martedì 9 dicembre 2025

La città più bella!

 

Le sacre ossa di San Gennaro


Il titolo è un po' un assoluto, però la città di Napoli è una città stupenda ... per questo si dice: "Vedi Napoli e puoi muori".

Dal 2014 oggi è l'undicesima volta che visito Napoli!

Sempre nuova, sempre bella, sempre sorprendente ... devi guardarla con misericordia, perché non tutto si capisce (devi essere di Napoli!), certo un pò più del senso del bene comune servirebbe ... ma pian piano!

Da quando c'è l'alta velocità, si può visitare in settimana, una giornata e un pezzetto... 

UN ESEMPIO del 2024

ore 10.53: Arrivo Napoli

TAXI FINO AL SANTUARIO DEL BUON CONSIGLIO

ore 11.30

Basilica Santuario

Incoronata Madre del Buon Consiglio

 +39 081 741.35.67 - Via Capodimonte, 13

48 min (3,1 km) a piedi, tramite Via Sanità (STAZIONE)

Apertura: ore 8.30 – 12.00 / 17.00 – 19.00

 

La maestosa chiesa dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio a Capodimonte sorse e fu realizzata per divina ispirazione e fervida operosità di una ragazza napoletana, Maria Landi, poi terziaria francescana e attualmente Serva di Dio e per la munifica disponibilità della nobiltà napoletana e di alcuni prelati nei quali la pia religiosa seppe trasformare i carismi della sua appassionata devozione alla SS Vergine Madre del Buon Consiglio, e trasferire l’idea della costruzione di un tempio che fosse monumento ai posteri di siffatta devozione, e li incoraggiasse a proseguirla.

Ma l’intenzione di Maria Landi non era quella di limitare cotale devozione a pochi fedeli, bensì quella di allargarla alla Chiesa universale; per cui alla tradizionale invocazione aggiunse quella della Regina della Chiesa Cattolica.

L’aggettivo Incoronata fu aggiunto il 6 gennaio 1912, festività della Epifania del Signore, quando l’immagine della Madonna tanto venerata venne impreziosita delle corone di oro, con decreto papale di S. Pio X.

Nel 1987, dal Cardinale Corrado Ursi fu ulteriormente ampliato con l’aggiunta di Madre dell’Unità della Chiesa.

Preghiera composta

dal Cardinale Corrado Ursi

Arcivescovo di Napoli

 

Incoronata Madre del Buon Consiglio, tu che sei maternamente legata alla Chiesa, precedendo sulle vie della fede, della speranza e della carità il Popolo di Dio, accogli tutti gli uomini che sono in cammino, pellegrini in questo mondo verso la patria celeste, con quell'amore che lo stesso Redentore divino, tuo Figlio, ha versato nel tuo cuore dall'alto della Croce. O Madre degli uomini e dei popoli, tu conosci tutte le nostre sofferenze e le nostre speranze, tu senti maternamente tutte le lotte tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, che scuotono il mondo; accogli il nostro grido rivolto al tuo cuore; prendi sotto la tua materna protezione l'intera famiglia umana, della giustizia e della speranza. Termini il regno della colpa, venga il regno di Dio. Non più si tema, ma si ami, e l'umanità raggiunga la patria celeste. Salve Regina.

 

Maria Landi nacque a Napoli il 21 gennaio 1861, giorno della memoria liturgica della vergine e martire S. Agnese, per la quale ella ebbe particolare devozione al punto di volerne un’immagine, in marmo, nel tempio che si andava costruendo. Si manifestò subito di ingegno assai vivace, anche se non ebbe adeguata formazione culturale, avendo frequentato, e non assiduamente, la scuola privata delle signorine Amoroso, le quali limitavano il loro impegno scolastico a pochi esercizi di lettura e scrittura ed a piccoli lavori domestici.

In compenso, ebbe una solida formazione spirituale, dalle cure di padre Salvatore Maria Nisio, delle Scuole Pie, poi vescovo di Ariano di Puglia, oggi Ariano Irpino, il quale fu, poi, testimone e garante dei celesti favori con cui la Divina Provvidenza arricchiva la giovane mistica. Alimentata da così profonda spiritualità, Maria Landi, a 17 anni, “si offrì con voto a Gesù Cristo vittima per la Chiesa, per la vita del Santo Padre, e per tutti i bisognosi del proprio Pastore”; e si impose la Regola di vita del Terzo Ordine Francescano della riforma Alcantarina e ne vestì l’abito. A 26 anni, il 7 novembre 1887, per speciale concessione del Card. Sanfelice, continuando a vivere nella sua casa, emise i voti solenni di povertà, castità e obbedienza.

