venerdì 13 marzo 2020

Un altro S. Espedito!



Questo è un bellissimo santino, che riproduce S. Espedito, ma si legge: "STATUA … con le Sante Reliquie".

Credo che si tratti di reliquie di un omonimo. Quindi un corpo santo o martire delle catacombe.

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Il culto si è sviluppato a Napoli nel XIX secolo. In Piazza Banchi Nuovi n° 5 sorgeva, circa un secolo fa, una chiesa dove si venerava il santo. Le fonti parlano, inoltre, dell’esistenza di un quadro appartenuto a mons. Gargiulo, vescovo di Sansevero, e di un libretto “pubblicato per devozione d’una monaca domenicana del monastero di S. Giovanni di via Costantinopoli” (Sul culto di S. Espedito martire, Napoli, 1905, p. 100). Viene anche citata un’incisione in pietra del Cattaneo, nella quale il santo è rappresentato con lo sguardo rivolto verso il simbolo della Santissima Trinità, mentre trafigge con la spada il corvo che ha sotto il piede (Intorno al culto di S. Espedito Martire, Nota, cit., p. 574) .

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In La Civiltà cattolica (visibile su Google!), rivista erudita dei Gesuiti, ben è spiegato il culto e l'origine dei simboli. Semplificando: il culto è già del Martirologio geronimiano. I simboli hanno due origini: Corvo con Cras è presente fin dall'introduzione della fiera dei mercanti ad Acireale (secolo XVIII), con un preciso richiamo alle "dilazioni ingiustificate, forse nei pagamenti e nell'osservanza dei contratti"; va detto che l’iconografia acese non presenta il santo con croce e corvo, ma solo con il corvo.
La presenza di Croce e Corvo, cioè Hodie e Cras è successiva e fa parte della devozione per le grazie urgenti che nacque in Germania. L’iconografia fu costruita in quest’ambito e poi, successivamente, ebbe una grande diffusione, facendo diventare il Santo (sic!) della grazia veloce: oggi e non domani o poi.
Diciamo in conclusione che il culto primitivo è quello di Acireale e poi c'è' la “bizzocata” tedesca.


Infine che esistono corpi santi chiamati Espedito è totalmente possibile, perché spesso i martiri estratti dalle catacombe erano senza nome, per cui venivano “battezzati” anche con nomi di altri martiri già conosciuti e venerati, alcune volte oppiatamene, per dare al luogo che lo venerava il corpo del patrono (sic!), creando così un doppio pasticcio.

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Dalla lanuovabq.it questo interessante articolo che da una bella e interessante lettura spirituale sull'iconografia del Martire Espedito.

Se san Giuda Taddeo e santa Rita da Cascia sono particolarmente invocati per le cause impossibili, in modo simile sant’Espedito, il più popolare dei martiri di Melitene, è venerato come il santo delle cause urgenti per antonomasia. Dal Martirologio Geronimiano, che nella sua originaria redazione risale alla prima metà del V secolo, si ricavano le principali informazioni certe su di lui, vale a dire il giorno del martirio, il 19 aprile, e il luogo, appunto Melitene (l’odierna Malatya, in Turchia), sede di un’antica fortezza legionaria, dove Espedito venne martirizzato con sant’Ermogene e altri cristiani (In Arminia Militana civitate Hermogeni, Gagi, Expediti, Aristonici, Rufi, Galatae una die coronatorum, si legge nel Martirologio Geronimiano).
La tradizione più diffusa riferisce che era contemporaneo di santa Filomena (c. 290-302), la giovanissima cristiana martirizzata per volere di Diocleziano e lei stessa patrona delle cause impossibili, e lo indica quale comandante della XII Legione Romana, detta la Fulminata (era stata costituita da Giulio Cesare e fu attiva fino al V secolo), posta a guardia dell’attraversamento dell’Eufrate a Melitene. L’iconografia lo rappresenta sempre vestito da soldato romano e il suo nome, Expeditus, che in latino significa “libero da impacci, libero da carichi” (in greco sta invece per “ingegnoso”), ha verosimilmente ispirato i tratti essenziali delle sue raffigurazioni, prive di armi e corazze pesanti, poiché nella terminologia militare gli expediti erano i fanti leggeri.
La sua iconografia ha inoltre reso con simboli molto suggestivi quanto riferito dai diversi racconti agiografici. Si tramanda che Espedito conoscesse bene da tempo la storia di Gesù. Eppure - nonostante gli insegnamenti sulla vita eterna, la via della croce e la Risurrezione lo commuovessero - il soldato aveva di volta in volta rimandato la propria conversione, forse perché in conflitto con quanto di volta in volta l’impero andava richiedendo ai soldati nei tempi delle persecuzioni. Quando Espedito si decise finalmente a seguire Cristo, il diavolo gli apparve sotto forma di corvo invitandolo a rimandare la sua conversione all’indomani. Ma il santo rispose deciso: “Io sarò cristiano oggi!”. Ecco perché in diverse icone è rappresentato nell’atto di calpestare un corvo che grida cras (“domani”, in latino), mentre in una mano tiene una croce recante la scritta hodie (“oggi”) e nell’altra la palma del martirio, avvenuto presumibilmente per decapitazione intorno al 303.

