martedì 28 giugno 2011

SALUTO A MILANO

Angelo Card. Scola, Arcivescovo eletto di Milano







Al carissimo confratello nell’episcopato Card. Dionigi,
a tutti i fedeli della Chiesa ambrosiana,
a tutti gli abitanti dell’Arcidiocesi di Milano,
mi preme accompagnare la decisione del Santo Padre di nominarmi Arcivescovo di Milano con un primo affettuoso saluto.

Voi comprenderete quanto la notizia, che mi è stata comunicata qualche giorno fa, trovi il mio cuore ancora oggi in un certo travaglio. Lasciare Venezia dopo quasi dieci anni domanda sacrificio. D’altro canto la Chiesa di Milano è la mia Chiesa madre. In essa sono nato e sono stato simultaneamente svezzato alla vita e alla fede.

L’obbedienza è l’appiglio sicuro per la serena certezza di questo passo a cui sono chiamato. Attraverso il Papa Benedetto XVI l’obbedienza mia e Vostra è a Cristo Gesù. Per Lui e solo per Lui io sono mandato a Voi. E comunicare la bellezza, la verità e la bontà di Gesù Risorto è l’unico scopo dell’esistenza della Chiesa e del ministero dei suoi pastori. Infatti, la ragion d’essere della Chiesa, popolo di Dio in cammino, è lasciar risplendere sul suo volto Gesù Cristo, Luce delle genti. Quel Volto crocifisso che, secondo la profonda espressione di San Carlo, «faceva trasparire l’immensa luminosità della divina bontà, l’abbagliante splendore della giustizia, l’indicibile bellezza della misericordia, l’amore ardentissimo per gli uomini tutti» (Omelia del 16 marzo 1584). Gesù Risorto accompagna veramente il cristiano nella vita di ogni giorno e il Crocifisso è oggettivamente speranza affidabile per ogni uomo e ogni donna.

In questo momento chiedo a Voi tutti, ai Vescovi ausiliari, ai presbiteri, ai diaconi, ai consacrati e alle consacrate, ai fedeli laici l’accoglienza della fede e la carità della preghiera. Lo chiedo in particolare alle famiglie, anche in vista del VII Incontro mondiale.

Vi assicuro che il mio cuore ha già fatto spazio a tutti e a ciascuno.

Sono preso a servizio di una Chiesa che lo Spirito ha arricchito di preziosi e variegati tesori di vita cristiana dall’origine fino ai nostri giorni. Lo abbiamo visto, pieni di gratitudine, anche nelle beatificazioni di domenica scorsa. Mi impegno a svolgere questo servizio favorendo la pluriformità nell’unità. Sono consapevole dell’importanza della Chiesa ambrosiana per gli sviluppi dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso.

Questo mio saluto si rivolge anche a tutti gli uomini e le donne che vivono le molte realtà civili della Diocesi di Milano, ed in modo particolare alle Autorità costituite di ogni ordine e grado: «L’uomo è la via della Chiesa, e Cristo è la via dell’uomo» (Benedetto XVI, Omelia nella beatificazione di Giovanni Paolo II, 1.05.2011).

Vengo a Voi con animo aperto e sentimenti di simpatia e oso sperare da parte Vostra atteggiamenti analoghi verso di me.

Chiedo al Signore di potermi inserire, con umile e realistica fiducia, nella lunga catena degli Arcivescovi che si sono spesi per la nostra Chiesa. Come non citarne qui almeno taluni che ci hanno preceduto all’altra riva? Ambrogio, Carlo, Federigo, il card. Ferrari, Pio XI, il card. Tosi, il card. Schüster, Paolo VI e il card. Colombo.
Ho bisogno di Voi, di tutti Voi, del Vostro aiuto, ma soprattutto, in questo momento, del Vostro affetto.
Chiedo in particolare la preghiera dei bambini, degli anziani, degli ammalati, dei più poveri ed emarginati. Lo scambio d’amore con loro, ne sono certo, è ancor oggi prezioso alimento per l’operosità dei mondi che hanno fatto e fanno grande Milano: dalla scuola all’università, dal lavoro all’economia, alla politica, al mondo della comunicazione e dell’editoria, alla cultura, all’arte, alla magnanima condivisione sociale…

Un augurio particolare voglio rivolgere alle migliaia e migliaia di persone che sono impegnate negli oratori feriali, nei campi-scuola, nelle vacanze guidate, e in special modo ai giovani che si preparano alla Giornata mondiale della Gioventù di Madrid.

