mercoledì 2 febbraio 2011

Lo scriba saggio. San Carlo Borromeo


San Carlo Borromeo
Parrocchia di San Carlo in Brugherio (MB)





LA PASTORALE “DEVOZIONALE”
DI SAN CARLO


Agli inizi del ‘500, la crisi della Chiesa e del papato, l’incertezza dottrinale, la corruzione dei costumi, la diffusione delle eresie, portano alla grande protesta di Lutero che, nel tentativo di un ritorno all’autentico cristianesimo del Vangelo, nega dogmi della fede come l’Eucarestia, il sacerdozio, la divina maternità della Madonna, il culto dei santi e della Vergine come intermediari presso Dio.


Dopo la scomunica di Lutero nel 1521, la Chiesa cattolica sente la necessità di convocare un concilio che, dopo molti ostacoli e opposizioni, si apre a Trento nel 1545 con lo scopo di definire le dottrine da credere, i dogmi da confermare e le eresie da condannare.


Dopo il Concilio di Trento la Chiesa di Roma, per riaffermare il suo primato, ravvivare la fede e confermare le istituzioni negate dai protestanti, incoraggia ogni forma di devozione, soprattutto quella della Madonna e dei santi. S. Carlo Borromeo, dopo aver contribuito in modo determinante alla conclusione del Concilio, provvede a renderne esecutive le deliberazioni e in Lombardia promuove la realizzazione dei suoi grandi ideali di vescovo e di pastore; l'amore della chiesa e l'amore del popolo.


San Carlo vuole riformare la Chiesa in tutti i suoi aspetti della vita spirituale: rinnovamento morale e culturale del clero, rafforzamento della Fede con le pratiche di culto e con la frequenza ai Sacramenti, riavvicinamento del popolo a Dio con le devozioni della Madonna, dei Santi e delle Reliquie.


A qualche decennio dal Concilio di Trento il rinnovamento della vita religiosa è riscontrabile anche nel territorio dell’arcidiocesi con un rapido intensificarsi delle attività di culto, delle pratiche devozionali, assistenziali e caritative.


Sono erette numerose confraternite laiche; sono edificati conventi di ordini religiosi; sono costruite chiese previa demolizione dei piccoli oratori preesistenti o ex novo.


Agli edifici sacri maggiori, santuari, chiese parrocchiali, oratori, monasteri, si aggiunge la grande quantità di manufatti e di costruzioni minori: cappellette votive, edicole e immagini dipinte sia nell'abitato che nella campagna. Una visione topografica complessiva della dislocazione dei luoghi di culto maggiori e minori ci permette di riconoscere anche sul territorio diocesano un reticolo di sacralizzazione come era nel progetto di San Carlo.


“Le anime – diceva San Carlo Borromeo - si conquistano con le ginocchia". E proprio in quest’ottica diede impulso alla devozione, con un progetto di pastorale anche devozionale. Dava una grande importanza alle devozioni verso Gesù Crocifisso, Maria Santissima e i santi: sono state espressioni eterne e solenni di questa sua azione pastorale l’erezione e il favore mostrato nei riguardi dei santiuati di Cannobbio (NO), Rho (MI), Saronno e Sacro Monte di Varese, Sacro Monte di Varallo Sesia (NO) e S. Fedele a Milano.


Per quanto riguarda il Sacro Monte di Varallo l’ideatore fu un frate, Bernardino Caimi, che nella seconda metà del 1400 tornò dalla Terra Santa e volle dar corpo a un'idea che gli era maturata durante gli anni: dar modo a tutti di poter vedere i luoghi che avevano visto la nascita, la vita e la morte di Gesù.


Il Caimi seguì la realizzazione fino alla sua morte, avvenuta nel 1499, poi fu san Carlo Borromeo, vescovo di Milano, a dare grande impulso a questa idea, diffuse la conoscenza tra i suoi contemporanei della "Nuova Gerusalemme" e fece in modo che venissero costruite altre cappelle per illustrare al meglio la vita di Gesù.


La pastorale devozionale di San Carlo si adoperò anche nelle numerose e solenni traslazioni di reliquie di santi.
Inculcò il culto verso S. Ambrogio, riaffermando la festa di precetto del 7 dicembre (data scelta per il sua ordinazione episcopale) e il commemorazione della sua morte (4 aprile; + Milano, 4 aprile 397).


Ebbe uno sguardo sapiente nella sua pastorale devozionale adottando come criteri il bene comune e la storicità per cui, per motivi sociali e per scarso fondamento storico (alcune avvenimenti avevo fondamento leggendario), soppresse un certo numero di feste di precetto e fece scomparire alcune feste di santi e della Beata Vergine Maria.


Egli cercò di sostenere e diffondere la devozione verso ciò che ha un valore perenne. Si pensi al culto al Santo Chiodo, alla Ss. Crocifisso, devozioni che sono presenti nella nostra diocesi grazie alla pastorale devozionale del Borromeo.


A proposito, e concludo, ecco cosa scrive il Santo Vescovo sul S. Chiodo e sulle reliquie dei santi:


“Non hai ancora capito, Milano mia, che fu precisamente per mezzo del Santo Chiodo della Croce di Gesù Cristo, che devotamente conservi e adori, che fosti ultimamente liberata dalla peste? Chi può contare quanti benefici ricevono e quante grazie continuamente ottengo le popolazioni) per l’intercessione dei santi dei quali venerano le reliquie? … In tanti modi Gesù Cristo ha glorificato i suoi santi; … ha onorato come parti del suo corpo le reliquie, compiendo miracoli ed elargendo benefici per merito loro”.


Ricordando i 400 anni della canonizzazione di San Carlo Borromeo, possa la nostra Arcidiocesi scoprire la sapienza pastorale del suo Santo Vescovo che fu come quella del saggio scriba divenuto discepolo del Regno dei Cieli:


Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”. (Mt 13,52).






Santi Ambrogio e Carlo
Parrocchia della Natività di Maria
Bernareggio (MB)






BIBLIOGRAFIA E SITI
  • AA. VV. - Biblioteca Sanctorum (Enciclopedia dei Santi) – Voll. 1-12 e I-II appendice – Ed. Città Nuova
  • C.E.I. - Martirologio Romano - Libreria Editrice Vaticana – 2007 - pp. 1142
  • Grenci Damiano Marco – Archivio privato iconografico e agiografico: 1977 – 2011
  • Sito Web di chiesadimilano.it
  • Sito Web di crsoresina.it

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