Quando si pensa al Alghero, subito viene in mente la canzone di Giuni Russo.
Il
ritornello recita Voglio andare ad
Alghero - In compagnia di uno straniero.
Eppure
la città dalle spiagge assolate, ha
il suo straniero custodito dentro un’urna nella cattedrale di S. Maria.
Seppur
nel cristianesimo più nessuno è straniero, e come dice l’Apostolo Paolo: Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o
incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti
(Col 3,11), e anche: Non c'è Giudeo né
Greco; non c'è schiavo né libero; non c'è maschio e femmina, perché tutti voi
siete uno in Cristo Gesù (Gal 3,28).
Ma
giocando sulle parole della cantante, lo straniero di Alghero, si chiama Donaziano.
Straniero
di dove?
Nel
libro degli Atti degli Apostoli (CEI 1974), leggiamo nell’elenco delle presenze
a Gerusalemme in occasione della Pentecoste: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com'è che li
sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? Siamo Parti, … stranieri di
Roma … ».
Il
martire venerato ad Alghero in S. Maria è Donaziano
di Roma.
Scrive
Raffaele Sari Bozzolo:
Chi entra nella cattedrale di Santa
Maria ad Alghero, ammira una chiesa monumentale, ricca di storia e di arte in ogni
suo più recondito particolare. Oltrepassato il presbiterio ed il pulpito,
andando verso il lato destro ci si imbatte in un’ampia cappella dedicata allo
Spirito Santo; qui, sotto la mensa di questo altare, vi è un particolare
loculo, dove – protette da un cristallo – vi si possono ammirare, in una luce
tenue e suggestiva, le fattezze delicate di un giovane vestito d’una elegante
tunica bianca e rossa, impreziosita da fini ricami in filo d’oro. Il pallido
volto del giovane quasi impietosisce chi si sofferma ad osservarne
l’espressione innocente e malinconica, chi ne scruta la tristezza degli occhi.
Se poi ci si china sul vetro ad osservarne tutto il corpo disteso, si scorge
che indossa sandali romani e che vicino a sé ha un’ampolla colma di sangue. I
tratti di quel viso tradiscono una mai del tutto trascorsa fanciullezza e
l’ampia ferita che gli apre un vistoso squarcio sul collo racconta com’è che
quella mai poté trascorrere. Ci si rialza scossi.
Il
misterioso martire è uno dai tanti martiri delle catacombe traslati dall’Urbe
all’Orbe, ed anche la Sardegna ebbe la sua porzione.
Da
quale catacomba proviene S. Donaziano?
Un’antica stampa devozionale incisa
su rame e custodita dalla Biblioteca della Confraternita della Misericordia,
sappiamo che quei resti provengono dalla catacomba Ciriaca in Roma.
Come
S. Donaziano arrivò ad Alghero, non tanto come uno straniero, ma come figlio di
quella Chiesa madre, Roma, che già in Sardegna aveva visto generare la fede
cristiana ad opera dei cristiani esiliati ad
metalla e che fu imporporata dal sangue di suoi numerosi martiri?
Ci
racconta Raffaele Sari Bozzolo:
Fu il cardinale Vicario di Sua
Santità Costantino Patrizi, nel 1845, a Donare la reliquia di S. Donaziano a
Carlino Garibaldi, un agiato e colto negoziante di ceppo ligure, figlio di
Giambattista, clavario della città, marito di Gerolama Piccinelli; questa era
la figlia di Stefano Piccinelli (1778-1843), facoltoso mercante, nativo di
Sestri Levante, e di Agnese Vitelli (1784-1871), figlia di Carmine Vitelli,
agiato commerciante originario di Torre del Greco. Morendo il Piccinelli aveva
lasciato alla vedova, alla figlia e al genero un lussuoso palazzo in Piazza
Civica che ospitava un oratorio privato dove - grazie ad un’autorizzazione
concessa proprio in quello stesso 1845 dal vescovo di Alghero Pier Raffaele
Arduino - veniva celebrata la messa nelle principali festività.
I coniugi Garibaldi-Piccinelli non
ebbero figli, così che il S. Donaziano passò a un loro nipote, l’avvocato
Stefano Bolasco Piccinelli; costui, a sua volta, defunto celibe, volle legarlo
alla madre Camilla. Alla morte di Donaziano Bolasco Piccinelli, figlio di
quest’ultima, fu la nobildonna Giovannina Bolasco, maritata Guillot, a
ereditarne i suoi beni, e tra questi la reliquia che continuò a custodire nella
cappella del palazzo attiguo all’archivolto di Porto Salve, fino al 1913,
quando decise di cederla al vescovo di Alghero Ernesto Maria Piovella. Con una
breve processione, l’urna venne trasportata in cattedrale e sistemata nella
cappella della Cattedrale dedicata allo Spirito Santo (già dell’altare
privilegiato), dove tuttora si trova.
Così
S. Donaziano, giunse ad Alghero.
Il
simulacro assomiglia ad altri come: S. Adiutore venerato a Wexford (Irlanda),
dono di Pio IX a Thomas Devereux (1); S. Augustale, venerato a Viterbo (2); S.
Candido venerato a Roma (3); S. Ischilacio venerato in Francia (4); S. Liberale
venerata a Crea (5); S. Lupercilla venerata a Crodo (6), e certamente altri.
Concludo
con la Colletta dal comune di Martiri del Messale Romano:
Dio onnipotente e misericordioso,
che hai dato a san Donaziano un’invitta costanza
fra i tormenti del martirio,
rendici sereni nelle prove della vita
e salvaci dalle insidie del maligno.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità
dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Amen. Così sia!
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