lunedì 10 dicembre 2012

ICONA DI UN EVENTO E LUOGO DI UN MISTERO





“La Santa Casa di Loreto è icona non di astratte verità, ma di un evento e di un mistero: l’Incarnazione del Verbo”. Così si prinunciò il beato Giovanni Paolo II in un suo discorso sulla santuario mariano di Loreto.

Ma cosa si venera in questo luogo?

Il Santuario di Loreto è sorto nel luogo in cui, secondo la leggenda, la dimora di Maria Vergine sarebbe stata trasportata prodigiosamente dagli Angeli. Questo santuario risale al IV secolo, ed è uno dei più antichi. Il culto della Santa Casa si è poi diffuso in tutto il mondo dove furono edificati luoghi simili al sacro edificio di cui ora parleremo.

La Santa Casa è la casa della S. Madre di Dio, trasportata a Loreto da Nazareth, dove si trovava davanti alla Grotta, tuttora venerata nella basilica dell’Annunciazione.
Una ipotetica sovrapposizione tra i due luoghi – oggi possibile attraverso le nuove tecniche – mostrerebbe la coesistenza tra Grotta e Casa.

La data tradizione dell’arrivo della Santa Casa è il 1291. Fu portata in salvo dai Crociati in fuga dai luoghi santi. Inizialmente nel 1291 fu traslata nell’antica Illiria in un luogo imprecisato. Un santuario mariano a Tersatto (Croazia) è memoria di questa sosta.
Nella notte tra il 9 e 10 dicembre 1294 la casa è stata trasportata nell’antico territorio di Recanati, prima presso il porto (oggi Porto Recanati) poi presso l’attuale colle di Loreto.

Come mai Loreto?
Siamo in un’epoca della storia della Chiesa molto particolare. Il pontefice di quel periodo era papa Celestino V (San Pietro Celestino o da Morrone), famoso per la sua rinuncia al pontificato – Dante lo descrive come "colui che fece per viltade il gran rifiuto" – che non mise mai piede a Roma. Durante questa assenza papale la gestione delle indulgenze e la sistemazione delle reliquie era in mano al Vicario dell’Urbe, che dal 1291 al 1295 era il vescovo Salvo di Recanati. Vien da supporre che sia stato costui a convogliare le “sacra pietre” provenienti dall’opposta sponda dell’Adriatico, nella sua Diocesi a nome del Papa.

Ma sono veri quei “sacri mattoni”?
L’archeologia ha effettuato degli studi tra il 1955 – 1960 dimostrando che a Nazareth la Casa fu protetta in principio da una chiesa sinagogale (II – III secolo), poi nel secolo V da una basilica bizantina e infine nel secolo XII da una maestosa basilica crociata. Così che fino al 1291 poté resistere agli agenti atmosferici.

Altre scavi tra il 1962 – 1965, a Loreto, hanno appurato che la casa non ha fondamenta proprie ma poggia su un pubblica via; che subito è stata protetta con opere edilizie sofisticate e con un muro in mattoni all’intorno, detto dei recanatesi.
Questo attesta la volontà di protezione e di conservazione delle pareti originali. In più, per rendere il luogo adatto al culto, fu innalzata la parete dove sorge l’altare – che poggiava in origine alla Grotta – e la casa fu sopraelevata e allargata usando mattoni locali.

Questa doppia presenza è constatabile dal fatto che la sezione inferiore delle tre pareti originali è costituita da pietre che esistono a Nazareth, ma non a Loreto, e viceversa per la sezione superiore.
Lo stile delle pietre, soprattutto quelle in alto, presentano una finitura esterna caratteristica dei nabatei riscontrabile in Palestina.
In circa 60 pietre sono stati individuati graffiti – scritte e segni cristologici dei primi secoli – simili a quelli in Terra Santa, compresa Nazareth. Questi graffiti sono così marchio d’origine per le “sacre pietre” della Casa.
Infine. Sotto l’attuale altare novecentesco è custodito e protetto, da una grata metallica, il così detto “Altare degli apostoli”. Secondo la tradizione è giunto con le “sacre pietre”, la sua lavorazione è in stile nabateo sia della mensa che del cippo. È così denominato perché, secondo una devota amplificazione, vi avrebbero su di esso celebrato gli Apostoli quando erano nella Casa di Maria a Nazareth.




Dopo questa ricostruzione storico-archeologica, se pur in sintesi, ora torniamo alla nostra domanda iniziale: cosa si venera in questo luogo?

Non è certo un luogo di astratte verità, ma dell’evento iniziale della fede cristiana: il mistero dell’Incarnazione.
Ma in essa è avvenuta anche la concezione immacolata di Maria – “aurora che precede il sole di giustizia” (Messale Romano) - qui è nata ed è stata educata la Santa Madre di Dio dai Santi Gioacchino ed Anna.
Essa è la casa del fidanzamento tra “una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria” (Lc 1,27)
Ma anche la dimora, se pur saltuaria, dove visse la Sacra Famiglia, la quale abitava legalmente nella vicinissima casa di Giuseppe, che con la Casa di Maria era idealmente un’unica abitazione.
Infine la Casa ricorda il luogo dove Gesù “stava loro sottomesso” (Lc 2,51) e “cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2,52); e fa memoria del luogo dove Giuseppe assistito da Maria e da Gesù è morto.

Concludo, così come ho iniziato, con un pensiero del beato Giovanni Paolo II:
"La Santa Casa di Loreto è il primo Santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine e vero cuore mariano della cristianità".


FONTE
* Il Messaggero della Santa Casa – Loreto , Luglio/Agosto 2009, pagg. 256 - 257