mercoledì 15 agosto 2012

SOLENNITÀ DELLA MADRE DI DIO IN CIELO ASSUNTA



Madonna del Rosario
Duomo di San Siro, S. Remo (IM)


Nel percorso di delirio del Bonaparte, dalla sua ascesa al potere alla sua morte, il 15 agosto è una data importate. Non solo perché il 15 agosto 1769 ad Ajaccio in Corsica nasceva, ma perché usò questa data: vi collocò il suo onomastico.
Egli fece un uso strumentale della religione a fini politici (come altri nei secoli). Infatti, originariamente, il nome Napoleone era adespota – e dunque mancava di un onomastico – che, invece, sarebbe potuto diventare per il Bonaparte, già imperatore, un'occasione di culto della personalità.
Così sopprimendo il culto all’Assunzione di Maria, il 15 agosto 1806, Napoleone poté finalmente celebrare per la prima volta il proprio onomastico, nel giorno del suo compleanno: e non casualmente, che proprio quel giorno fu posata la prima pietra dell'Arco di Trionfo a Parigi.

Un giorno per celebrare il suo trionfo sul mondo.

Noi oggi celebriamo invece il trionfo di Cristo, attraverso la gloria di Maria: “colei che nel parto aveva conservato integra la sua verginità” e “ integro da corruzione il suo corpo dopo la morte”, dice San Giovanni Damasceno.

Nella solennità odierna si realizza la pagina dell’Apocalisse che afferma nel cap. 12 al versetto 10:
«Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo».

Le prime indicazioni sull'Assunzione di Maria risalgono al periodo compreso tra la fine del secolo IV e la fine del V.
È il periodo successivo alla definizione della fede cattolica.
Questa solennità è un'anticipazione della resurrezione della carne, che per tutti gli altri uomini avverrà soltanto alla fine dei tempi, con il Giudizio universale.

Maria vive la pienezza della Pasqua. Ecco perché il 15 agosto si buon ben dire la Pasqua d’estate.
Infatti come dice l’Apostolo Paolo: “in Cristo tutti riceveranno la vita”. Maria vive la pienezza di questa vita.
È la vittoria sulla morte, “l’ultimo nemico a essere annientato”, direbbe sempre S. Paolo.
L’Assunzione di Maria è evento di speranza, e realizzazione di una promessa.
In Maria si realizza la parola dell’Apostolo: il suo corpo si è
“vestito d’immortalità”, “Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!”

Ecco il trionfo che noi celebriamo, non la vanità di un uomo, Napoleone. Infatti, per concludere il discorso sopra iniziato, il culto S. Napoleone era talmente posticcio e insincero che già nel 1814, alla prima occasione dopo il crollo del regime napoleonico, Re Luigi XVIII abolì la festa di San Napoleone.

La cristianità quindi fin dal IV-V secolo ha celebrato questa gloria di Maria, che come dice ancora San Giovanni Damasceno: “Era conveniente che la Sposa di Dio entrasse nella casa celeste”.
Solo il venerabile Pio XII il 1º novembre 1950, anno santo, attraverso la costituzione apostolica Munificentissimus Deus (Dio generosissimo) proclamò il dogma per focalizzare due verità di fede molto importanti: la vita eterna e la resurrezione della carne.
La vita eterna e la resurrezione della carne sono due concetti della fede che noi proclamiamo da sempre nel Credo.
Guardiamo la Madre di Dio perché il suo destino è il nostro destino, ma guardiamolo perché delle virtù della Madre ci dobbiamo ornare come figli, dobbiamo riprodurle nella nostra vita.
Così che benedicendo il grembo che ha portato Cristo, diventiamo anche noi benedizione perché ascoltiamo la parola di Dio e la osserviamo.

Concludo con la preghiera del Venerabile Pio XII alla Vergine in Cielo assunta: (VEDI)

Amen.

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