Con oggi inizia quel tempo liturgico detto delle ferie prenatalizie che vanno dal 17 al 23 dicembre, caratterizzate da invocazioni – antifone – in cui la Chiesa proclama gli aspetti messianici di Gesù.
La prima così risuona:
“O Sapienza dell’Altissimo, che tutto disponi con forza e dolcezza: vieni ad insegnarci la via della saggezza”. (Al Vangelo)
“O Sapienza, che esci dalla bocca dell'Altissimo, ti estendi ai confini del mondo, e tutto disponi con soavità e con forza: vieni, insegnaci la via della saggezza”. (Al Magnificat)
Oggi, siamo così chiamati ad accogliere il Messia come Sapienza dell’Altissimo.
Il termine sapienza non vuol dire propriamente sapere, e tanto meno solo scienza o intelligenza; rifacendosi al verbo latino sapere, allude al gusto delle cose, sapio = io gusto, ossia “sapienza” è sinonimo di sapore, il sapore di Dio.
È dunque fondamentale che noi credenti, se con Dio vogliamo avere un rapporto autentico, dobbiamo saper gustare Dio, noi che gli siamo vicini; e quanto più gli siamo vicini, tanto più questa esperienza diventa comunicativa; infatti è capace di parlare convincentemente di Dio non tanto il teologo quanto colui che conosce il gusto di Dio, il sapore di Dio.
È questa la sfida della nuova evangelizzazione.
Comunicare Dio, diventa allora una sfida del gusto: solo avendone carpito il gusto, l’annuncio è tanto più comunicativo tanto più lo si è fatto proprio.
Qual è il sapore di Dio?
Due pensieri.
Avere il sapore di Dio vuol dire avere i suoi gusti e custodire il suo gusto.
Non è mai capitato di sentire un profumo e risvegliare nella memoria un insieme di fatti o di persone?
Avere il sapore di Dio vuol dire avere il suo olfatto, il suo udito, il suo gusto, il suo tatto e la sua vista.
Ma anche gustarlo così come Egli è! Ci ricorda un salmo: Gustate e vedete quant’è buono il Signore! (Sal 33,9).
Quando diciamo che “Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini”, vuol dire che Gesù impara crescendo, il sapore di Dio, solo questo gli permetteva di entrare in sintonia con il Padre, al punto di vivere nella sua volontà.
Signore Gesù,
il ricordo della tua venuta in mezzo a noi,
ci ridoni il sapore di Dio,
perché la nostra pratica cristiana non sia uno sterile fare,
ma sia un “sapere” per poi annunciare
“quant’è buono il Signore”.
Amen.
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