giovedì 19 marzo 2020

Devozioni "fai-da-te", tra lecito e l'illecito, dei cattolici!




Insieme al GauchitoGil, la Difunta Correa è una delle devozioni "fai-da-te" più forti in Argentina. Con "fai-da-te" indico un tipo di devozione nata e sviluppata dal popolo, senza l'intervento della Chiesa Istituzionale. 
Se La caratteristica del Gauchito Gil è il colore rosso, che spadroneggia negli altarini costruiti dai suoi devoti, la particolarità della "Difunta Correa" è la presenza di bottiglie d'acqua, adesso, leggendo la sua storia, capirete il motivo...


Deolinda Correa, una donna di eccezionale bellezza, viveva nella provincia di San Juan, all'epoca dell'indipendenza dell'Argentina.
La donna, sposata, per scappare alle avances di vari pretendenti, scappa di notte con suo figlio di pochi mesi, e intraprende un viaggio per le valli aride del Cuyo. Estenuata, si lascia cadere alla penombra dei monti, e prima di morire di sete e fame, prega il Signore che le conceda il latte al suo petto, per salvare almeno suo figlio dalla disgrazia.
E così, quando passarono dei gauchos con il loro bestiame, videro una scena terribile: la madre, morta, e il figlio ancora in vita, succhiando al seno della donna.
Gli uomini le diedero una degna sepoltura, e quasi subito iniziarono i pellegrinaggi alla sua tomba.
Oggi c'è un vero e proprio santuario, al quale vengono i devoti della Defunta Correa, per chiedere aiuto o per ringraziarla della grazia ottenuta.
I fedeli/pellegrini portano ex-voto, costruiscono altarini per le strade, e le offrono bottiglie d'acqua, ricordando la sua morte per sete.

Vero o falso? Verosimile...
L'occhio indagatore di uno storico potrebbe dubitare della veridicità della vicenda, ma io non mi preoccuperei troppo, perché è molto probabile che storie di questo tipo siano, purtroppo, accadute.
Abusi di donne, morti per la sete e per il sole rovente del Cuyo (la regione in cui si trova anche Mendoza, una zona arida ed estremamente calda, quando fa caldo...) non sono fantascienza...
La Defunta Correa è stata la prima santa del popolo che ho conosciuto, leggendo un libro di devozione popolare. Quello che mi ha fatto pensare è come la gente abbia preso questa donna virtuosa ed eroica come un modello non troppo lontano dalla loro vita, fatta di difficoltà, di povertà... Una santa vicina a loro, perciò facile e sicura da invocare, perché ha vissuto anche lei le peripezie della vita.
Ma non è forse così anche per Gesù? L'incarnazione è il suo stare vicino e condividere in tutto la vita dell'umanità, fino alla morte...
Per la Defunta Correa vale il discorso fatto per il Gauchito: in un terra con una cronica scarsità di clero, la gente si arrangia e trova il suo modo per vivere la fede e sentire Dio vicino a sè.

FONTE: vedi

Questo culto può sorprendere, ma anche in Italia sono sorti culti simili, si pensi al glorioso Alberto Gonella, e recedetemene il culto per la veggente di Gallinaro, Giuseppina Norcia (quella del Bambino Gesù!), che suo genero e primo papa della presunta “chiesa” indipendente sorta in Gallinaro, intorno al presunto luogo delle apparizioni, vuole venerare come una santa.
Ma a differenza del culto per la Defunta Correa, qui è intervenuta la S. Sede e questa associazione è stata scomunicata da Papa Francesco il 29 maggio del 2016: si rammenta che i fedeli che aderiscono alla suddetta sedicente “chiesa” incorrono ex can. 1364 del Codice di diritto canonico nella scomunica latae sententiae.
Dopo il provvedimento della Santa Sede riguardante la scomunica per i fedeli del culto al “Bambinello di Gallinaro” e della “Nuova Gerusalemme”, le telecamere di Tv2000 hanno documentato cosa accade in questo paesino con poco più di 1000 persone nella valle del Comino.
Nell’inchiesta vengono mostrate immagini inedite di Samuele Morcia, il leader del nuovo gruppo chiamato anche “il condottiero”. Di lui si conosce ben poco. Le immagini lo ritraggono durante un’assemblea svoltasi in un luogo segreto. E poi – durante la puntata – le testimonianze di chi è uscito dal gruppo e dichiara di aver subito minacce e ritorsioni e ha deciso di raccontare quello che accadeva all’interno della comunità.

VIDEO: vedi

Il culto della Defunta Correa, se pur strano, è “compreso” nel marasma religioso dell’America Latina, e forse, la stessa Chiesa Cattolica è in questa linea.
Un culto che si avvicina a quello della Defunta Correa è quello per i defunti, da Milano a Napoli, con sfumatura varie, il culto dei morti è presente nella cultura della gente delle nostre comunità cristiane, con caratteristiche peculiari per gli Amabili resti, lo strano culto delle anime "Pezzentelle".

