Lungo il cammino verso Gerusalemme,
Gesù attraversava la Samaria e la Galilea.
Dall’orazione
colletta siamo invita in questa domenica a rendere gloria a Dio per il dono
della fede. Sarebbe diversa la nostra vita senza questo dono? In che modo?
Continua
il cammino.
In un villaggio avviene la purificazione di 10 lebbrosi, ma solo uno
di loro, un straniero di Samaria, riconosce il dono e pieno di gratitudine
torna a lodare Dio.
Tanti
temi dentro questa piccola vicenda.
1.
Mi capita nelle visite alle famiglie di trovare svariati simboli: mani di
Fatma, grappoli d’uva fatti di monete, per non parlare poi di cornetti rossi,
alcuni pure appesi al collo o alle orecchie. Perché?
Nei
racconti tra la prima lettura e il Vangelo c’è un forte richiamano alla
Signoria di Dio e del suo Cristo. In terra di missione – racconta P. Fumagalli
- se il matrimonio dei coniugi non ha abbandonato tutte le credenze tribali,
non si concede il battesimo ai figli infanti. Capite il senso?
La
purificazione del lebbroso è certamente richiamo alla purificazione della
nostra fede da elementi fasulli o pericolosi. Quali?
Solo
una fede radicata nel Vangelo generata una vita evangelica.
2.
La seconda lettura ci parla ancora – come domenica scorsa - di sofferenza per
il Vangelo. Cosa vuol dire soffrire per il Vangelo? Già il fatto che mi gioco
fino in fondo e con fatica, per incarnarlo, è già un modo per soffrire per il
Vangelo.
3.
Eravamo stati educati al tempo dell’amato Cardinal Martini, poi andato nel
dimenticatoio, alla confessio laudis: dall'ultima
confessione, quali sono le cose per cui sento di dover maggiormente ringraziare
Dio che mi è stato vicino? Iniziare con il ringraziamento e la lode mette la
nostra vita nel giusto quadro ed è molto importante far emergere i doni che il
Signore ci ha fatto.
Il
lebbroso purificato-guarito ci ricorda che saper lodare Dio per le cose belle,
è uno sguardo sulla vita necessario. Amen.
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