domenica 2 marzo 2014

VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)





Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?

C’è ci sono alcuni programmi Tv che parlano della gravidanza, alcuni dai titoli curiosi: “incinta a 16 anni” o “incinta senza saperlo”.

Il primo nel suo dramma –  per un sessualità mal gestita – ha però in se un contenuto buono, rimani gravida, tieni il frutto del tuo grembo e non abortire.

Il secondo è assurdo! Può una donna non sentire di avere nel grembo una creatura? Mah!

Anche se costoro si dimenticassero, … afferma la lettura profetica.

Una affermazione drammatica ma reale, Isaia ci ricorda la possibilità che una donna, una madre – ma io aggiungo un uomo, un padre -, possa dimenticarsi di suo figlio … magari lasciandolo chiuso in auto.

Eppure, la sapienza divina, ci dice che questo è possibile, e noi lo sappiamo. Ma Dio ….

io invece non ti dimenticherò mai.

Ma abbiamo la coscienza che Dio non si dimentica di noi?
Abbiamo la serena esperienza di questa materna paternità di Dio?

È certamente un grande traguardo spirituale comprendere e vivere questa dimensione divina.

Chi ha questa certezza, amerà pazzamente il Signore, non avrà nessun segreto nel cuore con lui … lui che conosce le profondità del nostro cuore!

Certo chi possiede la serena esperienza della materna paternità di Dio, non avrà il cuore dilaniato tra due padroni: “Dio e la ricchezza”.

Un uomo e una donna che scoprono e vivono la materna paternità di Dio scoprono che la vita vale più del cibo e il corpo più del vestito.

Una non consapevolezza crea invece un affanno, un dramma, una corsa …. Dimenticando che “Il Padre … celeste … sa che ne avete bisogno”.

Ecco allora che vivere nella materna paternità di Dio ci apre alla sapienza evangelica:
“Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena”.

Certo se cerco il Regno, e il suo modo di compiersi, la sua giustizia, ognuno avrà il necessario. Senza affanno, senza corse, senza drammi sociali e umani.
Signore venga il tuo Regno e la sua giustizia!
Signore come posso partecipare all’avvento del tuo Regno e della sua giustizia?

«Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?». Ed egli rispose loro: «Un nemico ha fatto questo!». E i servi gli dissero: «Vuoi che andiamo a raccoglierla?». «No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio»». (cfr Mt 13,24-43)

Ognuno cerchi ogni giorno, nella viva certezza della materna paternità di Dio, di essere un buon seme, di essere buono come è il Padre celeste, di non essere zizzania. Amen.

Nessun commento: