Si
legge nella famosa opera di Jacopo da
Varagine (Varazze):
In quello stesso giorno
Sant'Ambrogio, vescovo di Milano, mentre celebrava la Messa si addormentò fra
la Profezia e l'Epistola. Poiché nessuno osava svegliarlo, il Santo rimase
addormentato per due o tre ore. Infine i diaconi lo scossero dicendo: "Il
tempo passa e il popolo è stanco di aspettare; signor nostro comanda che il
chierico legga l'Epistola". E Ambrogio: "il fratello mio Martino è
morto e io ho assistito ai suoi funerali, voi mi avete impedito di recitare le
ultime preghiere!".
Lo
stesso S. Ambrogio di lui disse:
"San Martino distrusse i templi
dell'errore, innalzò i vessilli della pietà; resuscitò i morti; scacciò i
demoni dai corpi degli ossessi; risanò molti infermi e tanto grande fu la sua
perfezione da essere ritenuto degno di vestire Cristo nella persona di un
povero...".
Da
questi scritti si può capire la
grandezza di questo Santo, il primo
ad essere venerato come “santo” dopo l’epoca dei Martiri.
La
liturgia - dalle letture traspare – è delineato il volto di San Martino: un uomo abitato dalla carità.
Egli
scelto da Dio, è in mezzo agli uomini
come opera della grazia del Signore.
Un
uomo dalla sguardo pieno di Vangelo perché
vede Gesù in ogni uomo.
Celebrare
il suo ricordo significa chiedere al Signore la grazia di essere sempre rivestiti di carità, come il mantello di
Martino rivesti il povero, così la grazia di Dio rivesta in noi le nostre povertà
umane perché tutto in noi sia carità.
Infine.
L’esperienza mistica di S. Ambrogio, partecipe alle esequie del suo amico, ci
riporta al fatto che anche noi oggi qui stiamo ricordando i nostri cari defunti.
Il
ricordo che possiamo vivere per dei nostri defunti è pregare per loro.
Noi
cristiani abbiamo uno stile nuovo
nel rapportarci con la morte e con i defunti.
Non
le loro ceneri in casa, non eccesso di fiori alle loro esequie, non schiamazzi e
applausi ai loro funerali: ma preghiera!
Essi
si sono addormentati ed attendono la
resurrezione della carne. Sappiamo che la morte non è la fine per una vita
che ha cercato di vivere rivestita di carità.
La
nostra preghiera, il celebrare l’Eucaristia è la carità che possiamo fare ai
nostri cari defunti in attesa della venuta del Figlio dell’uomo che verrà
nella sua gloria. Amen.
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