“Se la logica non fa difetto, dato che l’articolo commentato è a firma di Tricamo e che in esso si fa riferimento ad uno studio di D. Grenci, non resta da definire altro che la paternità del testo citato (e vilipeso) che appare sul sito “Santi e Beati”, tratto da un articolo da me pubblicato su un mensile locale nel 2006 e quindi “liberamente” copiato, alterato, reso anonimo e diffuso indecorosamente … Ai fraintendimenti derivanti dalla corruzione del testo suddetto si deve, presumo, l’animosità di chi grida allo scandalo, senza neanche sapere di cosa parla… Per sintetizzare: di Candida discepola di San Francesco, sepolta nella cripta del Santuario, non resta altro che la consolidata tradizione che ho raccolto e “codificato”. Le presunte reliquie non sono invece identificabili in alcun modo: occorrerebbe uno studio di un anatomopatologo per definire, ad esempio, il sesso, le caratteristiche etniche, l’epoca e le modalità della morte dell’individuo a cui appartennero le spoglie…” da oggimilazo.it
Gent.mo P
Le presunte reliquie non sono invece identificabili in alcun modo”: afferma lei!
Diciamo che la sua affermazione è scorretta.
L’urna della Martire Candida è ben identificata dall’autentica citata, di cui lei aveva affermato (ed ora si contraddice) abbiamo il documento; se poi vogliamo usare i criteri della critica moderna sul culto dei “corpi santi” o martiri delle catacombe allora è un’altra questione ed bisognerebbe fare, come lei afferma, “uno studio di un anatomopatologo per definire, ad esempio, il sesso, le caratteristiche etniche, l’epoca e le modalità della morte dell’individuo a cui appartennero le spoglie…” Ma ripeto è un altro percorso va oltre la questione Beata Candida e Martire Candida.
La stessa cosa ad esempio è stata fatta dal parroco di Acate per dimostrare che il loro corpo delle catacombe romane di nome Vincenzo era il martire Vincenzo di Saragozza: trasformando uno studio scientifico in una pagliacciata che doveva solo affermare la tesa già assodata. Contento lui… contenti tutti!
“Per sintetizzare: di Candida discepola di San Francesco, sepolta nella cripta del Santuario, non resta altro che la consolidata tradizione” della comunità cristiana di Milazzo, un po’ ingannata dall’urna della Martire Candida spacciata per decenni (? secoli? boh!) come la Beata Candida.
La Santa Martire Candida le cui reliquie sono venerate in Milazzo, si presume, da dopo il 1784 (data riportata sull’autentica!) sono quelle di una martire della catacomba di S. Ciriaca (stando all’autentica e qui al’autorità della Santa Sede), se poi si vuole (ma perché?) indagare sulle reliquie della Martire Candida si può compiere “uno studio di un anatomopatologo per definire, ad esempio, il sesso, le caratteristiche etniche, l’epoca e le modalità della morte dell’individuo a cui appartennero le spoglie”, ma questo, lo ripeto, va oltre il nostro problema, cioè la non identità di quelle reliquie con la Beata Candida.
E, mi ripeto infine, che la Beata Candida ebbe solo culto popolare a causa di quell’urna con il corpo della Martire Candida, se no rimaneva un ricordo come lo sono le altre beate milazzesi (Angelica, ecc..).
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