domenica 17 maggio 2020

Pregate per noi!








San Pasquale Baylon, Aragonese, dopo aver svolto l'attività di pastore, si arruolò nell'Ordine dei Minori. Dal Serafico Francesco mutuò la santa umiltà: nonostante il parere favorevole dei superiori, non volle essere rivestito della dignità sacerdotale, ma ricoprire sempre umili mansioni dalla portineria alla cucina del convento. Devotissimo del Santissimo Sacramento, in virtù di una scienza infusa, confuse gli Ugonotti che lo disprezzavano con le loro eresie.  Passò al Signore a Villareal il 17 maggio 1592, Domenica di Pentecoste. Paolo V lo iscrisse fra i Beati nel 1618 e Alessandro VII fra i Santi nel 1690. Leone XIII nel 1897 lo proclamò Patrono delle Opere e dei Congressi Eucaristici.










Beata Antonia Mesina, seconda dei dieci figli di Agostino Mesina e di Grazia Rubanu, Antonia nacque il 21 giugno 1919 ad Orgosolo, in provincia e diocesi di Nuoro. La sua famiglia, di modeste condizioni, era mantenuta dal padre che faceva la guardia campestre. Antonia si formò alla scuola della Gioventù femminile di Azione Cattolica: dal 1929 al 1931 ne fece parte come Beniamina, mentre tra il 1934 e il 1935 fu socia effettiva. Di carattere riservato e deciso, partecipò con spontaneità agli avvenimenti di Orgosolo: alcune rare foto la ritraggono con indosso il costume tradizionale da nubile e l’abito da sposa della madre, portato dalle donne nelle grandi feste, come per il Corpus Domini e la Madonna Assunta del 15 agosto. Il 17 maggio 1935, dopo avere ricevuto la Comunione, si avviò verso la campagna circostante per raccogliere la legna. Raggiunta la località di Ovadduthai, fu aggredita da un giovane compaesano, Giovanni Ignazio Catgiu, che tentò un approccio sessuale. Al netto rifiuto da parte della ragazza allora quasi sedicenne, il giovane accecato dall’ira, l'aggredì con violenza massacrandola a colpi di pietra: si contarono 74 ferite. Antonia. I funerali si tennero il 18 maggio 1935. il 4 ottobre 1987 Giovanni Paolo II la proclamò Beata, fissando la sua memoria liturgica al 17 maggio, giorno della sua nascita al Cielo. I resti mortali della Beata Antonia Mesina sono venerati dal 1994 nella cripta della chiesa di San Salvatore a Orgosolo.

VIAGGIO VIRTUALE tra i santuari d’Italia: Lendinara



Oggi saliamo lungo la costa adriatica è raggiungiamo la zona del Polesine: Lendinara (RO), un comune di 11634 abitanti. È un centro importante dal punto di vista storico, artistico, culturale e religioso. Fin dal XVIII secolo, infatti, la città viene omaggiata con l'appellativo di "Atene del polesine" per i tesori artistici che racchiude. La sua storia, inoltre, si intreccia con quella del Risorgimento. Molto rilevante e meta di pellegrinaggi è il Santuario della Beata Vergine del Pilastrello.

La storia del santuario è legata ad una serie di eventi straordinari che si verificarono a partire dal XVI secolo attorno ad una Madonna con Bambino scolpita in legno d'olivo collocata in una nicchia della casa di Giovanni Borezzo. Nella notte tra l'8 e il 9 maggio 1509 si abbatté sul territorio lendinarese un forte temporale che fece gravi danni. Nelle prime ore del mattino successivo Matteo Brandolese rimase estasiato dal bagliore proveniente dalla statua della Madonnina che era stata strappata dalla nicchia dove era riposta ed era stata portata dal vento sopra una siepe. La statua vi rimase per diversi giorni ed era meta di curiosi e fedeli per il suo splendore.

L'avvocato Lorenzo Malmignati, venuto a conoscenza di questi fatti, fece costruire a proprie spese un capitello (edicola, pilone, pilastro, cona, colonna) per la statuetta. Quando nel 1576 Ludovico Borezzo decise di restaurare il capitello, per impastare la calce venne attinta l'acqua da una fonte vicina, ma essa da chiara e limpida divenne color sangue. Lo straordinario fenomeno si ripeté al termine di una processione propiziatoria per le vie cittadine. A questi seguirono altri fatti miracolosi legati all'acqua della fonte che dimostrò avere poteri taumaturgici. Dopo un accurato processo, le autorità diocesane diedero il benestare alla costruzione di un santuario. Il 16 maggio 1579, a 70 anni dalla prima manifestazione divina, la statuetta venne trasportata dal capitello alla nuova chiesa nella quale venne deviata l'acqua della fonte. Nel 1595 la città di Lendinara fu consacrata ufficialmente alla Madonna del Pilastrello. Il tempio venne affidato ai monaci benedettini di Monte Oliveto che rimasero fino alla soppressione dell'ordine del 1771 e poi rientrarono nel 1905.

Sancta Maria, Virgo veneranda, ora pro nobis

Preghiamo perché impariamo ad affidarci alla Divina Provvidenza
Preghiamo perché in ogni vocazione possa essere presente e vissuto motto benedettino ora et labora
Preghiamo per i malati e gli anziani