Ho sempre avuto un sospetto
circa le reliquie del martire Fortunato venerate a Bari.
Qui viene definito lettore e
martire, patrono dei lettori della Diocesi.
Le reliquie arrivarono a Bari
negli anni del ministero episcopale di Mons. Clary Basile (1823 – 1858), perché?
Non si sa. Si può supporre un dono: è molto plausibile.
Ma dove vengono le reliquie e chi
è il martire?
L’autentica che le accompagna è
chiara: catacombe di Priscilla in via Salaria, quindi da Roma.
Un corpo santo o martire delle
catacombe, ecco chi è il martire.
Ma come sempre qualcuno deve
unire la memoria di santo martire con un sacro deposito ed ecco l’arcano.
Il bello è che il profilo
biografico sul santo (Profilo del Santo
Martire Fortunato – Don Ernesto Tentori – Grafischena Fasano 1983) afferma:
Quando e come il corpo col sangue di
Fortunato sia giunto a Roma, la storia non fa menzione.
Per forza! Non giunsero mai le
sacre reliquie a Roma, ma qui abitava un cristiano, detto Fortunato, che fu
martirizzato e poi sepolto sulla via Salaria.
Nulla a che vedere con l’omonimo
di Venosa.
Purtroppo però il sacro deposito
giunto a Bari e poi traslato il 4 maggio 1981 nella Parrocchia della Madonna
Addolorata è stato fatto diventare il martire di Venosa.
Il solito errore sui corpi santi!
Lo stesso santino stampato da un
collezionista cade in questa sovrapposizione di identità.
Una curiosità il profilo biografico suddetto ha anche l’imprimatur della curia barese! Sic!!
Infine, purtroppo, lo stesso sito santiebeati
unisce le due identità in un’unica scheda, alimentando l’errore.
Quindi ... quando c'è di mezzo un vaso di sangue come testimonianza è sempre un corpo santo o martire delle catacombe, MAI un martire del Martirologio.
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