mercoledì 26 dicembre 2018

San Stefano venerato a Salice (ME): tre santi un nome


Avevamo già parlato del culto di S. Stefano e dei tre Stefano a Salice. Questo nuovo articolo, tratto da un post di FB di G.B. Anania, è così intelligente che lo pubblico.

La fede e la devozione dei salicesi è sempre ruotata intorno a tre figure di santi, tutti con lo stesso nome: Stefano. La devozione dei fedeli si è sempre rivolta al Santo Stefano Protomartire della Chiesa occidentale, ad un S. Stefano di Costantinopoli, monaco orientale del sec. VIII, conosciuto come il Giovane o il Greco, e ad un monaco di nome Stefano, vissuto proprio a Salice e ivi morto in odore di santità. Quest'ultima figura viene talvolta confusa con le altre due e in particolare con la seconda. Dalla commistione di questi due Stefano (il Giovane e il Salicioto) viene fuori la figura di Santo Stefano Juniore. C'è da dire che il culto e la devozione al protomartire si sono diffusi quasi certamente in un'epoca abbastanza posteriore a quella di Santo Stefano il Giovane. Padre Antonino Settineri nel 1948 scriveva: "Qualcuno spiega questa seconda devozione (del protomartire) per il fatto che essendo stato un tempo desiderio di qualche cappellano locale rintracciare qualche reliquia del Santo venerato nel villaggio (il Giovane) ed avendone chiesta a Roma per errore gli fu spedita una reliquia del Santo protomartire. Nacque così la devozione al santo della reliquia che col tempo soppiantò nella celebrazione esteriore quella del Santo Juniore". In ogni caso non si può affermare con certezza a quale evento è collegata la diffusione della devozione di questo Santo, non curanza od errore, fatto sta che il culto del protomartire fu ben accetto da tutti e si diffuse tra i fedeli. S. Stefano il Giovane, nato a Costantinopoli tra l'agosto e il dicembre del 715 e morto nello stesso luogo il 28 novembre 768, è conosciuto anche come il martire dell'iconoclastia. A Salice il suo culto si diffuse in seguito alla costruzione di un monastero basiliano di cui si sono perse le tracce, ma di cui è provata l'esistenza in un manoscritto del 1342. Con il tempo il nome di S. Stefano il Giovane si è confuso con quello di un monaco che, secondo la tradizione, visse in questo monastero e fu lapidato e sepolto a Salice. Questa figura è avvolta dal mistero in quanto non esistono fonti o documenti che comprovano la sua esistenza. I due Santi, quindi, vengono ad assimilarsi, nonostante per gli abitanti sia chiaro il fatto che S. Stefano il Giovane non venne mai a Salice e che si parla di due figure distinte che poi, di fatto, durante le celebrazioni diventano un tutt'uno. Il giorno in cui la Chiesa celebra ufficialmente S. Stefano il Giovane è il 28 novembre, il giorno della sua morte. A Salice la ricorrenza cade, invece il 29 ottobre, giorno in cui si fa risalire la morte di S. Stefano di Salice.

martedì 25 dicembre 2018

Un giorno santo è spuntato per noi!



C'era una volta un signore molto ricco che aveva un figlio.


Questo figlio si chiamava Hatem ed era molto buono con i poveri: li aiutava in ogni modo, dava loro cibo e vestiti e avrebbe dato perfino la vita se fosse stato necessario.

Il re di quella terra sentì parlare di quest'uomo così buono e divenne geloso della sua popolarità. Ordinò alle sue guardie di bruciare la casa di Hatem e di appendere un cartello nella strada con scritto:

«Chi mi porterà Hatem vivo o morto riceverà una ricompensa di 25.000 ducati d'oro»

Gli amici di Hatem lo avvertirono e gli dissero di abbandonare subito la città.

Così travestito da mendicante si rifugiò nella foresta.

Camminò per chilometri e chilometri finché trovò una caverna dove poté riposarsi.

Si era appena seduto su un tronco e stava riflettendo sulla sua sventura, quando sentì un povero tagliaboschi che, appoggiato ad un albero lì vicino, diceva:

«Se trovassi Hatem tutti i miei problemi sarebbero risolti»

Hatem ebbe pietà del vecchio e gli disse:

«Eccomi, sono Hatem. Portami dal re e riceverai la ricompensa promessa»

Il vecchio rimase stupito, ma non seguì il consiglio di Hatem, perché non voleva che egli morisse.