E si considerò di diritto e di fatto suora ed assunse il nome di Maria di Gesù.

La particolare concessione del Sanfelice, però, non era stato un privilegio, per così dire, gratuito ma fu determinato, oltre che dalla personale esperienza che il pio arcivescovo aveva avuto della squisita spiritualità della Landi, anche dal desiderio di coinvolgerla, constatate le di lei capacità, nelle molteplici e multiforme opere di Carità che egli andava escogitando per il bene della diocesi e della città.

Espletando le quali, Maria Landi ebbe modo di conoscere, elemosinando alla porta dell’Alta Borghesia e della Nobiltà Napoletana, tanti insigni benefattori, che poi infervorò alla devozione della Incoronata Madre del Buon Consiglio e che entusiasmò all’idea della costruzione del Tempio a Capodimonte. Ma fece di più. Per assicurare continuità ed incremento ai suoi impegni di carità, riunì in Associazione le pie persone che con lei lavoravano alla gloria di Dio ed al sollievo dei sofferenti. Dando all’associazione delle donne il titolo di Dame dell’Incoronata ed a quella degli uomini il titolo di Figli della Fede. Un gruppo di giovanissime vollero seguirla nel suo cammino di spiritualità e la seguirono a Capodimonte, facendo vita comune, nel palazzetto che sorgeva alle spalle del tempio che si andava costruendo e costituirono il primo nucleo della Congregazione Religiosa delle ancelle della Chiesa, la quale ebbe il riconoscimento canonico dal Card. Ascalesi, alcuni anni dopo la morte della Madre, il 26 aprile 1936.

Anche il successore del Sanfelice, mons. Vincenzo Maria Sarnelli, della nobile famiglia dei Marchesi di Ciorani, proclamato Servo di Dio per le sue virtù eroiche, richiese, pur nel suo breve servizio pastorale a Napoli, la collaborazione di suor Maria di Gesù per le sue opere di carità. Il Card. Prisco, figura di altissimo rilievo nel campo della cultura filosofica a Napoli, riconoscendone la profonda spiritualità, potenziò al massimo le capacità organizzative della Landi, condividendone sinceramente le idee. Ma fu il Card. Alessio Ascalesi, succeduto al Prisco nel 1922, e che governò la Diocesi con animo sensibile e premuroso per ben 28 anni, che raccolse e portò a compimento con gioioso entusiasmo la ricca eredità di suor Maria di Gesù Landi la quale, frattanto, era stata assunta alla gioia della visione beatifica il 26 marzo 1931.

Negli anni ’90 le “Ancelle della Chiesa” si sono fuse con la Congregazione delle “Suore Francescane dei Sacri Cuori”.

ore 12.30

PRANZO in zona Museo Capodimonte

 

ore 13.30 VISITA MUSEO

BIGLIETTO 15,00 €

Il Museo di Capodimonte è aperto tutti i giorni, tranne il mercoledì

 Il Primo Piano è visitabile dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso alle 18.30)

Nei giorni feriali a partire dal 2 novembre 2023 (escluso i giorni ad ingresso gratuito, le domeniche e i festivi) il Secondo Piano del museo sarà visitabile dalle 8.30 alle 17.00 (ultimo ingresso 16.30)

Durante le domeniche, i giorni festivi e nelle giornate ad ingresso gratuito resterà chiuso al pubblico il primo piano mentre sarà aperto il secondo piano dalle 8.30 alle 19.30 con ultimo ingresso alle 18.30

L’Armeria, il Terzo Piano con la Sezione di Arte Contemporanea e Ottocento – Novecento, la sezione Ottocento Privato, la Chiesa di San Gennaro nel Real Bosco di Capodimonte resteranno chiusi

 *Le operazioni di chiusura dei piani inizieranno una trentina di minuti prima della effettiva chiusura 

Consulta gli orari delle Gallerie per avere informazioni dettagliate

 

ORARI GALLERIE

Dalle 8.30 alle 19.30 (con ultimo accesso alle ore 18.30) si potrà visitare il Primo Piano con la Galleria Farnese, la Galleria delle cose rare, la Collezione De Ciccio e le mostre in corso sullo stesso piano.

