Madre di Dio Orante* |
La liturgia odierna propone il seguente brano evangelico:
“In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo”. (Lc 2,21)
La circoncisione di Gesù è un evento narrato dal Vangelo secondo Luca (2,21): otto giorni dopo la sua nascita, Gesù venne circonciso secondo la prassi ebraica.
“Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te...sia circonciso tra di voi ogni maschio”. (Gen 17,7.10)
Il gesto della circoncisone è un gesto di appartenenza (presente ancora tra gli ebrei e i mussulmani), ma per noi è un gesto superato nella prassi cultuale.
Potremmo dire con San Paolo ai Galati: “Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l'essere nuova creatura”. (Gal 6,15)
Iniziamo questo nuovo anno desiderando di essere nuova creatura.
Qual è la novità cristiana?
Molte sono levità cultuali e culturali che l’evento cristiano porto nel suo diffondersi. Certo bisogna chiedersi quali sono e se ci sono ancora dove si vedono.
La più sorprendente e scontata novità cristiana è che noi siamo figli e non più schiavi, così ci ricorda la II lettura.
Iniziare un nuovo anno vivendo la libertà cristiana: obbedienza nell’amore. Ecco la libertà che ci propone il Bambino che nasce a Betlemme.
Ecco la prima novità da riscoprire in questo nuovo anno. Segno della nostra vera appartenenza al Padre.
Difatti afferma il Santo Padre Benedetto XVI nel suo messaggio del 1 gennaio, Giornata della Pace:
“Il retto uso della libertà è dunque centrale nella promozione della giustizia e della pace, che richiedono il rispetto per se stessi e per l’altro, anche se lontano dal proprio modo di essere e di vivere”.
Madre di Dio del Segno |
Prima di concludere, due parole sulla solennità di Maria Santissima Madre di Dio, che è la festa per eccellenza del rito romano al 1 gennaio.
Il Martirologio Romano, difatti al 1 gennaio afferma: “Nell’ottava del Natale del Signore e nel giorno della sua Circoncisione, solennità della santa Madre di Dio, Maria: i Padri del Concilio di Efeso l’acclamarono Theotókos, perché da lei il Verbo prese la carne e il Figlio di Dio abitò in mezzo agli uomini, principe della pace, a cui fu dato il Nome che è al di sopra di ogni nome”.
È la vittoria al Concilio di Efeso (431), in cui si era sancito solennemente una verità tanto cara al popolo cristiano: Maria è vera Madre di Dio.
Questa festa fu la vittoria dottrinale su Nestorio che aveva osato dichiarare: "Dio ha dunque una madre? Allora non condanniamo la mitologia greca, che attribuisce una madre agli dèi".
San Cirillo di Alessandria combattendo Nestorio, si oppone all'espressione di «Maria madre di Cristo» e sostiene quella di «Maria madre di Dio» perché equivale ad affermare che in Cristo è una sola persona, quella del Figlio di Dio:
«Siccome la Vergine generò secondo la carne Dio unito personalmente alla carne, diciamo che ella è madre di Dio, non nel senso che la natura del Verbo prese dalla carne l'inizio della sua esistenza ma nel senso che, avendo il Verbo assunto personalmente la natura umana, accettò di essere generato dal suo seno secondo la carne».
Le due nature, divina e umana, sono in Cristo indipendenti e non confuse in una sola persona divina: allora, possono predicarsi della persona divina di Cristo tutte le proprietà della natura umana e dire anche che Dio nasce, patisce e muore. Se dunque si può dire che Dio nasce, allora Maria è madre di Dio.
Dopo il tema della libertà, la liturgia odierna ci richiama all’unità intorno alla persona di Cristo, vero Dio e vero Uomo.
E come la Madre di Dio, dice il Vangelo odierno: “custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”, anche noi dobbiamo ricordarci di fare unità del nostro cuore intorno alla Parola che è Gesù.
Il nostro cuore ha bisogno di un custode per essere libero.
La Madre di Dio interceda per noi affinché in Cristo nostra libertà e custode del nostro cuore possiamo iniziare questo nuovo anno.
Concludo con un la conclusione del Messaggio del Papa per la 45 Giornata della Pace:
“Di fronte alla difficile sfida di percorrere le vie della giustizia e della pace possiamo essere tentati di chiederci, come il Salmista: «Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto?» (Sal 121,1).
A tutti, in particolare ai giovani, voglio dire con forza: «Non sono le ideologie che salvano il mondo, ma soltanto il volgersi al Dio vivente, che è il nostro creatore, il garante della nostra libertà, il garante di ciò che è veramente buono e vero… il volgersi senza riserve a Dio che è la misura di ciò che è giusto e allo stesso tempo è l’amore eterno. E che cosa mai potrebbe salvarci se non l’amore?». L’amore si compiace della verità, è la forza che rende capaci di impegnarsi per la verità, per la giustizia, per la pace, perché tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta (cfr 1 Cor 13,1-13).
(…) Non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento di fronte alle difficoltà e non abbandonatevi a false soluzioni, che spesso si presentano come la via più facile per superare i problemi. Non abbiate paura di impegnarvi, di affrontare la fatica e il sacrificio, di scegliere le vie che richiedono fedeltà e costanza, umiltà e dedizione. Vivete con fiducia …
La pace non è un bene già raggiunto, ma una meta a cui tutti e ciascuno dobbiamo aspirare. Guardiamo con maggiore speranza al futuro, incoraggiamoci a vicenda nel nostro cammino, lavoriamo per dare al nostro mondo un volto più umano e fraterno, e sentiamoci uniti nella responsabilità verso le giovani generazioni presenti e future, in particolare nell’educarle ad essere pacifiche e artefici di pace.
SPERO PER TUTTI NOI UN SANTO
(forse non del tutto felice!) 2012
* Fonte: DIOMEDIARTE
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