All'improvviso si sentì un fruscio tra i cespugli e, prima che Hatem potesse capire di cosa si trattasse, quattro guardie del re lo avevano bloccato.

Ogni guardia desiderava per sé l'intera ricompensa e cominciarono a discutere.

Ognuna di loro sosteneva di avere trovato Hatem per prima. Alla fine lo portarono al palazzo reale dove il re in persona lo interrogò.

Hatem disse che l'unica persona che meritava veramente la ricompensa era il povero tagliaboschi, il primo che lo aveva trovato. Il re fu colpito dall'onestà di Hatem e scese dal trono per abbracciarlo.

 

Un giorno santo è spuntato per noi:

venite tutti ad adorare il Signore;

oggi una splendida luce è discesa sulla terra.
 

Alcuni dicono che se non è Natale ogni giorno, non è mai Natale.

Il Natale di Gesù è la festa di un Dio buono che rende buono il cuore dell’uomo, di ogni uomo, e la bontà che non è buonismo o “a Natale si può”, ma è l’unica strada che cambierà il mondo, anche se alcune volte pare la via degli stupidi!

A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio!

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

Quanto è difficile in questo mondo essere buoni … come Dio!

Tu cerca di esserlo, provaci, riprovaci, poi farà Dio…. Nulla è impossibile a Dio.

Buon Natale del Signore Gesù.

sabato 22 dicembre 2018

Natale del Signore


Babbo Natale non esiste!
Forse raccontare le bugie ai nostri figli non fa bene, lo dicono alcuni esperti di psicologia, il Natale è di Gesù, se poi fosse o meno nato il 25 dicembre, non ci porta, alcuni dicono no, altri dicono si, altri dicono che è il giorno di una festa pagana del Sole invicto e che poi fu cristianizzata. Se è così ci può stare, senza lo scandalo di nessuno, è la storia!
 
 
"Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia".

Questo è il segno per i pastori (...) per noi ancora, qui, lo stesso segno perché Gesù, nella sua umanità, ci dice qui qualcosa di definitivo. Gli anni sono passati. La vita pubblica è iniziata, e alla fine quell'essere avvolto nel lenzuolo, e quell'altro giacere nel freddo del sepolcro, a vedere bene, il Segno resta lo stesso.

La meraviglia di Dio per noi, la meraviglia dell'uomo per Dio è questo piccolo bambino avvolto in fasce, giacente, legato, affidato, abbandonato!

Egli griderà: Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato! (Sal. 22)

Questa parola dell'uomo scritta in un salmo che fu veramente, per Lui, parola di Dio. Il vangelo non ha timore di metterla nella sua bocca. Si trova là un mistero che bisogna cercare altrove. Maria, sua madre, non l'ha abbandonato. E neanche Dio poteva abbandonare il suo Santo, il suo Giusto... Luca mette allora sulla bocca di Gesù in croce un altro versetto di un salmo che offre la chiave di lettura del "Gesù abbandonato": "nelle tue mani consegno il mio spirito"!

Abbandonato ha anche un significato attivo, di colui che si lascia fare, condurre, portare, guidare; colui che abbandona la volontà propria per quella di un altro. Questo tipo di abbandono è "la morte della propria volontà", diceva Francesco di Sales.

Per me "Gesù abbandonato" è là ed è il segno che ci è donato nella nostra notte, in tutte le nostre notti - non c'è abbandono senza notte, senza quest'atto di fiducia che implica l'ignoto. È questo che distingue l'abbandono dall'obbedienza, dalla sottomissione a una volontà espressa, manifestata, conosciuta.

L'abbandono non è nemmeno rassegnazione, accettazione, indifferenza dal momento che in tutte queste cose vi è qualcosa di passivo, di subìto, una nota negativa.

Ed ecco precisamente che su questa culla di neonato, tutto abbandonato, è proclamata la Buona Novella della Pace per gli uomini che Dio ama, gli uomini ai quali va la sua benevolenza, ai quali vuole bene! Pace agli uomini che si abbandonano all'amore di Dio allo stesso modo di Questi, "il Figlio in cui si è compiaciuto".

