O
mia colomba,
che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è incantevole». (Ct 2,14)
che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è incantevole». (Ct 2,14)
Arcangela Girlani,
al secolo Eleonora (Trino, 1460 – Mantova, 25 gennaio 1494).
La sua era una famiglia benestante. Durante la
sua infanzia, aveva programmato di diventare una suora benedettina. Tuttavia,
per la sua strada per l'abbazia, il suo cavallo si rifiutò di portarla lì.
Interpretò questo come un segno, così divenne monaca carmelitana a Parma con le
sorelle Maria e Francesca; le fu dato il nome religioso di Arcangela. Fece la
professione di fede nel 1478.
Fu poi eletta priora del suo monastero, ed ha
fondato un nuovo monastero carmelitano a Mantova. Lei è stato segnalato per i
doni di estasi, e miracoli, tra cui la levitazione.
La Beata visse profondamente il mistero della
sua vita interiore in unione con Dio e nella percezione della sua presenza in
purezza di cuore conducendo una vita fraterna semplice e austera, praticando la
mortificazione, il distacco, l’umiltà e il nascondimento. Per amore della
Regola, la Beata chiese ed ottenne che fosse tradotta in lingua italiana perché
lei e le consorelle non comprendevano il latino. Tutto il cammino della
spiritualità dell’epoca è attraversato dal tema dell’amore e del dono di sé che
Arcangela trasmise alle sue consorelle insegnando loro a custodire la cella
interiore dove l’intimo rapporto con Dio conduce alla perfezione e nel
ricercare la cella esteriore come luogo d’incontro con lo Sposo, luogo di
silenzio, di raccoglimento, di nascondimento per pregare, amare, correggere i
propri errori e risalire dalle tante cadute causate dalla fragilità umana.
Dopo la sua morte, avvenuta nel 1494, si è
manifestata una devozione diffusa accompagnata da relazioni di guarigione.
Sepolta nella tomba comune, dopo tre anni ebbe
sepoltura distinta. Nel 1782, l'imperatore Giuseppe II d'Austria soppresse il
monastero e il corpo incorrotto della Beata Arcangelo fu conservato con una
soluzione di imbalsamazione e fu trasferito nella natia Trino, presso le
Carmelitane. Soppresse anche loro nel 1802 fu traslato nella chiesa
dell’Ospedale di S. Lorenzo e qui è tuttora venerato
Il 1 ° ottobre 1864, il beato papa Pio IX
approvò il culto immemorabile e concesse all'Ordine di celebrare la sua memoria
il 29 gennaio, e nella città di
Trino e nella diocesi di Vercelli, il 27
gennaio.
Nel 1932 il corpo fu nuovamente scoperto e si
scoprì che la procedura chimica per conservare il corpo era stata mal fatta e
in alcuni punti la carne si era polverizzata. Una maschera d'argento è stata
posta sul viso e sulle mani. Nel 1960,
in un'analisi finale, il corpo era ancora flessibile e alcune parti erano ben
conservate.
Martirologio Romano, 25 gennaio: A Mantova, beata Arcangela (Eleonora)
Girlani, vergine dell’Ordine delle Carmelitane, priora del convento di Parma e
fondatrice del cenobio di Mantova.
Nella diocesi di Mantova la sua memoria si
celebra il 29 gennaio.
Anche le due
sorelle della Beata, in religione Maria e Scolastica, ricevettero il culto
come beate, ma non fu mai confermato e si perse nel tempo.
Questa iconografia a tratti, se non fosse diverso
abito, assomiglia a quello della beata domenicana Colomba da Rieti, la quale in
più ha i giglio come simbolo di purezza, e la colomba invece è simbolo del suo
ruolo civile: colomba di pace. Nella beata Arcangela invece è la colomba che
significa la purezza di cuore, ma anche ci potrebbe ricordare due immagini: la
sua intima unione con Dio, che dimora nelle fenditure delle rocce, nella ferita
del Cuore d Cristo; e poi ci ricorda la sapienza della sua vita che seppe trasmettere
alle sue consorelle con scelte profetiche.
Altra iconografia vede la Beata con il libro e il giglio. Quest’ultimo lo si comprende per quanto detto sopra. Il libro aperto ci fa certamente pensare a quella intuizione “pastorale” di tradurre la regola in italiano. Altrove è in contemplazione della Croce, quindi della Passione a cui la Beata era misticamente unita.
Altra iconografia vede la Beata con il libro e il giglio. Quest’ultimo lo si comprende per quanto detto sopra. Il libro aperto ci fa certamente pensare a quella intuizione “pastorale” di tradurre la regola in italiano. Altrove è in contemplazione della Croce, quindi della Passione a cui la Beata era misticamente unita.