“Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore”.
Abbiamo così pregato con il ritornello del Salmo responsoriale.
Oggi, come ogni anno ritorna questa solennità che ci scuote e ci fa riflettere.
Cosa celebriamo il 1 novembre?
Noi celebriamo un destino, una possibilità.
La Chiesa in questa data ci fa celebrare una schiera di uomini e donne, “una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua”, come racconta la I lettura, rimasta nascosta alla memoria umana ma non a Dio, sono la traccia di un popolo che dopo aver incontrato il Signore (ci ricordiamo il V angelo di domenica scorsa su Bartimeo), lo ha seguito lungo la strada.
I Santi sono un popolo che ha cercato il volto del Signore e lo ha incontrato, un incontro che è diventato conformazione: “noi saremo simili a lui”.
La solennità odierna ci invita ad ammirare, a gioire, a contemplare questa umanità rinnovata “che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello”.
Ma questa festa ci esorta a accogliere e vivere lo stesso destino.
Leggiamo nella Lumen gentium:
“I seguaci di Cristo, chiamati da Dio, non a titolo delle loro opere, ma a titolo del suo disegno e della grazia, giustificati in Gesù nostro Signore, nel battesimo della fede sono stati fatti veramente figli di Dio e compartecipi della natura divina, e perciò realmente santi. Essi quindi devono, con l'aiuto di Dio, mantenere e perfezionare con la loro vita la santità che hanno ricevuto .. È dunque evidente per tutti, che tutti coloro che credono nel Cristo di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità e che tale santità promuove nella stessa società terrena un tenore di vita più umano.”
Il beato Giuseppe Toniolo, laico impegnato nell’economia e nella politica, direbbe che una vita vissuta così renderebbe bello il mondo.
Il santo è colui che dimora in Dio (attraverso la famigliarità con la Sacra Scrittura e i Santi Sacramenti) e ricerca in Dio il senso del tutto, affinché “si abbella tutta la scena di questo mondo” (beato G. Toniolo).
Infine la santità è via di vera felicità, “Beati”, dice il V angelo: cioè felici coloro che ricercano in Dio il senso del tutto.
Concludo con un pensiero di San Silvano del Monte Athos:
“A molti sembra che i Santi siano lontani. Ma essi sono lontani da coloro che si sono allontanati, e sono invece vicinissimi a chi osserva i comandamenti di Cristo e possiede la grazia dello Spirito santo. Nei cieli tutto vive e si muove per mezzo dello Spirito Santo. Ma anche sulla terra c’è lo Spirito Santo. V ive nella nostra Chiesa, opera nei sacramenti, ispira la sacra Scrittura, vive nelle anime dei fedeli. Lo Spirito Santo unisce tutti gli uomini, per questo i santi sono vicini a noi. E quando noi li preghiamo essi, nello Spirito Santo, ascoltano le nostre preghiere, e le nostre anime percepiscono la loro intercessione per noi. Così fortunati e beati siamo noi, Cristiani, perché il Signore ci ha donato la vita nello Spirito Santo…
Signore Misericordioso insegna a tutti noi, per mezzo dello Spirito Santo, a vivere secondo la tua volontà, così che tutti nella tua luce conosciamo te vero Dio, perché senza la tua luce non possiamo capire la pienezza del tuo amore. Illuminaci con la tua grazia ed essa riscalderà i nostri cuori affinché noi Ti amiamo”.