sabato 25 agosto 2012

In pellegrianggio ... (II)







SANTA VITTORIA IN MATENANO (FM)
Sulla vetta del Monte Matenano si conserva il complesso del "Cappellone" e subito sotto la chiesa Collegiata con il Santuario di Santa Vittoria, realizzati tra il 1741 ed il 1815, che ospita nella cripta l'arca contenente i resti della Santa.


San Severino Marche (MC)

SANTA MARGHERITA CESOLO
Cesolo, San Severino Marche
Nel 1325 a Cesolo, una frazione di San Severino Marche (MC), nacque Santa Margherita, detta la "scalza". I suoi genitori, persone di umili origini e dediti all'agricoltura, le diedero una profonda educazione cristiana. All'età di 15 anni, mentre era intenta a pascolare il gregge, le apparve Gesù sotto le spoglie di un povero pellegrino. Il pellegrino le chiese da mangiare e la piccola le offrì l'unico pane che aveva. Ritornata a casa affamata, chiese alla madre se avesse qualcosa da darle da mangiare, questa le rispose che non aveva nulla. Margherita la pregò di guardare nella madia, la madre acconsentì alla richiesta e con sommo stupore trovò che la madia era piena di una gran quantità di pane da soddisfare i bisogni della famiglia e dei poveri del vicinato. La santa per non contraddire la volontà dei genitori, accettò ad unirsi in matrimonio con un giovane della città. Ebbe una figlia che educò secondo i principi cristiani. Alla morte del marito decise di dedicare tutta la sua vita al servizio dei poveri, alla preghiera e alla penitenza. Per essere vicina alla passione di Cristo si infliggeva terribili penitenze: camminava a piedi nudi per le vie della città (da qui il nome di Margherita la "scalza"), portava il cilicio, dormiva su un letto di sarmenti e poggiava il capo su una pietra. Sopportò una lunga e dolorosa malattia con grande fede e rassegnazione. Il 5 agosto 1395, ormai prossima alla morte, alla richiesta della figlia di lasciarle un ricordo, le si staccò la pelle dei piedi a forma di calzari con l'impronta di tutte le cinque dita, eppoi spirò. Il suo corpo riposa nella chiesa parrocchiale di Cesolo.

BEATA CAMILLA GENTILI ROVELLONE
Chiesa San Domenico - Via. E. Rosa - S. Severino Marche (MC)
Costruita con l'annesso convento nella prima metà del XIII secolo, fu riedificata agli inizi del sec XIV e trasformata nelle forme attuali nel sec XVII. All'interno è conservata una pregevole tavola cinquecetesca di Bernardino di Mariotto.

Camilla Gentili nacque nelle seconda metà del XV secolo, da Luca Gentili dei signori di Rovellone e da Brandina della nobile famiglia dei Grassi. Per volere della famiglia, si sposò con il nobile Battista Santucci, uomo violento e rissoso. Il marito di Camilla riversava l'odio che aveva per tutti i membri della famiglia Grassi, sulla suocera Brandina e sulla sposa, donna mite, sottomessa e stimata da tutti per la bontà. Incolpato dell'assassinio di Pierozzo Grassi nel 1482, Battista ebbe salva la vita grazie all'intervento personale e le preghiere di Camilla. Nonostante ciò il suo odio verso i Grassi non si placò, anzi crebbe a tal punto da proibire alla moglie di avere contatti con la madre Brandina. Accortosi che il suo divieto non era stato rispettato, il 26 luglio 1486, Battista con finta tenerezza invitò Camilla ad accompagnarlo all' Uvaiolo, località dove possedeva un podere, per trascorrere qualche ora in serenità. Camilla accondiscese senza rendersi conto che si stava recando al patibolo. Qui il marito tirò fuori un pugnale e colpì Camilla prima alla gola e poi al seno, mentre lei innalzava al Signore la sua preghiera di perdono e di amore. Battista commesso il grave misfatto tentò la fuga che non poté effettuare come se fosse legato a terra. L'agghiacciante fatto venne subito scoperto, destando indignazione e pietà. La salma di Camilla fu tumulata nella chiesa di Santa Maria del Mercato (l'attuale chiesa di San Domenico) dove la famiglia Gentili aveva la sepoltura. Fin da subito la sua tomba fu meta di pellegrinaggi per le grazie ed i prodigi accordati a quanti ricorrevano alla sua protezione. Devoto di Camilla fu anche il cardinale di Bologna Prospero Lambertini che divenne poi papa con il nome di Benedetto XIV. Il 15 gennaio 1841 Gregorio XVI la proclamò "Beata" e stabilì la festa della Beata Camilla Gentili di Rovellone il 27 luglio, il giorno dopo la sua morte.

