La fede cristiana è risposta ed adesione a Dio che si è rivelato. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: “l’economia cristiana, in quanto è Alleanza nuova e definitiva, non passerà mai e non c’è da aspettarsi alcuna nuova rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo”. La Rivelazione è compiuta. Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate “private”. Esse non appartengono al deposito della fede. Il loro ruolo non è quello di “migliorare” o di “completare” la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla in una determinata epoca storica. Considerato questo, nulla vieta di leggere opere di rivelazioni “private” come quelle di Maria V altorta, di Anna Caterina Emmerich, di Brigida di Svezia (e di molti altri autori), se però a fondamento della vita cristiana abbia posto la roccia delle Parola di Dio, proposta ed annunciata dalla e nella Chiesa. Solo questa è àncora di salvezza. A tal proposito, ad esempio, sugli scritti di Maria V altorta il 6 maggio 1992 il nostro arcivescovo emerito, Cardinal Dionigi Tettamanzi - allora segretario generale della CEI - scrisse una lettera all’editore, che già dal 1952, senza Imprimatur,
aveva edito gli scritti, dichiarando: “Proprio per il vero bene dei lettori e nello spirito di un autentico servizio alla fede della Chiesa, sono a chiederle che, in un’eventuale ristampa dei volumi (della
FONTE: P. Aurelio Blasotti in Portavoce gennaio-febbraio 2013 (Maria V altorta e le sue Rivelazioni)
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