A partire dal 2 novembre 2023 il Secondo Piano con la Galleria delle Arti a Napoli dal ‘200 al Corridoio Barocco, e le mostre in corso sullo stesso piano  sarà visitabile dalle 8.30 alle 17.00 (ultimo ingresso alle 16.30)

L’Armeria, il Terzo piano con la sezione di Arte contemporanea, la Galleria fotografica di Mimmo Jodice e la sezione dell’Ottocento-Novecento, la sezione Ottocento privato resteranno chiuse per lavori di restauro, riqualificazione ed efficienza energetica

A partire dal 1 aprile 2023 chiusa la Chiesa di San Gennaro nel Real Bosco di Capodimonte

L’ Appartamento Reale è in riallestimento ma durante questa complessa fase di lavorazione si è scelto di aprire nove sale, dal Salone della Culla al Salone delle Feste, con un allestimento tematico per presentare i sovrani di Napoli e il gusto di corte tra Settecento e Ottocento.

 

ORARI PORTE

Porta Piccola apertura ore 7,00 e chiusura ore 21,00

Porta Grande apertura ore 7,00 e chiusura ore 20,00

Porta Miano

nei mesi di novembredicembre e gennaio: apertura ore 7,00 e chiusura ore 17,00

nei mesi di ottobrefebbraio e marzo: apertura ore 7,00 e chiusura ore 18,00 nei mesi di aprilemaggiogiugnoluglioagosto e settembre: apertura ore 7,00 e chiusura ore 19,30

 

ore 16.30

partenza a piedi verso la stazione

48 min (3,1 km) a piedi, tramite Via Sanità

ore 17.30/17.45 arrivo in stazione

         comprare cena in stazione

ore 18.35 partenza treno

 

ALTRO

Cattedrale di Santa Maria Assunta

Via Duomo, 147 - tel. 081449097

Orari di apertura - Duomo

Dal lunedì al sabato 08.30 – 13.30 / 14.30 – 20.00

Cappella del Santo:

9.00 – 12 .00 / 16.30 – 18.30

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Una dono per Napoli le cooperative di giovani ... grazie!

W Napoli!



lunedì 8 dicembre 2025

Ecco la serva del Signore!

 



Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

Certamente la Madre di Dio è scelta prima di SCEGLIERE.

Anche noi siamo stati scelti prima di scegliere: l’ho abbiamo ascoltato nella seconda lettura.

In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo

per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,

predestinandoci a essere per lui figli adottivi

mediante Gesù Cristo.

Scelti per essere!


Potremmo raffigurarlo con un’immagine, quella di una sorgente e di due affluenti. La fonte è nel «disegno d’amore della volontà» divina: in greco c’è il vocabolo eudokía che rappresenta il desiderio benevolo del cuore di Dio nei confronti delle sue creature. Prima ancora che esse uscissero dalle sue mani, egli aveva già un progetto, proprio come fa un padre che sogna un futuro glorioso per suo figlio.

Ed ecco, allora, il contenuto di quel “disegno d’amore”. Giungiamo, così, ai due affluenti. Il primo è quello dell’elezione: «ci ha scelti per essere santi e immacolati nella carità». Il grande sogno di Dio è, dunque, quello di vederci consacrati a lui, limpidi e dediti all’impegno dell’agápe, come è detta nell’originale greco la “carità”. Il secondo affluente d’acqua viva è la «predestinazione a essere figli adottivi»: è, quindi, l’adozione che ci rende partecipi della famiglia di Dio, accanto al Figlio unigenito Gesù Cristo.

Questa “predestinazione” non è un impulso meccanico e costrittivo – come talora lo si è concepito – ma, come suggerisce il vocabolo greco (pro-orízo) – è ancora una volta un progetto, un disegno d’amore che pervade la mente e il cuore di Dio e che attende la nostra libera e gioiosa adesione.