Beato Pellegrino da Falerone
Santuario Madonna dei Lumi in S. Severino Marche (MC)
Via Madonna dei Lumi
Fu edificato nel XVI sec. in seguito ad un fatto prodigioso, avvenuto nel 1584, di un grande e ripetuto scintillare di lumi nel luogo dove, su un pilastro, era dipinta l'immagine della Madonna. La costruzione, deve le forme attuali ai Barnabiti, che nel 1657 ebbero la custodia del Santuario, oggi affidato ai Cistercensi.

Nel Santuario della Madonna dei Lumi, sono conservati i resti del Beato Pellegrino da Falerone. Nacque verso il 1180 a Falerone, paese della provincia di Ascoli Piceno.Apparteneva ad una nobile famiglia. Da giovane fu indirizzato alla carriera degli studi giuridici nella Università di Bologna. In questa città maturò la sua vocazione religiosa dovuta ad una predica pubblica, tenuta da S.Francesco di Assisi a Bologna il 15 agosto 1222.
S. Francesco lo accettò al suo seguito, avendo egli lasciato le sue ricchezze. Fu un umile frate, si dedicò alla assistenza dei malati con amore e sollecitudine. Pellegrino muore nel convento di San Severino il 5 settembre 1233.
Per i molti prodigi prima e dopo la morte fu subito venerato come santo dal popolo. Verso la fine del 1200 il corpo del Beato Pellegrino, riesumato e incorrotto, fu trasferito nella vicina e nuova chiesa al Castello, dedicata a San Francesco.
Nel 1585 il corpo del Beato fu trovato disfatto. Le sacre ossa furono composte in una umile cassa di legno e furono traslocate nel Santuario della Madonna dei Lumi il 30 luglio del 1865, ove ancora si conservano.  Il suo culto fu confermato dal Papa Pio VII nel 1821. La gente ricorreva alla intercessione di questo santo per essere liberata dal mal di denti. I monaci toccavano i denti con la reliquia del santo e facevano la orazione annessa. Nel 1986 fu rubata la reliquia del santo e la tradizione si è spenta.

Beato Bentivoglio De Bonis
Santuario Madonna dei Lumi in S. Severino Marche (MC)
Oltre i resti del Beato Pellegrino, il Santuario custodisce quelli del Beato Bentivoglio De Bonis, che nasce a San Severino Marche verso la fine del secolo XII. Era figlio della nobile famiglia Giraldo e Albasia De Bonis che dimora al Castello.
Per la predicazione di S. Francesco di Assisi, il movimento francescano aveva posto profonde radici nella città di San Severino. Fuori le mura era sorto un convento e qui molti giovani entravano come religiosi, attratti dal fascino spirituale di Francesco. Tra questi, non senza contrasti familiari,vi fu anche Bentivoglio, presentato a San Francesco da frate Paolo da Spoleto, fondatore del convento settempedano.
San Francesco, intuendo in Bentivoglio la stoffa del santo, non esitò a rivestirlo dell’abito di frate minore nell’anno 1223 circa.
La vita di umiltà e povertà del Beato è menzionata nel capitolo 42 dei Fioretti di San Francesco.
Divenne sacerdote, predicatore, modello di santità e operatore di fatti prodigiosi in vita e dopo morte, la quale avvenne la notte di Natale del 1288.
Le sue spoglia mortali furono seppellite nella chiesa di San Francesco fuori le mura del Castello di San Severino, dove rimase fino al 30 luglio dell’anno 1865. Da allora il B.Bentivoglio è stato sempre venerato dal popolo e dall’Ordine francescano come santo; per questo il suo culto fu confermato da Papa Pio IX il 23 settembre 1852.
Poco dopo le autorità cittadine di San Severino lo proclamavano comprotettore della città ed una lapide marmorea nel Palazzo Comunale ne tramanda la memoria. Le sue spoglie furono portate nel Santuario della Madonna dei Lumi nel 1865 insieme a quelle del Beato Pellegrino.

