Il nome Lucillo deriva dal cognomen romano, di epoca imperiale, Lucillus, che costituisce un diminutivo del nome Lucius.
Nel Martirologio
Romano il nome Lucillo è assente, se pur alcuni voci sul web parlano di
Lucillo di Verona, ma il Martyrologium
parla di un certo Lucidius Episcopus
Veronensis.
Nella vita del levita romano Lorenzo si racconta che
il santo ridiede la vista ad un certo Lucillo, il cui nome era entrato
nell’elenco dei martiri romani per una errata trascrizione del nome Lucilla,
figlia di Nemesio e martiri a Roma sotto Valeriano (25 agosto):
Romae
praeterea natalis beati Nemesii Diaconi, et filiae Lucillae Virginis; qui, cum
de fide Christi flecti nequaquam possent, decollati sunt, jubente Valeriano Imperatore.
Ipsorum corpora, a beato Stephano Papa sepulta, deinde a beato Xysto Secundo
via Appia, pridie Kalendas Novembris, honestius tumulata, Gregorius Quintus in
Diaconiam sanctae Mariae Novae transtulit, una cum sanctis Symphronio, Olympio
Tribuno, hujusque uxore Exsuperia et Theodulo filio; qui omnes, Symphronii opera
conversi et ab eodem sancto Stephano baptizati, martyrio coronati fuerant.
Eadem Sanctorum corpora, Gregorio Decimo tertio Summo Pontifice, ibidem
inventa, sub altari ejusdem Ecclesiae honorificentius collocata sunt sexto Idus
Decembris.
Nella piccola, ma preziosa opera di Giovanni Sicari,
«Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» leggiamo:
Sinfronio, Olimpio, Esuperia, Teodolo, Nemesio e Lucilla, santi, martiri di Roma, papa Gregorio V, nel 996, fece
trasportare dalla via Latina i loro corpi in S. Maria Nova al Foro Romano. Nel
1580 i resti furono ritrovati, unitamente ad una tavoletta di piombo nella
quale era riportato un’anatema ascrivibile a Gregorio V, dal cardinale Antonio
Carafa che li ripose sotto l’altare maggiore. Nell’agosto del 1880, in
occasione del restauro del deposito di S. Francesca Romana, fu rinvenuta una
lapide del 1580 che ricordava la loro sepoltura. I primi cinque martiri erano
venerati sulla via Latina come attestano gli Itinerari del VII secolo, mentre
nulla si conosce di Lucilla. M.R.: 26 luglio - A Roma, sulla via Latina, i santi Martiri
Sinfronio, Olimpio, Teodolo ed Esuperia, i quali (come si legge negli Atti di
santo Stefano Papa), arsi col fuoco, conseguirono la palma del martirio. 25
agosto - A Roma inoltre il natale del beato Nemesio Diacono e di sua figlia
Lucilla Vergine, i quali, non potendo essere distolti dalla fede di Cristo, per
ordine dell'Imperatore Valeriano furono decapitati. I loro corpi, sepolti dal
beato Stefano Papa, e poi dal beato Sisto secondo, il 31 ottobre, più
decorosamente tumulati sulla via Appia, da Gregorio quinto furono trasportati
nella Diaconia di santa Maria Nova, insieme coi santi Sinfronio, Olimpio
Tribuno ed Euserpia sua moglie e Teodolo suo figlio, i quali tutti, convertiti
da Sinfronio e battezzati dallo stesso santo Stefano, erano stati coronati col
martirio. I medesimi corpi di questi Santi, ivi trovati al tempo del Sommo Pontefice
Gregorio decimoterzo, furono con maggior decoro collocati sotto l'altare della
medesima chiesa l'8 dicembre: l’Invenzione dei santi Martiri Nemesio Diacono,
sua figlia Lucilla Vergine, Sinfronio, Olimpio Tribuno, Esuperia sua moglie e
Teodolo suo figliolo, dei quali si fa memoria il 25 agosto.
Infine troviamo san Lucillo fanciullo martire
venerato nella chiesa del Collegio San Francesco a Lodi.
Del Martire ne perla il Martyrologium
Mediolanensis Ecclesiæ, Mediolani, apud Impressores Archiepiscopales, MDCLXXXXV,
al giorno 14 aprile (Decimo Octavo Calendas Maij): Item Mediolani Sanctorum
Lucilli & Maximi Martyrum, quorum Corpora ex Urbe delata, in Ecclesia
Sanctæ Catharinæ in Bryada hodie Fidelium venerationi exoponuntur.
Siamo nel 1695, anno dell’edizione del suddetto
Martirologio.
Qual è la chiesa di Sanctæ Catharinæ in Bryada? È la casa di Santa Caterina in Brera delle
Umiliate soppressa nel 1782?
Sappiamo da retro di un santino, edizioni Bertino,
che il corpo fu traslato dalla catacomba romana di Callisto nel 1661.
Altra osservazione che possiamo fare è sul simulacro
in ceroplastica: è molto simile ad altri simulacri ricomposti durante l’episcopato
milanese del beato Schuster.
Quando San Lucillo arrivo a Lodi non lo sappiamo.
Cocludo con l’orazione del Comune dei Martiri del Messale
Romano (II edizione):
Dio
onnipotente e misericordioso,
che hai dato a
san Lucillo
un’invitta
costanza
fra i tormenti
del martirio,
rendici sereni
nelle prove della vita
e salvaci
dalle insidie del maligno.
Per il nostro
Signore.
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