"Epifania guadalupana" opera di Jesus Perez Busta |
Con la solennità dell’Epifania la Chiesa ci introduce liturgicamente al senso profondo delle festività natalizie.
Noi diciamo l’antico proverbio: “l’Epifania tutte le feste porta via”, vero, ma l’Epifania è anche la festa che mostra il tutto del Natale, cioè la sua profondità.
Se rileggiamo con calma il V angelo appena ascoltato ci rendiamo conto che il Bambino adagiato nella mangiatoia:
non è un semplice e povero bambino, ma “re dei Giudei … un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”
è indicato dal Cielo, non da un segno qualunque, ma da un segno tra i segni del divino: “Abbiamo visto spuntare la sua stella”
è il desiderio di un gesto di culto, quindi una divinità, Dio: “siamo venuti ad adorarlo”
è sorgente di “una gioia grandissima”
è degno di doni preziosi e simbolici: “gli offrirono in dono oro, incenso e mirra”
Detto questo, possiamo capire l’affermazione di San Pietro Crisologo in una sua omelia:
“I Magi sono pieni di stupore davanti a ciò che vedono; il cielo sulla terra e la terra nel cielo; l’uomo in Dio e Dio nell’uomo; vedono racchiuso in un piccolissimo corpo chi non può essere contenuto da tutto il mondo”.
Faccio nostro lo stupore dei Magi, lo stupore dei Maria e Giuseppe, quello dei pastori. Queste feste natalizie sono state un susseguirsi di stupore davanti a quel bambino adagiato nella mangiatoia.
Dio possa stupirci sempre e di stupore in stupore introdurci in quella casa, dove i Santi Magi, entrati videro, si prostrarono e adorarono.
Non basta entrare in quella casa, ma quella “casa” deve entrare nella mia vita, afferma papa Benedetto XV I:
"Chi fa entrare Cristo [nella propria vita] non perde nulla, nulla - assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No, solo in questa amicizia si spalancano le porte della vita. Solo in questa amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana. Solo in questa amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera"
Sia il Santo Bambino la misura di ogni nostro desiderio.
Afferma ancora papa Benedetto XV I: “Più conosci Gesù e più il suo mistero ti attrae; più lo incontri e più sei spinto a cercarlo”.
Come i Santi Magi ogni cristiano sia tra gli uomini un cercatore di Dio: sappia mostrarlo con scienza ed intelligenza, sappia mostralo in carità e misericordia, sappia mostralo con gentilezza e amorevolezza.
Quando vi recherete in chiesa a San Bartolomeo, davanti all’altare dei Magi, cercatori di Dio: chiedete sempre questo dono al Signore per l’intercessione dei Santi Magi.
Concludo con un pensiero di papa Benedetto XV I:
“Possiamo immaginare lo stupore dei Magi davanti al Bambino in fasce! Solo la fede permise loro di riconoscere nei tratti di quel bambino il Re che cercavano, il Dio verso il quale la stella li aveva orientati. In Lui, colmando il fossato esistente tra il finito e l'infinito, tra il visibile e l'invisibile, l'Eterno è entrato nel tempo, il Mistero si è fatto conoscere consegnandosi a noi nelle membra fragili di un piccolo bambino”.
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