Domando una preghiera speciale alle comunità monastiche.

Nel porgere a Voi tutti questo primo saluto, voglio dire il mio intenso affetto collegiale ai Cardinali Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi.

Non voglio concludere queste righe senza esprimere fin da ora la mia gratitudine a tutti i sacerdoti, primi collaboratori del Vescovo, di cui ben conosco l’ambrosiana, diuturna dedizione ecclesiale e la capillare disponibilità verso gli uomini e le donne del vasto territorio diocesano.

Mi affido all’intercessione della Madonnina che, dall’alto del Duomo, protegge il popolo ambrosiano.

In attesa di incontrarVi, nel Signore Vi benedico

+ Angelo Card. Scola
Arcivescovo eletto di Milano
Venezia, 28 giugno 2011

ANNUNCIO ALLA DIOCESI DEL NUOVO ARCIVESCOVO

“Benedetto colui che viene nel nome del Signore”




Carissimi fedeli dell’Arcidiocesi ambrosiana,
in data odierna il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la mia rinuncia all’ufficio di Arcivescovo di Milano, presentata più di due anni fa al compiersi del mio settantacinquesimo anno di età, e ha nominato nuovo Arcivescovo di Milano Sua Eminenza il Cardinale Angelo Scola, finora Patriarca di Venezia.

Desidero anzitutto esprimere il mio filiale ringraziamento al Santo Padre per i due anni di proroga nell’impegnativo incarico di Arcivescovo di Milano: un tempo che mi ha permesso di portare a compimento la Visita pastorale decanale, di far maturare – con il contributo di tutti e in particolare dei confratelli sacerdoti – alcuni cammini di rinnovamento intrapresi dalla Chiesa ambrosiana e di avviare la preparazione al VII Incontro Mondiale delle Famiglie del 2012.

Ora con serenità di cuore e con spirito di fede, che so condivisi dall’intera comunità diocesana, sono lieto di trasmettere il testimone della guida pastorale di questa splendida Chiesa al carissimo confratello Cardinale Angelo Scola. Egli è conosciuto da molti di noi anche perché originario della nostra Arcidiocesi: è nato a Malgrate (Lecco) il 7 novembre 1941. Ordinato sacerdote nel 1970, ha conseguito il Dottorato in Filosofia all’Università Cattolica di Milano e in Teologia a Friburgo in Svizzera. Ha insegnato Antropologia Teologica al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia della Pontificia Università Lateranense.
Il 20 luglio 1991 viene nominato Vescovo di Grosseto, dove esercita il suo ministero fino al 14 settembre1995, quando il Santo Padre gli affida l’incarico di Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense a Roma e quello di Preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia. Il 5 gennaio 2002 è nominato da Giovanni Paolo II Patriarca di Venezia. Negli anni successivi viene scelto come membro di diverse Congregazioni della Santa Sede. In particolare è Relatore Generale per la XI Assemblea Generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi dell’ottobre 2005 sul tema “L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”. Dal gennaio di quest’anno è membro del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
Non posso dimenticare la notevole attività scientifica del Cardinale Angelo Scola, che lo ha portato a pubblicare diversi volumi e a offrire numerosi contributi per riviste specializzate e per opere collettive.