Video: vedi

Anche a Milano, presso la Chiesa di San Bernardino alla Ossa, il culto dei defunti ha riscontri popolari, certo lievi, ma i bigliettini nei teschi si trovano.
Infine il succitato Alberto Gonnella, povero giovane, dentro una e propria truffa, che anche qui è nata per iniziativa dei parenti, tra fede e magia, lo strano culto al “Glorioso Alberto”.

Video: vedi

San Gaspare,prega per noi!




Signore Gesù, 
Salvatore del mondo,
speranza che non ci deluderà mai,
abbi pietà di noi 
e liberaci da ogni male!
Ti preghiamo di vincere 
il flagello di questo virus,
che si va diffondendo, 
di guarire gli infermi,
di preservare i sani, 
di sostenere chi opera
per la salute di tutti.
Mostraci il Tuo Volto di misericordia
e salvaci nel Tuo grande amore.
Te lo chiediamo, in comunione con
San Gaspare Del Bufalo, 
Santa Maria De Mattias
ed il Venerabile Don Giovanni Merlini,
per intercessione di Maria, Madre Tua e nostra,
Regina del Preziosissimo Sangue 
ed Aiuto dei Cristiani,
che con fedeltà ci accompagna.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.

(don Terenzio Pastori, cpps)

La preghiera bussa, il digiuno ottiene, la misericordia riceve


Giuseppe Milani, 1767, Ravenna
Santi Romualdo, Pietro Crisologo e Pier Damiani

Dai «Discorsi» di san Pietro Crisologo, vescovo
(Disc. 43; PL 52, 320 e 322)

La preghiera bussa, 
il digiuno ottiene, 
la misericordia riceve

   Tre sono le cose, tre, o fratelli, per cui sta salda la fede, perdura la devozione, resta la virtù: la preghiera, il digiuno, la misericordia. Ciò per cui la preghiera bussa, lo ottiene il digiuno, lo riceve la misericordia. Queste tre cose, preghiera, digiuno, misericordia, sono una cosa sola e ricevono vita l’una dall’altra.
   Il digiuno è l’anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno. Nessuno le divida, perché non riescono a stare separate. Colui che ne ha solamente una o non le ha tutte e tre insieme, non ha niente. Perciò chi prega, digiuni. Chi digiuna abbia misericordia. Chi nel domandare desidera di essere esaudito, esaudisca chi gli rivolge domanda. Chi vuol trovare aperto verso di sé il cuore di Dio non chiuda il suo a chi lo supplica.
   Chi digiuna comprenda bene cosa significhi per gli altri non aver da mangiare. Ascolti chi ha fame, se vuole che Dio gradisca il suo digiuno. Abbia compassione, chi spera compassione. Chi domanda pietà, la eserciti. Chi vuole che gli sia concesso un dono, apra la sua mano agli altri. È un cattivo richiedente colui che nega agli altri quello che domanda per sé.
   O uomo, sii tu stesso per te la regola della misericordia. Il modo con cui vuoi che si usi misericordia a te, usalo tu con gli altri. La larghezza di misericordia che vuoi per te, abbila per gli altri. Offri agli altri quella stessa pronta misericordia, che desideri per te.
   Perciò preghiera, digiuno, misericordia siano per noi un’unica forza mediatrice presso Dio, siano per noi un’unica difesa, un’unica preghiera sotto tre aspetti.
   Quanto col disprezzo abbiamo perduto, conquistiamolo con il digiuno. Immoliamo le nostre anime col digiuno perché non c’è nulla di più gradito che possiamo offrire a Dio, come dimostra il profeta quando dice: «Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, tu, o Dio, non disprezzi» (Sal 50, 19).
   O uomo, offri a Dio la tua anima ed offri l’oblazione del digiuno, perché sia pura l’ostia, santo il sacrificio, vivente la vittima, che a te rimanga e a Dio sia data. Chi non dà questo a Dio non sarà scusato, perché non può non avere se stesso da offrire. Ma perché tutto ciò sia accetto, sia accompagnato dalla misericordia. Il digiuno non germoglia se non è innaffiato dalla misericordia. Il digiuno inaridisce, se inaridisce la misericordia. Ciò che è la pioggia per la terra, è la misericordia per il digiuno. Quantunque ingentilisca il cuore, purifichi la carne, sradichi i vizi, semini le virtù, il digiunatore non coglie frutti se non farà scorrere fiumi di misericordia.
   O tu che digiuni, sappi che il tuo campo resterà digiuno se resterà digiuna la misericordia. Quello invece che tu avrai donato nella misericordia, ritornerà abbondantemente nel tuo granaio. Pertanto, o uomo, perché tu non abbia a perdere col voler tenere per te, elargisci agli altri e allora raccoglierai. Dà a te stesso, dando al povero, perché ciò che avrai lasciato in eredità ad un altro, tu non lo avrai.