sabato 17 dicembre 2011

IV domenica di Avvento

“Il Figlio di Dio si è fatto uomo per mezzo della Vergine, affinché la disobbedienza provocata dal serpente fosse annullata attraverso la stessa vita per la quale prese inizio. Come infatti Eva, che era vergine e incorrotta, dopo aver accolto la parola del serpente, partorì disobbedienza e morte, allo stesso modo Maria, la Vergine, avendo ricevuto dall’Angelo Gabriele il buon annuncio che lo Spirito Santo sarebbe disceso su di lei e che la potenza dell’Altissimo l’avrebbe adombrata, concepì fede e gioia, per cui il nato da lei sarebbe stato il Figlio di Dio”.
(San Giustino)





Siamo giunti alla IV domenica di Avvento e vogliamo rileggere insieme alla luce della Parola di Dio il prefazio di Avvento II A.
Il prefazio è la preghiera d’azione di grazie che il sacerdote, a nome di tutto il popolo, glorifica Dio Padre e gli rende grazie per tutta l’opera della salvezza o per qualche suo aspetto particolare, a seconda della diversità del tempo liturgico; è la preghiera prima del Sanctus.

In questa domenica
“Noi lodiamo, benediciamo, glorifichiamo,
per il mistero della Vergine Madre”.

Lei è Colei che accoglie il tempo in cui il mistero della salvezza atteso da secoli vive la sua ora: ora manifestato”, dice l’Apostolo Paolo nella II lettura.

In quest’ora un nuovo grembo partorisce l’uomo nuovo: Cristo, che costituirà un regno stabile secondo la profezia di Natan a Davide.

Poi continua il Prefazio:
Dall’antico avversario venne la rovina,
dal grembo verginale della figlia di Sion
è germinato colui che ci nutre con il pane degli angeli
ed è scaturita per tutto il genere umano
la salvezza e la pace”:

Un uomo nuovo Gesù che nutrirà di un cibo nuovo l’umanità che affamata aveva mangiato il cibo della sua rovina, ora con il pane degli angeli vincerà il peccato, e grazie all’opere dell’obbedienza della fede, sarò il nuovo popolo redento.

E qui rammento un’immagine vista ad una mostra sull’Eucarestia…

«Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
Maria ridona nel suo sì la grazia “che Eva ci tolse”. Il suo sì fecondo al terra, resa maledetta dal no di Eva.

Infatti in lei, madre di tutti gli uomini,
la maternità, redenta dal peccato e dalla morte,
si apre al dono della vita nuova.

“Dove abbondò la colpa, sovrabbonda la tua misericordia
in Cristo nostro salvatore”.

E noi, nell’attesa della sua venuta,
viviamo questa ultima settimana d’Avvento
nella preghiera
perché
“quanto più si avvicina
il gran giorno della nostra salvezza,
tanto più cresca il nostro fervore,
per celebrare degnamente il Natale del tuo Figlio”.
(Orazione dopo la Comunione)

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