mercoledì 11 novembre 2015

SAN MARTINO DI TOURS






Si legge nella famosa opera di Jacopo da Varagine (Varazze):

In quello stesso giorno Sant'Ambrogio, vescovo di Milano, mentre celebrava la Messa si addormentò fra la Profezia e l'Epistola. Poiché nessuno osava svegliarlo, il Santo rimase addormentato per due o tre ore. Infine i diaconi lo scossero dicendo: "Il tempo passa e il popolo è stanco di aspettare; signor nostro comanda che il chierico legga l'Epistola". E Ambrogio: "il fratello mio Martino è morto e io ho assistito ai suoi funerali, voi mi avete impedito di recitare le ultime preghiere!".

Lo stesso S. Ambrogio di lui disse: "San Martino distrusse i templi dell'errore, innalzò i vessilli della pietà; resuscitò i morti; scacciò i demoni dai corpi degli ossessi; risanò molti infermi e tanto grande fu la sua perfezione da essere ritenuto degno di vestire Cristo nella persona di un povero...".

Da questi scritti si può capire la grandezza di questo Santo, il primo ad essere venerato come “santo” dopo l’epoca dei Martiri.

La liturgia - dalle letture traspare – è delineato il volto di San Martino: un uomo abitato dalla carità.

Egli scelto da Dio, è in mezzo agli uomini come opera della grazia del Signore.

Un uomo dalla sguardo pieno di Vangelo perché vede Gesù in ogni uomo.

Celebrare il suo ricordo significa chiedere al Signore la grazia di essere sempre rivestiti di carità, come il mantello di Martino rivesti il povero, così la grazia di Dio rivesta in noi le nostre povertà umane perché tutto in noi sia carità.

Infine. L’esperienza mistica di S. Ambrogio, partecipe alle esequie del suo amico, ci riporta al fatto che anche noi oggi qui stiamo ricordando i nostri cari defunti.

Il ricordo che possiamo vivere per dei nostri defunti è pregare per loro.

Noi cristiani abbiamo uno stile nuovo nel rapportarci con la morte e con i defunti.

Non le loro ceneri in casa, non eccesso di fiori alle loro esequie, non schiamazzi e applausi ai loro funerali: ma preghiera!

Essi si sono addormentati ed attendono la resurrezione della carne. Sappiamo che la morte non è la fine per una vita che ha cercato di vivere rivestita di carità.

La nostra preghiera, il celebrare l’Eucaristia è la carità che possiamo fare ai nostri cari defunti in attesa della venuta del Figlio dell’uomo che verrà nella sua gloria. Amen.

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