Questo significa: che l'umanità può dare ormai un volto a Dio, quello di questo piccolo bambino, così dipendente in tutto, e liberamente offerto affinché si possa dimorare in lui; significa che Dio ha anche assunto un altro volto per l'uomo: non più l'Onnipotente che si impone dall'alto, da lontano, ma questo Dio che si abbandona, fragile, dipendente, consegnato al ben volere di una madre, di una famiglia, e anche ai capricci di un popolo. In Dio, il Figlio non è che quest’uomo nelle mani del Padre. Ed è in tale modo che viene ad abitare in mezzo a noi … Affinché noi possiamo entrare in sintonia di cuore con Dio attraverso la piccola via di Natale, quella dell'abbandono amoroso al quotidiano dell'Eterno, una piccola via per noi, qui, ora.

(P. Christian de Chergé, trappista martire)

A tutti, Buon Natale del Signore Gesù.

venerdì 21 dicembre 2018

Decreti: un beato, undici venerabili



Sei italiani, un tedesco, un polacco, un indiano, un bielorusso, uno spagnolo e un messicano.

BEATI

– il martirio del Servo di Dio Riccardo Henkes, Sacerdote della Società dell’Apostolato Cattolico; nato a Ruppach (Germania) il 26 maggio 1900 e ucciso in odio alla Fede nel campo di concentramento di Dachau (Germania) il 22 febbraio 1945


VENERABILI

– le virtù eroiche del Servo di Dio Giovanni Pietraszko, Vescovo titolare di Torreblanda, Vescovo Ausiliare di Cracovia; nato a Buczkowice (Polonia) il 7 agosto 1911 e morto a Cracovia (Polonia) il 2 marzo 1988

– le virtù eroiche del Servo di Dio Giuseppe Codicè, Sacerdote diocesano, Fondatore della Pia Unione delle Suore della Visitazione della Vergine Immacolata; nato a Budrio (Italia) il 3 marzo 1838 e morto a Vedrana (Italia) il 21 gennaio 1915

– le virtù eroiche del Servo di Dio Agostino Giovanni Ukken, Sacerdote Siro-Malabarese, Fondatore della Congregazione delle Suore della Carità; nato a Parappur (India) il 19 dicembre 1880 e morto a Chowannur (India) il 13 ottobre 1956

– le virtù eroiche del Servo di Dio Doroteo Hernández Vera, Sacerdote diocesano, Fondatore dell’Istituto Secolare Cruzada Evangelica; nato a Matute de Almázan (Spagna) il 28 marzo 1901 e morto a Madrid (Spagna) il 6 novembre 1991

– le virtù eroiche del Servo di Dio Melchiorre Fordon (al secolo: Giuseppe), Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali; nato a Grodno (oggi Bielorussia) il 5 agosto 1862 e ivi morto il 27 febbraio 1927

– le virtù eroiche del Servo di Dio Girolamo Maria Biasi (al secolo: Arcangelo), Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali; nato a Sfruz (oggi Italia) il 7 dicembre 1897 e morto a Camposampiero (Italia) il 20 giugno 1929

– le virtù eroiche del Servo di Dio Michele Zavala López, Sacerdote professo dell’Ordine di Sant’Agostino; nato a Rancho Nuevo de Santa Clara (Messico) il 12 novembre 1867 e morto a Yuriria (Messico) il 4 aprile 1947

– le virtù eroiche della Serva di Dio Antonietta Giugliano, Fondatrice della Congregazione delle Povere Ancelle di Cristo Re; nata a New York (Stati Uniti d’America) l’11 luglio 1909 e morta a Portici (Italia) l’8 giugno 1960

– le virtù eroiche della Serva di Dio Leonarda di Gesù Crocifisso (al secolo: Angela Maria Boidi), Monaca professa della Congregazione delle Suore della Passione di Gesù Cristo; nata a Quargnento (Italia) il 10 luglio 1908 e morta ad Alessandria (Italia) il 22 ottobre 1953

– le virtù eroiche della Serva di Dio Ambrogina di San Carlo (al secolo: Filomena D’Urso), Suora professa della Congregazione del Patrocinio di San Giuseppe; nata a Maranola (Italia) il 1° gennaio 1909 e morta a Firenze (Italia) il 26 marzo 1954

– le virtù eroiche del Servo di Dio Carlo Tancredi Falletti Di Barolo, Laico, Cofondatore della Congregazione delle Suore di Sant’Anna; nato a Torino (Italia) il 22 ottobre 1782 e morto a Chiari (Italia) il 4 settembre 1838
 
 

domenica 2 dicembre 2018

PICCOLI PASSI!



Madonna dei PICCOLI PASSI
Castellammare di Stabia (NA)
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

TRE PICCOLI PASSI!