Una storia al colmo della realtà.
Una famiglia calabrese emigra al nord, negli anni '60-'70, qui crea una famiglia con figli e figlie, i quali si sposano ed a loro volta hanno figli e figlie. Qui tutto normale. Ben integrata nel territorio - che non è sempre così! - vive la vita della comunità parrocchiale e i nipoti, figli dei figli, frequentano la sportiva parrocchiale, il catechismo e l'oratorio.. anche quello estivo.
Ogni anno i nonni scendo al paese nativo e portano con se un nipote.
Qui scoprono che il parroco a metà luglio inizia l'oratorio estivo.
Che bello come a Milano!
Ed allora vanno dal parroco del paese nativo per chiedere se anche il nipote può partecipare alle attività.
Risposta?
No.
Perchè?
Siete stranieri. Sì! gli ha detto s-t-r-a-n-i-e-r-i, forse giustifico voleva dire estranei.
Boh!
Ma sapete il colmo di questa storia, il parroco non è calabrese, e tanto meno di pelle bianca... è di colore! :) :) :)
Non è una invenzione questa storia, se pur assurda, mi è stata raccontata dalla mamma del bambino "straniero" che mi diceva che sua volta sua madre, la nonna del bambino "straniero", era indignata e quando ne parla si infuria!
Che bella storia: terrona a Nord e al sud... straniera! :) ;)
Una volta al sud ti chiamavano polentone o esagerando "minchianese" .... ma straniero è nuova!
Mi fa tristezza per il sacerdote, mi fa ridere per l'assurdità!
buona serata!
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