domenica 30 gennaio 2011

PENSIERI DI SANTI


Servo di Dio P. Mario Borzago

Paksane, 1 XII 1958

“Quando Gesù trionferà pienamente nelle nostre anime?
Quando verrà e non ci abbandonerà mai più,
e sarà vinta per sempre la lotta col male?

Potessi fermare tutta la mia vita accanto al Tabernacolo e pregare, unicamente pregare.
Poter celebrare una lunga santa Messa e salvare tutti gli uomini:
una santa Messa che mi faccia Cristo col Cristo
sull’altare della Calvario”.

Padre Mario Borzago
(1932 – 1960)
sacerdote O.M.I.
martire in Laos


Santa Bernadette vergine




“Quando Nostro Signore sarà nel vostro cuore, abbandonatevi a lui e gustate in pace le delizie della sua presenza. Amate, adorate, ascoltate, lodate, vi dirò anche: gioite. … Gli angeli invidiano la tua gioia, possedendo questo Dio tre volte Santo, cantando incessantemente le sue lodi, ma non possono riceverlo come noi. … Che bontà quella di Gesù nell’abbassarsi, fino a donarsi a noi e a fare del nostro povero cuore la sua dimora”.


(Santa Bernadette)



"Spirito Santo Dio di amore e di carità, sacro nodo che tiene strettamente unito il Padre eterno con l'Unigenito suo Figlio, amabile autore di tutte le sante e caste unioni, ti adoriamo e ti ringraziamo per averci unite così perfettamente nel divinissimo Sacramento dell'Eucaristia col nostro Salvatore Gesù Cristo, nostro adorabile Redentore… vero Dio e vero Uomo, affinché perseveriamo in questi giusti sentimenti ed in lodarti e adorarti incessantemente, non permettere che giammai ci separiamo da te con le nostre ingratitudini… col perdere la tua Presenza."

(beata Maddalena dell'Incarnazione)


Madre Maria Amata Fazio

Madre Maria Amata Fazio nacque a Palermo nel 1915, decima di dodici figli. Conseguito il diploma magistrale, nel 1934 entrò nell’Istituto delle Serve dei Poveri, fondato dal b. Giacomo Cusmano. Appena professa, le vennero affidate le novizie. Ma l’anelito da sempre avvertito verso la vita contemplativa la spinse a chiedere e ottenere il passaggio all’Ordine della Visitazione, nel Monastero di Palermo (1948). Compiuto il tempo di noviziato ad Annecy, culla dell’Ordine, ritornò a Palermo, ove ben presto venne eletta Superiora, tale rimanendo – con le dovute interruzioni – per ben 27 anni, facendo rifiorire il Monastero nei muri e soprattutto nelle persone. Difficoltà all’esterno e sofferenze nell’intimo furono sue compagne fedeli, senza fermarla mai. Nel 1996 fu colpita da paralisi, che, inchiodandola sulla sedia a rotelle, la fissò in uno stato di incessante preghiera e sofferenza. Si spense serenamente il 23 febbraio 2005. La sua vita e i suoi pochi ma ardenti scritti la manterranno viva nella memoria di chi l’ha conosciuta di persona o tramite le sue parole.

 "Sentii che la grazia, soltanto la grazia, era l’unico possibile, adeguato sostegno alla impossibilità umana” (Madre Amata).

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