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| Chiesa del Rosario Sirolo (AN) | 
Il Beato Pietro (Marchionni) nacque a Treia (MC) attorno all'anno 1230. Francesco d'Assisi (1182-1226) aveva appena chiuso la sua stupefacente giornata terrena. Nel 1228 Gregorio IX lo aveva elevato agli onori dell'altare. Pietro non ebbe la fortuna, a quanto sembra, di  conoscere personalmente il più grande uomo di Dio di quel  tempo, ma sentì aleggiare   nel suo paese e nella sua giovinezza quel profumo, quel fascino irresistibile. E si lasciò  trascinare, portare. Entrò, anche lui, nella compagnia dei  cavalieri di Madonna Povertà che Francesco aveva ideato,  ossia nell'Ordine dei Frati Minori. Non sappiamo il luogo e  il tempo in cui fece l'anno di Noviziato, probabilmente proprio alla Porziuncola, ed emise poi la professione religiosa.  Ma è certo che Pietro era uno di quegli uomini che non  scherzava e che, se non era proprio tra quei compagni della  prima ora, era comunque uno che di quella prima esperienza conservava l'entusiasmo, lo spirito e l'ardore. 
Si diede il nostro santo, una volta divenuto Frate Minore,  nella sua città natale alla predicazione del Vangelo: e fu uno  di quegli araldi della Parola di Dio che non lascia indifferenti, che trasforma le situazioni e che cambia il cuore. 
 
Fu poi trasferito nel Convento antico di S. Francesco ad  Alto, in Ancona, fondato da S. Francesco nel 1219, in occasione del suo ritorno dalla visita ai luoghi santi della terra  del Signore. Nella Chiesa del Convento di Ancona il Beato  Pietro ebbe, secondo il racconto dei Fioretti, l'estasi del  Crocifisso: fu visto, infatti, "elevato da terra cinque o sei  braccia (ossia 2 metri e mezzo) insino appiè del Crocifisso  della chiesa, dinanzi al quale stava in orazione" (Fioretti,  cap. 42). Qui il Beato Pietro conobbe e visse insieme al  Beato Corrado da Offida (1241-1306), col quale si legò con  vincolo di speciale amicizia. I Fioretti di S. Francesco, che  parlano di questi due santi frati nei capitoli 42-44, affennano che "tra loro era tanto amore e tanta carità che un medesimo cuore e una medesima anima pareva in loro due; e si  legarono insieme a questo patto, che ogni consolazione, la  quale la misericordia di Dio facesse loro, se la dovessero  insieme rivelare l'uno all'altro in carità" (Fioretti, cap. 44).
    
Da qui il Beato Pietro, insieme al Beato Corrado da  Offida, fu mandato nel luogo di Sirolo (AN), dove il Beato  Corrado guarì una povera donna, pregando per lei tutta la  notte e liberandola, così, dal demonio e dove il Beato  Pietro ebbe la visione di S. Michele Arcangelo, il quale in  segno di gratitudine per la Quaresima che il santo praticava in preparazione della sua festa del 29 settembre, gli procurò la grazia dell'esperienza impareggiabile della certezza del perdono dei peccati. 
     
Dal luogo di Sirolo i due santi frati andarono in quello di  Forano nel Comune di Appignano (MC), anch'esso visitato  da S. Francesco nel 1215, essendo ospizio e chiesa dei monaci cistercensi della vicina abbazia di Fiastra: il luogo era circondato da una bella selva, per cui ci si poteva dedicare  abbondantemente alla preghiera nel silenzio e nella discrezione. Qui entrambi ebbero visioni celestiali, dedicandosi  con lo spirito tipico dei figli del Poverello alla meditazione  della Parola di Dio e dei misteri fondamentali della nostra  salvezza, ossia l'umiltà dell'incarnazione e l'amore e la sofferenza della Croce.      
Dopo varie esperienze legate alle vicende della Chiesa e  dell'Ordine del tempo, il Beato Pietro ritornò al Convento di  Sirolo, dove il 19 febbraio 1304 si addormentò piamente nel  Signore, carico di opere buone e di santità. "Stella lucente e  uomo celestiale ", come lo chiamano i Fioretti, il Beato Pietro  era ritenuto santo, già nella sua vita terrena. Avendo nel  tempo operato vari miracoli, fu sempre circondato di venerazione, onorato e amato per quell'alone di santità che da lui  promanava. Finché l'11 settembre 1793 il Papa Pio VI con-  fermò il culto e il titolo di Beato e concesse l'Ufficio e la  Messa propri in suo onore. 
Essendo semidistrutto il Convento di S. Francesco di  Sirolo, alla fine dell'800 il corpo del Beato Pietro fu trasportato nella Chiesa della Beata Vergine del Rosario, sem pre in Sirolo, dove attualmente si trova. 
     
FONTE: treiaonline.it
La celebrazione del VII Centenario della morte del Beato  Pietro da Treia, compatrono della città di  Sirolo e uno dei figli  più illusti della terra  marchigiana e della  memoria francescana  della Regione possa,  non solo rinvigorirne la  devozione e l'affetto,  ma anche restituirne lo  spirito nei frati e nei  devoti, rinnovarne nel  territorio l'esempio e  ritrovare nei luoghi a  lui legati la sua anima e  la sua presenza.
FONTE: treiaonline.it
 
