Dal Discorso del Papa ai giovani di Torino (21 giugno 2015):
Così Chiara, risponderò a
quella tua domanda: “Spesso ci sentiamo delusi proprio nell’amore. In che cosa
consiste la grandezza dell’amore di Gesù? Come possiamo sperimentare il suo
amore?”. E adesso, io so che voi siete buoni e mi permetterete di parlare con
sincerità. Io non vorrei fare il moralista ma vorrei dire una parola che non
piace, una parola impopolare. Anche il Papa alcune volte deve rischiare sulle
cose per dire la verità. L’amore è nelle opere, nel comunicare, ma l’amore è
molto rispettoso delle persone, non usa le persone e cioè l’amore è casto.
E a voi giovani in questo mondo, in questo mondo edonista, in questo mondo dove
soltanto ha pubblicità il piacere, passarsela bene, fare la bella vita, io vi
dico: siate casti, siate casti.
Tutti noi nella vita siamo
passati per momenti in cui questa virtù è molto difficile, ma è proprio la via
di un amore genuino, di un amore che sa dare la vita, che non cerca di usare
l’altro per il proprio piacere. E’ un amore che considera sacra la vita
dell’altra persona: io ti rispetto, io non voglio usarti, io non voglio usarti.
Non è facile. Tutti sappiamo le difficoltà per superare questa concezione
“facilista” ed edonista dell’amore. Perdonatemi se dico una cosa che voi non vi
aspettavate, ma vi chiedo: fate lo sforzo di vivere l’amore castamente.
E da questo ricaviamo una
conseguenza: se l’amore è rispettoso, se l’amore è nelle opere, se l’amore è
nel comunicare, l’amore si sacrifica per gli altri. Guardate l’amore dei
genitori, di tante mamme, di tanti papà che al mattino arrivano al lavoro
stanchi perché non hanno dormito bene per curare il proprio figlio ammalato,
questo è amore! Questo è rispetto. Questo non è passarsela bene. Questo è -
andiamo su un’altra parola chiave – questo è “servizio”. L’amore è
servizio. E’ servire gli altri. Quando Gesù dopo la lavanda dei piedi ha
spiegato il gesto agli Apostoli, ha insegnato che noi siamo fatti per servirci
l’uno all’altro, e se io dico che amo e non servo l’altro, non aiuto l’altro,
non lo faccio andare avanti, non mi sacrifico per l’altro, questo non è amore.
Avete portato la Croce [la Croce delle G.M.G.]: lì è il segno dell’amore.
Quella storia di amore di Dio coinvolto con le opere e con il dialogo, con il
rispetto, col perdono, con la pazienza durante tanti secoli di storia col suo
popolo, finisce lì: suo Figlio sulla croce, il servizio più grande, che è dare
la vita, sacrificarsi, aiutare gli altri. Non è facile parlare d’amore, non è
facile vivere l’amore. Ma con queste cose che ho risposto, Chiara, credo che ti
ho aiutato in qualcosa, nelle domande che tu mi facevi. Non so, spero che ti
siano di utilità.
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