Anche se questa immagine, Marcello, è con il lineamenti europei, ed è di carnagione bianca, il glorioso martire era un "centurione ordinario di stanza a Tangeri", e quindi almeno di incarnato più scuro.
Secondo la «passio» di san Marcello il 21 luglio del 298 si celebrava la festa «augusti imperatori» e in quella data il santo, centurione ordinario di stanza a Tangeri, gettò le sue armi alla presenza della truppa riunita e proclamò la sua rinuncia al servizio militare per servire nella milizia di Cristo. Il 28 luglio fu interrogato dal preside Fortunato, il quale considerando la gravità del delitto, decise di rimandarlo al suo superiore gerarchico, Aurelio Agricolano di Tangeri. Il 30 ottobre Marcello fu di nuovo interrogato, questa volta a Tangeri, e condannato a morte. La devozione che, in seguito, aveva fatto di Marcello il patrono principale della città spagnola di León, si sviluppò lontano dai suoi resti mortali che si conservavano a Tangeri, per cui, subito dopo la liberazione di questa città, ad opera del re del Portogallo, León richiese le spoglie del suo martire. Il 29 marzo 1493 i resti di Marcello fecero il loro ingresso in città e vennero collocati nella chiesa a lui dedicata.
Martirologio
Romano, 30 ottobre: A Tangeri in
Mauritania, nell’odierno Marocco, passione di san Marcello, centurione, che
nella festa dell’imperatore, mentre tutti sacrificavano agli dei, gettò la
cintura militare, le armi e la vita stessa davanti alle insegne, professando di
essere cristiano e di non poter più obbedire adeguatamente al giuramento
militare, ma solo a Gesù Cristo, subendo per questo il martirio per
decapitazione.