Babbo Natale non esiste!
Forse raccontare le bugie ai nostri figli non fa bene, lo dicono alcuni esperti di psicologia, il Natale è di Gesù, se poi fosse o meno nato il 25 dicembre, non ci porta, alcuni dicono no, altri dicono si, altri dicono che è il giorno di una festa pagana del Sole invicto e che poi fu cristianizzata. Se è così ci può stare, senza lo scandalo di nessuno, è la storia!
"Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia".
Questo è il segno per i
pastori (...) per noi ancora, qui, lo stesso segno perché Gesù, nella sua
umanità, ci dice qui qualcosa di definitivo. Gli anni sono passati. La vita
pubblica è iniziata, e alla fine quell'essere avvolto nel lenzuolo, e
quell'altro giacere nel freddo del sepolcro, a vedere bene, il Segno resta lo
stesso.
La meraviglia di Dio
per noi, la meraviglia dell'uomo per Dio è questo piccolo bambino avvolto in
fasce, giacente, legato, affidato, abbandonato!
Egli griderà: Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato!
(Sal. 22)
Questa parola dell'uomo
scritta in un salmo che fu veramente, per Lui, parola di Dio. Il vangelo non ha
timore di metterla nella sua bocca. Si trova là un mistero che bisogna cercare
altrove. Maria, sua madre, non l'ha abbandonato. E neanche Dio poteva
abbandonare il suo Santo, il suo Giusto... Luca mette allora sulla bocca di
Gesù in croce un altro versetto di un salmo che offre la chiave di lettura del "Gesù abbandonato": "nelle tue mani consegno il mio
spirito"!
Abbandonato ha anche un
significato attivo, di colui che si lascia fare, condurre, portare, guidare;
colui che abbandona la volontà propria per quella di un altro. Questo tipo di
abbandono è "la morte della propria
volontà", diceva Francesco di Sales.
Per me "Gesù
abbandonato" è là ed è il segno che ci è donato nella nostra notte, in tutte
le nostre notti - non c'è abbandono senza notte, senza quest'atto di fiducia
che implica l'ignoto. È questo che distingue l'abbandono dall'obbedienza, dalla
sottomissione a una volontà espressa, manifestata, conosciuta.
L'abbandono non è
nemmeno rassegnazione, accettazione, indifferenza dal momento che in tutte
queste cose vi è qualcosa di passivo, di subìto, una nota negativa.
Ed ecco precisamente
che su questa culla di neonato, tutto abbandonato, è proclamata la Buona
Novella della Pace per gli uomini che Dio ama, gli uomini ai quali va la sua
benevolenza, ai quali vuole bene! Pace agli uomini che si abbandonano all'amore
di Dio allo stesso modo di Questi, "il
Figlio in cui si è compiaciuto".
Questo significa: che
l'umanità può dare ormai un volto a Dio, quello di questo piccolo bambino, così
dipendente in tutto, e liberamente offerto affinché si possa dimorare in lui;
significa che Dio ha anche assunto un altro volto per l'uomo: non più
l'Onnipotente che si impone dall'alto, da lontano, ma questo Dio che si
abbandona, fragile, dipendente, consegnato al ben volere di una madre, di una
famiglia, e anche ai capricci di un popolo. In Dio, il Figlio non è che
quest’uomo nelle mani del Padre. Ed è in tale modo che viene ad abitare in
mezzo a noi … Affinché noi possiamo entrare in sintonia di cuore con Dio
attraverso la piccola via di Natale, quella dell'abbandono amoroso al
quotidiano dell'Eterno, una piccola via per noi, qui, ora.
(P.
Christian de Chergé, trappista martire)
A
tutti, Buon Natale del Signore Gesù.
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