6 dicembre, solennità di S. Ambrogio patrono della Diocesi e città di Milano.
Io sono stato chiamato all'episcopato dal frastuono delle liti del foro e dal temuto potere della pubblica amministrazione. Perciò temo di essere giudicato un ingrato, se amo di meno, mentre mi è stato rimesso di più... Conserva, Signore, la tua grazia, custodisci il dono che mi hai fatto nonostante le mie ripulse. Io sapevo che non ero degno d'essere chiamato vescovo, perché mi ero dato a questo mondo. Ma per tua grazia sono ciò che sono, e sono senz'altro l'infimo (cfr. 1Cor 15,9) fra tutti i vescovi e il meno meritevole; tuttavia, siccome anch'io ho affrontato qualche fatica per la tua santa Chiesa, proteggine il risultato. Non permettere che si perda, ora che è vescovo, colui che, quand'era perduto, hai chiamato all'episcopato, e concedimi anzitutto di essere capace di condividere con intima partecipazione il dolore dei peccatori. Questa, infatti, è la virtù più alta... Anzi, ogni volta che si tratta di uno che è caduto, concedimi di provarne compassione e di non rimbrottarlo altezzosamente, ma di gemere e piangere, così che, mentre piango su un altro, io pianga su me stesso (Ambrogio, La penitenza, II, 8, 67 e 73: SAEMO 17, pp.265,267,269).
Io sono stato chiamato all'episcopato dal frastuono delle liti del foro e dal temuto potere della pubblica amministrazione. Perciò temo di essere giudicato un ingrato, se amo di meno, mentre mi è stato rimesso di più... Conserva, Signore, la tua grazia, custodisci il dono che mi hai fatto nonostante le mie ripulse. Io sapevo che non ero degno d'essere chiamato vescovo, perché mi ero dato a questo mondo. Ma per tua grazia sono ciò che sono, e sono senz'altro l'infimo (cfr. 1Cor 15,9) fra tutti i vescovi e il meno meritevole; tuttavia, siccome anch'io ho affrontato qualche fatica per la tua santa Chiesa, proteggine il risultato. Non permettere che si perda, ora che è vescovo, colui che, quand'era perduto, hai chiamato all'episcopato, e concedimi anzitutto di essere capace di condividere con intima partecipazione il dolore dei peccatori. Questa, infatti, è la virtù più alta... Anzi, ogni volta che si tratta di uno che è caduto, concedimi di provarne compassione e di non rimbrottarlo altezzosamente, ma di gemere e piangere, così che, mentre piango su un altro, io pianga su me stesso (Ambrogio, La penitenza, II, 8, 67 e 73: SAEMO 17, pp.265,267,269).
Sant’Ambrogio (Vespri)
Il canto festoso si leva «Nostrum parentem maximum»
1. Il canto festoso si leva
al padre e pastore animoso,
che in tempi insicuri apparve
presidio di forte speranza.
2. Ed ecco, una voce di bimbo
nel popolo incerto e discorde:
«Ambrogio sia vescovo!» - grida,
e lieti acclamano tutti.
3. Così un maestro la Chiesa
conobbe gioiosa e invidiata;
così la protervia di Ario
per sempre fu vinta tra noi.
4. Insegna i canti di Dio
che unanime il popolo accoglie;
rigenera, padre amoroso,
al fonte di grazia Agostino.
5. È l’alba del sabato santo:
nutrito del corpo di Cristo,nel giorno che aveva predetto
si avvia alla Pasqua eterna.
6. Ambrogio, ancora il tuo gregge
minacciano lupi rapaci:
disperdi ogni insidia funesta
e guidaci a tempi di pace.
7. All’unico e trino Signore,
che premia fatiche e speranze
di gioia ineffabile in cielo,
nei secoli gloria e onore. Amen.
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