Ecco allora Maria è colei che sceglie di vivere limpida e dedita alla carità e figlia, sempre figlia, prima di essere madre: come vediamo nella nostra bellissima immagine della Madre di Dio venerata nella nostra Chiesa. Amen.


domenica 7 dicembre 2025

"Quanto è grande, o Madre, il tuo Amore"

 


La Madre del Popolo fedele è contemplata con affetto e ammirazione dai cristiani poiché, dato che la grazia ci rende somiglianti a Cristo, Maria è l’espressione eminente dell’azione con cui Lui trasforma la nostra umanità; ed è anche la manifestazione femminile di tutto ciò che la grazia di Cristo può operare in un essere umano. Dinanzi a tale bellezza, spinti dall’amore, molti fedeli hanno sempre cercato di riferirsi alla Madre con le parole più belle e hanno esaltato il posto peculiare che lei occupa insieme a Cristo. (Leone XIV, papa)

 

In questa vigilia uniamo il nostro sì, al sì di Gesù nell’orto del Getsemani e al sì di Maria all’annunciazione: perché il Padre continui a compiere in ciascuno noi la sua Volontà.

AVE MARIA …


VERGINE FIGLIA D'ISRAELE
Testo e musica di don Franco Bruno.
A Te Vergine,
figlia di Israele,
Dio rivolse
il suo sguardo d'Amore
e ti scelse
tra tutte le donne
come madre
al suo Figlio Divino.
E con gioia
accogliesti l'Annunzio
ed il Verbo
in te s'incarno'.
E tu desti
al mondo la Luce,
d'ogni uomo
la Salvezza e l'Amore.
E quel giorno,
lì sul Calvario,
il tuo Figlio
offristi per noi
e la spada trafisse
il tuo cuore.
Quanto è grande,
o Madre,
il tuo Amore.


S. Ambrogio, prega per noi!

 





7 dicembre

SANT’AMBROGIO

patrono della Regione lombarda

 

Oggi le diocesi della Lombardia celebrano la festa di

sant’Ambrogio, vescovo di Milano e dottore della Chiesa.

Annota il Martirologio Romano: «Si addormentò nel Signore il

4 aprile 397, ma è venerato in particolare in questo giorno, nel

quale ricevette, ancora catecumeno, l’episcopato della sede di

Milano, mentre era prefetto della città. Vero pastore e maestro

dei fedeli, fu pieno di carità verso tutti, difese strenuamente la

libertà della Chiesa e la retta dottrina della fede contro

l’arianesimo e istruì nella devozione il popolo con commentari

e inni per il canto».

 

COLLETTA dal Messale Romano

O Dio, che nel vescovo sant’Ambrogio

ci hai dato un insigne maestro della fede cattolica

e un esempio di apostolica fortezza,

suscita nella Chiesa uomini secondo il tuo cuore,

che la guidino con coraggio e sapienza.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,

e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,

per tutti i secoli dei secoli.


Un ritorno di fiamma ...

 

I Corpi santi ...



















sabato 6 dicembre 2025

San Giuliano di Cologno: chi è?

 


San Giuliano di Cologno è ...

Quartiere della popolosa Cologno Monzese famosa perché sede di Mediaset.


Però nella storia è un luogo di culto: antica Pieve del territorio, già luogo di culto nel IV secolo.

San Giuliano è un santo.

Ma chi?

Qui è un problema.

Dalle fonti, che poi leggerete (testo della storia di Cologno Monzese), è il martire venerato il 9 gennaio: Giuliano martire in Tebaide.

Il testo dice che il martire del 9 gennaio è lo stesso del 21 giugno. Ma non è vero. La questione del calendario giuliano e gregoriano differisce di giorni non di mesi.

Ma si scopre che è venerato, oggi, il 21 giugno (quindi già in epoca del libro).


Questo può significare che è il martire in Tebaide, sposo di Basilissa (venerato anche San Giuliano Milanese), ma siccome è venerato il 21 giugno, inganna l’omonima, e si fa diventare Giuliano di Anazarbo, conosciuto anche come Giuliano di Tarso, o di Cilicia o di Rimini (qui traslato... pare!) lo stesso Giuliano di Tebaide. Un gran caos!

A mio parere è il martire egiziano, ma celebrato il 21 giugno perché il 9 gennaio … fa freddo! Ma siccome il 21 giugno è segnato nel Martirologio anche un Giuliano, tutto fa brodo.

Uno appunto: ci sono immagini locali che raffigurano i due santi sposi?



