Isabella Chimienti, giovane della diocesi di Bari-Bitonto, trascorse la sua esistenza nel paese natio, Sannicandro di Bari. Ragazza pia e provata dalla vita, interrompere la scuola per sostenere papà Raffaele e mamma Anna nella gestione della casa e per accudire i fratelli minori. Ebbe da subito il desiderio di entrare nella vita religiosa, iscritta nell’associazione delle Figlie di Maria, magari tra le clarisse cappuccine, ma la ostacolava a questa svolta vocazionale. Mal compresa dai suoi paesani che spesso la schernivano per il suo vestire dimesso e per la sua spiccata sensibilità religiosa. Morì all'improvviso di un male misterioso il 14 marzo 1902, secondo il sogno che quello stesso giorno aveva fatto.
Il funerale fu un trionfo e fu sepolta al cimitero di Sannicandro. La causa di canonizzazione è stata aperta il 7 novembre 1942 - secondo un santino dell'epoca il 1 gennaio 1935 - ma ad oggi la causa risulta sospesa in attesa che il Signore dia dal Cielo segni che la sua serva abbia un ruolo profetico in questo XXI secolo tanto da riavviare la causa di canonizzazione.
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