memoria Santi Martiri Sisinio, Martirio e Alessandro e del vescovo Vigilio
Così canta l’inno di
Mameli, l’inno nazionale italiano.
Un inno che come
abbiamo ascoltato dalla prima lettura fa “l’elogio di uomini illustri, dei
padri nostri nelle loro generazioni”.
Perché citare oggi l’inno?
Forse per il 31 ci sono le regionali? No.
L’inno riporta la
parola Legnano, città italiana, dove i comuni dell’Italia settentrionale, sotto
la bandire del papa Alessandro III e con il vessillo della croce, sconfissero l’egemonia
del imperiale che aveva saccheggiato e distrutto le città.
La battaglia di
Legnano, quella decisiva, avvenne il 29 maggio 1176.
Le genti lombarde attribuiscono
la vittoria di Legnano ai Santi Martiri che oggi celebriamo.
Si
narra infatti che nel giorno dello scontro tra le milizie milanesi e quelle del
Barbarossa, tre colombe uscirono dalla chiesa di San Simpliciano, dove sono
custodite le loro reliquie, e andarono a posarsi sulla croce del Carroccio
rimanendovi fino al termine della battaglia.
Storia
o leggenda, certo quel 29 maggio cambiò la storia.
Chi
sono i Santi Martiri che ricordiamo oggi?
Come
dice la prima lettura:
furono uomini di fede, e le loro
opere giuste non sono dimenticate
I
Martiri Sisinio, Martirio e Alessandro erano nati in Cappadocia e, ancora
giovinetti nel IV secolo vennero mandati a Milano per essere istruiti nella
fede dal vescovo sant'Ambrogio. Attratti dall'ideale missionario furono inviati
al vescovo di Trento, san Vigilio che li destinò nel 387 ad evangelizzare
l'antica regione dell'Anaunia, l'odierna Valle di Non. Dopo dieci anni a
servizio della gente della valle, il 29 maggio del 397, furono trucidati durante
una festa pagana agreste nella località di Mecla, oggi Sanzeno. Nella località
è stata eretta una basilica a loro dedicata. Il vescovo Vigilio racconto
l’evento inviando, al vescovo di Milano Simpliciano e al vescovo di
Costantinopoli, Giovanni Crisostomo, una lettera e alcune reliquie dei tre
martiri. A Milano le reliquie sono custodite nella chiesa di San Simpliciano.
Dice
ancora Siracide: Nella loro discendenza dimora una preziosa eredità.
Noi
siamo l’eredità dei Santi Martiri … come dice Siracide, noi siamo i loro posteri.
Conclude
la prima lettura:
La loro discendenza resta fedele
alle alleanze e grazie a loro anche i loro figli. Per sempre rimarrà la loro discendenza e la
loro gloria non sarà offuscata.
Santi
Martiri, intercedete per noi, affinché l’Italia rimanga fedele nella fedeltà
del Signore Gesù, per il cui nome avete dato la vita.
Santi
Martiri, la nostra vita sia testimonianza al Vangelo così che il Vangelo di Cristo
risuoni in eterno. Amen.
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