Altro mistero è...  San Matteo (urna sotto l'altare maggiore della Pieve).

dalla Letture agiografica proclamata nella memoria liturgica
con Imprimatur del 1977 :(


San Matteo… martire romano? Missionario martire in Polonia? Ignoranza ... della Curia?

Certamente la presenza in San Giuliano è antica ... ma dll'epoca dei martiri delle catacombe.

Come attesta il Martirologio di Pietro Paolo Bosca:



San Matteo… nel villaggio di San Giuliano vicino a Coloniam (Cologno) ... il cui corpo fu sepolto (ivi) con onore.

Chi è?

UT UNUM SINT

 




Oggi è - per motivi di calendario - sia la memoria di San Nicola (Chiesa Cattolica), che per la Chiesa di Milano la solennità di S. Ambrogio: patroni rispettivamente delle regioni Puglia e Lombardia.


giovedì 27 novembre 2025

Le apparizioni di Rue du Bac





L’esperienza vissuta da Alfonso Ratisbonne a Sant’Andrea delle Fratte è atipica per molti aspetti eppure è strettamente connessa all’apparizione a Rue du Bac a Parigi. La conversione, infatti, è considerata come il più grande miracolo attribuibile alla Medaglia che il giovane ebreo portava al collo per scherno.

La medaglia miracolosa è legata alle apparizioni della Vergine Maria a Caterina Labouré, allora giovane novizia delle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli. Caterina, da giugno a dicembre del 1830, riceve per tre volte la grazia dell’apparizione dell’Immacolata.

 

Il 18 luglio 1830, alle 23:30, la giovane novizia si sente chiamare per nome. Un misterioso bambino è ai piedi del letto e la invita ad alzarsi per andare in Cappella dove la Vergine Maria la attende. Arrivati nella cappella, Caterina vive uno dei momenti più dolci della sua vita: una volta inginocchiatasi, poggia le sue mani sulle ginocchia di Maria che è seduta sulla sedia del sacerdote.

Il 27 novembre del 1830, durante l’orazione pomeridiana delle novizie, Caterina vide distintamente la Vergine ritta su un globo che con i piedi schiacciava un serpente, le mostra l’immagine della medaglia e le chiede di coniarla. 

Nel mese di dicembre del 1830, durante la meditazione, l’Immacolata si manifesta per l’ultima volta a Caterina dicendole che non la vedrà mai più.

“Conia questa medaglia”

I primi esemplari della Medaglia furono coniati nel 1832 ed ebbero una diffusione inaspettata. In quello stesso periodo a Parigi imperversava un’epidemia di colera e le suore della Carità distribuirono la medaglietta tra i malati, molti dei quali guarivano e per questo si diffuse con il nome di Medaglia Miracolosa.

Nei primi anni, nessuno, se non il confessore della Labourè, conosceva l’origine di quella effige. Caterina visse il suo rapporto privilegiato con Maria con grande riservatezza e solo dopo molto tempo si venne a conoscenza del fatto che era stata la Vergine stessa a richiedere la coniazione della Medaglia il 27 novembre del 1830.

Quel giorno, durante l’orazione pomeridiana delle novizie, Caterina vide distintamente la Vergine ritta su un globo che con i piedi schiacciava un serpente. Le mani di Maria erano aperte, dalle dita partivano raggi luminosi in tutte le direzioni e una voce interiore le diceva: «Questi raggi sono il simbolo delle Grazie che Maria ottiene per gli uomini». Quella immagine venne poi gradatamente incorniciata in un ovale e a lettere d’oro si impresse l’invocazione: «O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi».

Caterina riuscì anche a vedere il retro della Medaglia; sulla parte superiore apparve una lettera M nella quale si intrecciava una croce, simboleggianti il nome di Maria e il sacrificio del Redentore.

In basso sul fondo comparvero due cuori, uno coronato di spine e l’altro trafitto da una spada. Queste due immagini rappresentano il Sacro Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato di Maria e sembrano essere un chiaro richiamo alle visioni mistiche di santa Margherita Maria Alacoque avvenute nel 1644 a Paray-le-Monial (Francia).

Al termine, la novizia udì una voce interiore che le ingiunse di far coniare la Medaglia con la promessa che «le persone che la porteranno con fiducia, riceveranno grandi grazie».

FONTE