Il cammino. Nel cammino, per tanti motivi, ci si può anche
perdere. Come la pecorella, come la moneta, come Paolo.
Ci si può perdere come la pecora del gregge che segue
il pastore, ma si attarda a brucare o a bere ad una pozza o scivola in un
dirupo perché distratta. Ma ci si può perdere come la moneta, in casa, non c’è
bisogna di uscirne. Ci si può perdere come Paolo, che segue le sue strade e le
sue conquiste, caparbio e ostinato. (rileggete la seconda lettura è
meravigliosa!)
Ciò che conta è che ci sia qualcuno che ti cerca! Ti
usa misericordia, dice Paolo. Ciò che conta è avere il coraggio, la grazia,
l’occasione di fermarsi e guardare il percorso fatto, se è quello indicato,
tracciato, se è la Via.
La vita è un cammino sempre meraviglio anche nei suoi aspetti più terribili - dice
Benedetta Bianchi Porro – e continua - e la mia anima è piena di gratitudine e di
amore verso Dio per questo.
Nel cammino quando ci si perde, quando anche diventa
terribile, ciò che conta è ritrovarsi ed essere ritrovati. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli
corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.
Dal quel momento ciò che conta è riprendere il
cammino. Non avere come - dice Giuseppe Puglisi – la sindrome del
torcicollo: Molti oggi soffrono della “sindrome del torcicollo” perché continuano a
voltarsi indietro, hanno paura del passato e non riescono a lasciarlo. Altri
pensano, riflettono tanto, tanto, tanto da non muoversi mai. Alla fine restano
con un piede in aria per la paura di fare un passo in avanti.
Nel cammino, ciò che conta è la meta e la guida, non
gli errori, quelli vengono sempre perdonati! C’è qualcosa di imperdonabile?
Forse si… la paura di fare un passo in avanti, dice 3P. Amen.
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