Per rinnovare noi stessi, tante
volte dobbiamo andare indietro e incontrare il Signore, riprendere la memoria
della prima chiamata.
L’autore della Lettera agli
Ebrei dice ai cristiani: “Ricordate i primi giorni”. Ricordare la bellezza di
quell’incontro con Gesù che ci ha chiamato, e da quell’incontro con lo sguardo
di Gesù prendere la forza per andare avanti. Mai perdere la memoria della prima
chiamata! La memoria della prima chiamata è un “sacramentale”. In effetti, le
difficoltà del lavoro apostolico potrei dire che ci “guastano” la vita, e si
può perdere l’entusiasmo. Si può perdere anche la voglia di pregare, di
incontrare il Signore. Se ti trovi così, fermati! Torna indietro e incontrati
con il Signore della prima chiamata. Questa memoria ti salverà.
Molte volte spendiamo le nostre
energie e risorse, le nostre riunioni, discussioni e programmazioni per
conservare approcci, ritmi, prospettive che non solo non entusiasmano nessuno,
ma che sono incapaci di portare un po’ di quell’aroma evangelico in grado di
confortare e di aprire vie di speranza, e ci privano dell’incontro personale
con gli altri. Come sono giuste le parole di Madre Teresa: «Ciò che non mi
serve, mi pesa»! Lasciamo tutti i pesi che ci separano dalla missione e
impediscono al profumo della misericordia di raggiungere il volto dei nostri
fratelli. Una libbra di nardo è stata capace di impregnare tutto e di lasciare
un’impronta inconfondibile. Non priviamoci del meglio della nostra missione,
non spegniamo i battiti dello spirito.
Papa Francesco, 7 maggio 2019
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