l'elenco dei martiri del 3 e 4 dicembre:
 
1. Pío Heredia Zubía (1875-1936), priore, sacerdote
2. Giovanni Battista Ferrís Llopis             (1905-1936), sacerdote  
3. Amedeo García Rodríguez             (1905-1936), sacerdote  
4. Ezechiele Alvaro de la Fuente             (1917-1936), converso a voti temporanei
5. Antonio Delgado Gonzáles             (1915-1936), oblato di coro 
6. Marcellino Martín Rubio             (1913-1936), novizio di coro  
7. Valeriano Rodríguez García             (1906-1936), sacerdote  
8. Eustachio García Chicote             (1891-1936), sottomaestro dei conversi  
9. Angelo de la Vega Gonzáles             (1868-1936), converso  
10. Alvaro González López             (1915-1936), professo corista a voti temporanei
11. Eulogio Alvarez López             (1916-1936), converso a voti temporanei 
12. Benvenuto Mata Ubierna             (1908-1936), novizio converso 
 
Di tutti questi martiri è stata introdotta la causa di beatificazione. Il  processo diocesano è stato aperto nel 1996, a sessant' anni dal martirio.
 
Sono stati beatificata, oggi, nella Cattedrale di Santander. La celebrazione è stata presieduta dal Cardinale Amato.
       
(Coll. O.C.R. 1937, p. 17 ss. / Coll. 1939, pp. 85-91 / Coll. 1945, p. 220 /  D.P.Moreno Pascual, Como incienso en tu presencia, Viaceli 1996 / Cistercium,  1987, pp. 214-216 / Cistercium, 1996, pp. 413-416)