Come risulta anche solo da queste brevi note biografiche, il nuovo Arcivescovo è un uomo di grande cultura, di molteplice esperienza, di forte passione ecclesiale. Per questo – ne sono certo – egli saprà guidare con sapienza ed efficacia la nostra Arcidiocesi nel suo ordinario cammino pastorale e nelle impegnative scadenze di carattere internazionale dei prossimi anni: il VII Incontro Mondiale delle Famiglie con l’attesa visita del Santo Padre a Milano, il millesettecentesimo anniversario dell’ “Editto di Milano” e nel 2015 l’Expo.
La Chiesa ambrosiana, che si prepara nella preghiera ad accogliere il nuovo Arcivescovo, per grazia di Dio è ricca di tradizioni di fede, di operosità evangelica, di impegno caritativo, di santità popolare, come testimonia anche la triplice recentissima beatificazione. Una Chiesa che in questi anni si è impegnata ad annunciare Cristo Risorto con percorsi pastorali e spirituali di rinnovamento, nella fedeltà alla sua grande tradizione storica e nel desiderio di assumere un volto più missionario: a livello liturgico, nei cammini di “trasmissione della fede”, di educazione e cultura al servizio della società, di riorganizzazione territoriale, di pastorale familiare e giovanile, di apertura ad gentes, di difesa dei deboli, di accoglienza degli immigrati. Una Chiesa che non teme di affrontare le difficoltà e le sfide del nostro tempo, a cominciare dalla diffusa secolarizzazione e dal calo delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, perché confida con piena speranza nel suo Maestro e Signore. Una Chiesa che, forte di una tradizione non solo di fedeltà ma di vero amore per il suo pastore – e vi sono grato per l’esperienza che ne ho potuto fare in questi nove anni! –, vuole accogliere il nuovo Arcivescovo come inviato del Signore, come novello Ambrogio e Carlo.
I tempi di cambiamento chiedono a tutti una forte docilità, un senso di pieno abbandono nelle mani del Signore: lo avverto in prima persona, ma è così anche per il nuovo Arcivescovo che viene e per voi, carissimi fedeli e comunità che vi preparate ad accoglierlo. Viviamo questa stagione come una provvidenziale occasione di consegna di noi stessi a Dio Padre, di sequela libera e radicale al Cristo, di affidamento all’imprevedibile e smisurata forza rinnovatrice dello Spirito. Super omnia caritas: al di sopra di tutto sia la carità, che viene da Dio e diviene comunione fraterna e obbedienza amorosa, a guidarci in questo passaggio, insieme alla convinzione, piena di gioia pasquale, che davvero è “benedetto colui che viene nel nome del Signore”!

Per quanto mi riguarda, desidero rimanere in questa Diocesi, nella quale sono nato e cresciuto e che ho cercato di servire per molti anni, dapprima come sacerdote e ultimamente come Arcivescovo, andando a risiedere nella Villa Sacro Cuore di Triuggio. Assicuro che non verranno meno il mio affetto, il mio costante pensiero, la mia fedele preghiera per tutti, a cominciare dal nuovo Arcivescovo.

Affido il passaggio della responsabilità pastorale di questa nostra amata Chiesa all’intercessione di sant’Ambrogio, nostro padre nella fede, di san Carlo Borromeo nel quarto centenario della canonizzazione, di santa Gianna Beretta Molla e dei molti Beati, che in questi anni ho avuto la gioia di vedere riconosciuti come nostri modelli e intercessori e, soprattutto, all’intercessione materna della cara Madonnina che dall’alto del Duomo tutti protegge e benedice.


+ Dionigi card. Tettamanzi

Milano, 28 giugno 2011

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano






28 giugno
SANT’IRENEO, vescovo e martire
MEMORIA

Ireneo (c. 130 – c. 202), originario dell’Asia Minore, a Smirne fu uditore di san Policarpo. Approdato in Gallia, divenne sacerdote e vescovo della Chiesa di Lione. Molteplice fu la sua attività di maestro e testimone della tradizione apostolica. Diffuse il messaggio evangelico per largo raggio, si fece promotore di riconciliazione nella controversia sulla Pasqua, tutelò l’integrità della dottrina cristiana minacciata dallo gnosticismo, approfondì in opere di grande valore la comprensione delle Scritture e dei misteri della fede: la Trinità, il Cristo centro della storia, l’Eucaristia che assume e trasforma l’umile materia della creazione. La sua deposizione a Lione (Francia) il 28 giugno è ricordata dal martirologio geronimiano (sec. VI).

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)


Martirologio Romano, 28 giugno: Memoria di sant’Ireneo, vescovo, che, come attesta san Girolamo, fu, da piccolo, discepolo di san Policarpo di Smirne e custodì fedelmente la memoria dell’età apostolica; fattosi sacerdote del clero di Lione, succedette al vescovo san Potino e si tramanda che come lui sia stato coronato da glorioso martirio. Molto disputò al riguardo della tradizione apostolica e pubblicò una celebre opera contro le eresie a difesa della fede cattolica.