Venerabile Francesca Trigli
Santuario Madonna dei Lumi in S. Severino Marche (MC)
All’ingresso della Cappella della Madonna dei Lumi, alla base del pilastro di sinistra per chi guarda l’altare della Vergine, si nota una lapide in marmo nero che indica la tomba della Venerabile Francesca Trigli, detta dal Serrone, terziaria francescana. Nacque nella frazione Serrone di San Severino nel 1557. Visse con fervore lo spirito di San Francesco e ne abbracciò il Terzo Ordine. Morì in concetto di santità nel 1601.
Nel 1609 iniziarono le raccolte delle testimonianze per il processo di beatificazione. Nella biblioteca comunale di San Severino, esiste un carteggio che raccoglie tutti gli elementi per il processo, ricco di testimonianze e fatti prodigiosi.
Purtroppo il processo fu sospeso il 23 marzo 1625 per decreto di Papa Urbano VIII, che stabiliva per queste cause un intervallo di 50 anni  dalla morte. Poi per vari motivi, tra cui quello della mancanza di fondi, il processo non fu più ripreso.
La Venerabile è rimasta famosa per un profondo spirito di preghiera, per l’amore alla Passione di Cristo, a cui si avvicinò con la espressione di una piaga al costato, che nei venerdì dai 14 anni fino alla morte continuò a sanguinare. Esercitò la carità verso i bisognosi, specialmente verso i bambini abbandonati, inoltre nascondeva nella umiltà le grazie che Dio elargiva per sua intercessione. Ebbe il dono di conoscere il segreto delle coscienze e quello della profezia. Previde l’apparizione dei Lumi del 17 gennaio 1584; la costruzione del Santuario omonimo e la elezione del Papa Sisto V.
La tradizione ci ha lasciato un ricco ricamo su filo rete, da lei fatto e donato al Santuario per l’altare della Madonna, ancora oggi, esposto alla ammirazione dei devoti, vicino la sua tomba.
Non meno intensa fu la sua devozione per la Madonna, dalla quale ebbe grande conforto fin dai primi anni di vita, a causa della perdita dei suoi genitori. Dalla sua biografia rileviamo un forte attaccamento alla Eucaristia, tanto che per lunghi anni, fu il suo unico nutrimento. Una vera mistica insomma!
Lei stessa aveva chiesto di essere sepolta nel Santuario della Madonna dei Lumi, dove spesso si raccoglieva in preghiera.
Desiderio che fu esaudito dal primo vescovo della rinata diocesi di San Severino Marche, Mons. Marziario nel 1601.

Beata Marchesina Luzi
Chiesa S. Agostino in S. Severino Marche
La Chiesa, in origine dedicata a S. Maria Maddalena, fu assegnata nel XIII sec. agli Agostiniani. Rimaneggiata a più riprese, subì radicali restauri quando, nel 1827, divenne cattedrale. Interessante la facciata (XV sec.) in cui si nota il bel portale cuspidato in laterizio con tracce di affreschi di Lorenzo d'Alessandro; all'interno si trovano numerose opere.

La beata Marchesina Luzi nacque a San Severino verso la fine del '400 da Silvestro Luzi, capostipite di una illustre e nobile famiglia vissana. Marchesina viveva con il padre Silvestro, lo zio Don Bernardino, rettore della chiesa abbaziale di San Lorenzo, ed il fratello Mariotto. Marchesina cresceva virtuosa e dedita alle opere di carità e alla preghiera.
Aveva forte il desiderio di entrare in convento ma, non volendo abbandonare il padre, decise di scegliere un'altra forma di vita religiosa molto in auge in quel tempo: si iscrisse al terzo ordine di Sant'Agostino vestendone l'abito. La monaca era molto preoccupata per la vita dissoluta che conduceva Mariotto. Il fratello, dedito ad illecite relazioni, aveva persino messo gli occhi su Marchesina.
I primi di gennaio del 1510, Mariotto disse al padre di volersi recare a fare una visita a Visso, luogo di provenienza della famiglia, e chiese il permesso di portare con sé sua sorella. Durante il percorso Mariotto tentò di abusare di Marchesina, ma lei rifiutò le proposte oscene del fratello e costui la strangolò ed abbandonò il corpo in una grotta. Sarebbe passato tanto tempo prima di conoscere il misfatto, se Marchesina non fosse apparsa per tre notti in sogno ad un frate agostiniano indicandogli il luogo della sua morte e la causa.
A questo punto il frate, su consiglio del suo superiore, decise di accertarsi della veridicità del sogno e recatosi presso le Grotte di S. Eustacchio trovò il cadavere della monaca ancora roseo e flessibile, nonostante fossero passati tre giorni. Il corpo fu traslato nella chiesa di Sant' Agostino ed ancora oggi riposa lì, nell'altare dedicato a San Valentino.