Il suo culto era già diffuso nel Medioevo, come dimostra il fatto che a Torino esisteva già una contrada dedicata a sant’Espedito, e dal XVI secolo in avanti abbiamo molteplici attestazioni della sua venerazione, oggi presente in diversi Paesi tra l’Europa e l’Asia e sentitissima in America Latina. Il suo nome, che richiama la rapidità, ha favorito la diffusione del patrocinio sulle cause urgenti e nei secoli lo si è invocato anche per risolvere le controversie legali e la buona riuscita degli esami. Sulla base della consolidata tradizione, nel 1781 Pio VI lo proclamò protettore dei mercanti e dei navigatori (perché alle prese con la necessità di sbrigare celermente gli affari o salvarsi da improvvisi pericoli). Ma la sua figura è importante soprattutto per il bellissimo esempio di conversione, che sant’Espedito si decise a compiere senza prestare ascolto alle voci che tentavano di dissuaderlo, magari ispirato dall’insegnamento finale di Gesù nella parabola sulle dieci vergini: “Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora” (Mt 25, 13).

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Dio onnipotente ed eterno, che hai dato ai santi martiri la grazia di comunicare alla passione del Cristo, vieni in aiuto alla nostra debolezza, e come essi non esitarono a morire per te, concedi anche a noi di vivere da forti nella confessione del tuo nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen


(Comune dei Martiri, Messale Romano)

NELL'EPIDEMIA, INVOCHIAMO IL SIGNORE, CON SAN ROCCO



Tutta la folla cercava di toccarlo, 
perché da lui usciva una forza 
che guariva tutti. (Lc 6,19)

A SAN ROCCO 
(CARD. ANGELO COMASTRI)

O San Rocco, tu hai mirabilmente vissuto il comandamento nuovo che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli; tu hai amato i fratelli fino al dono di te stesso e sei diventato immagine viva di Gesù, che ha piantato la Croce dell’Amore Divino nei solchi dell’odio e dell’egoismo umano.

Tu ci ricordi che la carità è indispensabile per essere veramente cristiani perché, al termine della vita , saremo giudicati sulla carità.

Prega per noi, o san Rocco, discepolo fedele del Signore! Prega perché finisca l’indifferenza che chiude i cuori e ci rende estranei gli uni agli altri.

Prega perché noi cristiani diventiamo sempre di più lievito di misericordia, invito al dono della vita, esempio di attenzione e di gioioso servizio ai piccoli, agli ultimi, agli ammalati, agli emarginati.

Prega per noi, o san Rocco, apostolo della carità! Prega perché la nostra fede sia limpida e coerente; prega perché ogni nostro giorno si trasformi in bontà vissuta e prepari la festa dei figli di Dio, completamente risorti con Gesù nello spirito dell’Amore.
Amen.

“Ite ad Joseph” - QUARTO GIORNO




“Ite ad Joseph”
«Andate da Giuseppe; fate quello che vi dirà». (Gen 41,55)
NOVENA A S. GIUSEPPE,
SPOSO DI MARIA
Patrono universale della Chiesa
150 anniversario della proclamazione
1870 – 2020

Novena 10 – 18 marzo 2020

O San Giuseppe,
Patrono della Chiesa,
Tu che accanto al Verbo incarnato
lavorasti ogni giorno per guadagnare il pane, traendo da Lui la forza di vivere e faticare;

Tu che hai provato l’ansia del domani, l’amarezza della povertà, la precarietà del lavoro;

Tu che irradi oggi l’esempio della tua figura, umile davanti agli uomini, ma grandissima davanti a Dio; guarda alla immensa famiglia che ti è affidata!

Benedici la Chiesa, sospingendola sempre più sulle vie della fedeltà evangelica, e custodisci la pace nel mondo, quella pace che sola può garantire lo sviluppo dei popoli e il pieno compimento delle umane speranze:
per il bene dell’umanità,
per la missione della Chiesa,
per la gloria della Trinità Santissima. Amen.
(S. Paolo VI, papa)