martedì 6 agosto 2013

TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE (ANNO C)




 "… un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana".

"Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante".
 
I due versetti della Scrittura, il primo dal libro del profeta Danièle (c. 7), il secondo dal capitolo 9 del Vangelo di Luca: contengono un elemento comune, la vesta candida. Nel primo caso è applicato al vegliardo, nel secondo caso a l’uomo Gesù. Nel libro di Daniele la figura del vegliardo è Dio, per cui in riferimento lucano, ci vuole riportare alla teofania: qui Gesù mostra ciò che è nascosto sotto l’Incarnazione.
 
Afferama San Gregorio di Nazianzo: "[Cristo] ha voluto che tre salissero sul monte, per risplendere ad essi nella sua vera forma, per mostrare la sua divinità e per rivelare ciò che nascondeva sotto le spoglie umane" (Gregorio Nazianzeno, Oratio 32).
 
Questa festa fu celebrata in Oriente già prima del IV secolo, epoca in cui l'Imperatrice Elena fece erigere sul Tabor una basilica della trasfigurazione. Mentre in Occidente, nel rito romano fu inserita solo a partire dal 1457. I motivi non erano né teologici né spirituali, ma rimase una festa devozionale il cui vero fine consisteva nel ringraziare Dio per la vittoria di Belgrado ottenuta dalle armi cristiane contro l’invadente armata turca: una festa quindi nata come memoria di un evento storico.
La liturgia ordina è di alto contenuto teologico nel trinomio passione-morte- resurrezione.
Infatti Gesù parla con Mosè ed Isaia "del suo esodo che stava per compiersi a Gerusalemme": il Cristo parla della sua passione e morte e vittoria.
Bella una preghiera della liturgia bizantina che recita:
"Ti sei trasfigurato sul monte, o Cristo Dio, mostrando ai tuoi discepoli la tua gloria, per quanto essi fossero in grado di vederla. Fa brillare anche per noi peccatori la tua eterna luce. Per le preghiere della Madre di Dio, Signore che doni la vita, gloria a te!"
 
Mostra anche a noi, Signore, la tua gloria, anche se anche noi come i tuoi discepoli non siamo in grado di vederla nel nostro quotidiano.
Ma Tu, Signore, abbia ancora pazienza, perdona i nostro peccati, e trasformaci con la tua grazia nell’uomo nuovo che abita in noi in forza della tua passione – morte - risurrezione affinché possiamo obbedire al Padre: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!», così che da glorificare il Padre: portando molto frutto e diventando tuoi discepoli. Amen.

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