NOVENA PER SAN ROCCO: 7 - 15 agosto
San
Rocco è nato certamente a Montpellier, in Francia, tra il 1345 e il 1350. Le
fonti su di lui sono poco precise. In pellegrinaggio diretto a Roma dopo aver
donato tutti sui beni ai poveri, si sarebbe fermato a ad Acquapendente,
dedicandosi all'assistenza degli ammalati di peste e facendo guarigioni
miracolose che diffusero la sua fama. Peregrinando per l'Italia del nord e del centro
si dedicò ad opere di carità e di assistenza promuovendo continue conversione.
Sarebbe morto in prigione, dopo essere stato arrestato presso Angera (16 agosto
1376/1379) da alcuni soldati perché sospettato di spionaggio. Invocato nelle
campagne contro le malattie del bestiame e le catastrofi naturali, il suo culto
si diffuse straordinariamente nell'Italia, legato in particolare al suo ruolo
di protettore contro la peste. Centri importanti del suo culto sono a Voghera,
luogo della sua prima sepoltura, e Venezia, luogo della sua odierna sepoltura.
La provincia di Piacenza lo venera con significativo culto, in quanto il santo
pellegrino passò in questi luoghi e vi sostò, dopo che il Signore lo provò con
la malattia della peste. Sarmato è un luogo di particolare culto nel territorio
piacentino, mentre a Voghera (PV) è conservato il Santo Braccio. La penisola
italica è costellata di molti luoghi dedicati al suo culto: uno singolare è a
Dovera, in Lombardia, dove il santo apparve per guarire un abitante del luogo.
Fu Gregorio XIII che inserì il nome di Rocco nel Martirologio Romano (“In Lombardia, san Rocco, che, originario di
Montpellier in Francia, acquistò fama di santità con il suo pio peregrinare per
l’Italia curando gli appestati”), ma fu sotto il pontificato di Urbano VIII
che la Congregazione dei Riti accordò un Ufficio e una Messa propri per le
chiese costruite in onore del santo. Infine, nel 1694, Innocenzo XII prescrisse
ai Francescani di celebrare la festa con rito doppio maggiore, forte della
citazione fatta nel 1547 da Paolo IV nella Bolla
Cum a nobis di San Roco quale membro del Terz'Ordine di San Francesco. Il
Santo di Montpellier è venerato nella diocesi di Catanzaro – Squillace con
memoria obbligatoria, e in particolar modo a San Sostene, Girifalco, Soverato e
Serra San Bruno, alcuni dei comuni dove la festa del Santo è molto
significativa. A S. Sostene il simulacro ligneo venerato è un’opera di scuola
napoletana di Nicolò del Vecchio (1817). L’opera oltre a aver i simboli tipici
del santo pellegrino (cane, pane, sanrocchino, conchiglia, piaga, e bastone)
presenta una particolarità: il libro. Un elemento iconografico che ricorda la
capacità del Santo di mettersi alla scuola di Cristo, il Gesù dei Vangeli. È
simbolo della sequela cristiana, che attinge la sua Verità nella Sacra
Scrittura.
Nessun commento:
Posta un commento