La santità è sempre
stupore. Quando guardiamo i santi ci rendiamo conto che la vita secondo il
Vangelo è possibile.
Nei Martiri poi ci
accorgiamo che la Parola di Dio: quando
vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che
direte, ma dite ciò che in quell'ora vi sarà dato: perché non siete voi a
parlare, ma lo Spirito Santo (Mc 13,11), si è realizzata!
Deboli, fragili creature
che vivono con un coraggio e una fortezza il martirio, sembra di sentire la
Parola di Dio: chi crede in me, anch'egli
compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io
vado al Padre (Gv 14,12).
Nel Martirologio romano antico si commemorava al 4 gennaio:
A
Roma i santi Martiri Prisco Prete, Priscilliano Chierico, e Benedetta, donna
religiosa, i quali compirono con la spada il martirio al tempo dell'empissimo
Giuliano.
Romae
sanctorum Martyrum Prisci Presbyteri, et Priscilliani Clerici, ac Benedictae,
religiosae feminae; qui, tempore impiissimi Juliani, gladio martyrium compleverunt.
L’odierno martirologio,
edizione tipica 2004,
tradotta in italiano nel 2007, non contiene questa commemorazione.
La motivazione è semplice, come dice il Sicari: la loro esistenza è messa in dubbio da alcuni studiosi.
Le reliquie insigni di S.
Prisco, martire di Roma, nel XVIII secolo si trovavano in S. Maria del Popolo. Mentre
le reliquie dei Santi Priscilliano e Benedetta si trovavano in varie chiese
romane. S. Benedetta era particolarmente venerata a S. Lucia in Selci.
Per cui se già le
reliquie di S. Benedetta erano in una chiesa non potevano essere estratte dalla
catacomba di Priscilla ed essere donate, per poi giungere, nel 1752 a
Monacilioni.
Con questo non voglio
demolire il culto verso la gloriosa martire, ma affermare che S. Benedetta di
Monacilioni è un unicum rispetto alle
altre con lo stesso nome, rispetto alla martire Benedetta del 4 gennaio, socia
di Santi Prisco e Priscilliano.
La santa di Monacilioni è
una martire del cimitero di Priscilla dove rimane sepolta fino al 1752, anno
nel quale viene traslata a Monacilioni. Il corpo
santo viene richiesto dal parroco don Giuseppe Giuliano, dal Sindaco e dagli
eletti, legati da stima con l'abate don Gennaro de Simone di S. Elia a Pianisi,
amico del Segretario di Stato, Cardinale Giovanni Antonio Guadagni, custode
delle reliquie, il quale il 27 novembre 1751 concede il corpo santo. Giunge a Monacilioni sabato 23 aprile 1752 e
Recentemente dal Museo
diocesano di Brindisi è stata donata un reliquiario contenete varie reliquie,
tra cui una che ha il cartiglio: S.
Benedicte Mart.
Per quanto detto sopra sulla
questione del corpo santo questo frammento
osseo se pur di una omonima non fa di questa reliquia una parte del corpo santo di nome Benedetta venerata a Monacilioni, anche se la ricognizione
sulle ossa comprova la mancanza di quel frammento nel corpo santo di Monaciloni, è puramente un caso fortuito. Unica prova
sarebbe l’analisi delle ossa o un documento che attesta il prelievo del
frammento, poi traslato a Brindisi.
Il paese di Monacilioni
celebra la patrona, S. Benedetta, il 4 gennaio (sic!) e la terza domenica di maggio.
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