Tutti i dati e le immagini su questo blog sono [© Copyright 2021 - Ed. D.M.G.] Dove non sono c'è la fonte. In caso di errore reclama la dicitura di proprietà. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001
domenica 10 agosto 2014
XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
fèrmati sul monte alla presenza del Signore
(1 Re 19)
dov’è presente il Signore?
il sussurro di una brezza leggera (1 Re 19)
cosa è per noi questo sussurro?
Si racconta nella vita del S. Curato d’Ars di quell’uomo che stava davanti all’eucaristia: “Lui mi guarda e io lo guardo”
La prima presenza del Signore è quella dell’Eucaristia.
Credo che ci siamo un po’ dimenticati di questo.
Spesso le nostre Chiese sono una caciara di senza Dio, che entrano ed escono come se fossero al bar.
I fratelli delle Chiese Riformate quando entrano in Chiesa non trovano nessuno, perché non hanno la presenza eucaristica, eppure non credo che schiamazzano entrando, uscendo o dimorando.
Dobbiamo recuperare il senso del sacro, è il segno della presenza di Dio.
Il popolo dell’islam entra in moschea scalzo, come Mosè sul Sinai, perché è nel luogo sacro dell’incontro con Allah. Noi invece non entriamo scalzi, ma in realtà entriamo in modo smodato e nel luogo abitato da Colui che i cieli non posso contenere ci permettiamo di tutto. Gli altri credenti delle altre fedi ci devono far vergognare di come noi ci accostiamo al sacro.
Ma noi crediamo che esiste ancora un luogo sacro?
Cosa è per noi il sacro?
Non crediamo nemmeno più che è sacra la vita, dono di Dio; che è sacro il matrimonio; sacra è parola data.
Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello … (1 Re 19)
Riscopriamo la sacralità della presenza divina per poi vivere la sacralità dell’uomo creatura di Dio, per saperci accostare a lui con rispetto, con compassione, con carità … con il volto coperto così da guardarlo come lo vede il Signore così da sentire il sussurro del suo desiderio di vita, di amore e di speranza.
ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. (Rm 9)
Così esprime il rammarico profondo l’Apostolo perché i suoi fratelli e le sue sorelle non conoscono e non accolgono “la verità in Cristo” (Rm 9).
Se pur liberi nella libertà altrui, perché così si pone Dio con ogni uomo, però con nel cuore un spina di fronte al vuoto d’amore dell’umanità.
Dobbiamo essere il bicchiere, la spugna, che disseta il grido eterno di Cristo sulla croce: “Ho sete!”.
Ricordando Madre Teresa, affermava Giovanni Paolo II:
Nel silenzio della contemplazione, Madre Teresa di Calcutta sentiva risuonare il grido di Gesù sulla croce: "Ho sete". Questo grido, raccolto nel profondo del cuore, la spingeva sulle strade di Calcutta e di tutte le periferie del mondo, alla ricerca di Gesù nel povero, nell'abbandonato, nel moribondo. (San Giovanni Paolo II)
Solo che è dissetato ed ha riempito la sua anfora alla Sorgente della vita può a sua volta essere dispensatore di acqua che zampilla per la vita eterna.
il vento infatti era contrario. (Mt 14)
in questo progetto di riscoperta del sacro e della sacralità tutto appare contrario.
Soffia una mentalità cristiana secolarizzata, più attenta alla conservazione, all’adempimento dei precetti, che alla svolta epocale istaurata da Gesù.
Soffia un mondo, che facciamo anche noi, in continua opposizione con la vita che il Vangelo ci insegna, come se il Vangelo ci proponesse una vita malvagia: la vita buona del Vangelo ci richiama allo scardinamento della dittatura dell’idolatria della libertà soggettiva, dittatura che si propone ogni dove, il dio che regge il mondo odierno (e anche noi cristiano, per cui di fronte ai disvalori del mondo non poniamo opinioni!!)
Soffia la bestia antica, il nemico invidioso, che continua la sua opera subdola di allontanamento dal Signore, facendoci cadere nel peccato antico: la disobbedienza come ricerca di libertà.
Ma noi sappiamo che le potenze degli inferi non prevarranno su di essa (Mt 16,18)
Il vento contrario soffia!
Ma il sussurro del Regno è ciò che deve ridestare la nostra speranza. Ci deve dare il coraggio quasi oltraggioso di Pietro, di fare ciò che fa il maestro: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». (Mt 14)
Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». (Mt 14)
Ma la fede non è camminare sulle acque, la fede è stare sulla barca, facendosi guidare da Gesù gettando la rete al suo comando e per approdare al porto della vita eterna.
Non dubitare, stai sulla barca …. Solo chi riconosce Colui che rende sacra ogni cosa, vive una vita capace di sacralità.
Rispondeva Madre Teresa: «Figlio mio, senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri! Ricordati: io sono soltanto una povera donna che prega. Pregando, Dio mi mette il Suo Amore nel cuore e così posso amare i poveri. Pregando!» Amen.
Iscriviti a:
Post (Atom)