venerdì 24 agosto 2012

In pellegrinaggio ... (I)



La Madonna di Loreto e
i Ss. Romualdo, Benedetto, Agostino e
Giovanni Evangelista (XVII sec.)


EREMO DELLA VERNA – CHIUSI DELLA VERNA (AR)
Orario apertura:
08:00-20:30
Camere: 72 (singole, doppie e triple)
Tel. 0575 5341, 0575 534210, orario: 09 -17
Prezzi pensione completa anno 2011:
55 euro per un giorno
46 euro per permanenze di almeno 3 giorni
@ santuarioverna@gmail.com


CASCIA (dal 22 al 25 agosto)
Hotel delle Rose - Casa del Pellegrino
via Fasce 2 - 06043 Cascia (Perugia)
tel. +39 0743 76241 - fax + 39 0743 76240

1\2 pensione 70 euro
Pensione completa 80 euro
Camera singola

ORARI DI APERTURA DEL SANTUARIO SANTA RITA DA CASCIA
aprile-ottobre
VISITE AL MONASTERO
festivi:  8.00;  8.30;  9.00;  9.45;  10.30;  11.15;  12.00;  14.30;  15.30;  16.45;  17.30
feriali:  9.00;  10.15;  11.15;  14.30;  15.30;  16.45;  17.30
VISITE ALLA BASILICA
festivi: dalle 6.30 alle 20.00

NORCIA
Casa Religiosa San Benedetto
Norcia, Via delle Vergini, 13 – Tel. e Fax 0743.828208

Il nucleo storico di Norcia è raccolto entro una cinta muraria del XIII secolo dalla singolare forma a cuore. Lungo il perimetro sono visibili le otto antiche porte della cittadina, che hanno conservato il nome e le caratteristiche di un tempo, ed i torrioni medioevali.

Entrando da Porta Romana, percorrendo l'ottocentesco Corso Sertorio si arriva nella piazza principale, naturalmente dedicata a San Benedetto. Qui - intorno alla statua in onore del figlio più illustre di Norcia (1880, opera di Giuseppe Prinzi) - si affacciano i più importanti edifici della cittadina. Il Palazzo Comunale, costruito nel sec. XIII, fu restaurato in varie epoche a causa dei frequenti terremoti. Del sec. XIII rimane il portico con colonne basse e tozze, mentre la parte superiore ha acquistato l'aspetto attuale dopo il terremoto del 1859.

Sul lato destro del Palazzo Comunale vi è la Basilica di S. Benedetto. Presenta una facciata a capanna della fine del sec. XIV in stile gotico con un bel portale a fasci di colonnine, e sorge sopra i ruderi di un edificio romano del I-II sec. d.C. identificato, secondo la tradizione, come la casa natale del santo.

La Basilica apre ogni giorno alle 8,20 e chiude alle 20,15. La Basilica rimane chiusa il martedì pomeriggio per pulizie solitamente dalle 15,00 alle 18,00.

L'interno, a croce latina, ha subito varie modifiche nel corso dei secoli, e non segue uno stile ben preciso: elementi romanici, gotici e barocchi si mescolano tra loro. A metà della navata, attraverso due scalette laterali, si entra nella cripta, dove si possono vedere i resti delle fondazioni del palazzo del I-II secolo d.C. Alla fiancata destra della chiesa è stato addossato verso il 1570 il Portico delle Misure, con lo scopo di creare una sorta di mercato coperto dei cereali.

La rocca che occupa l'intero lato occidentale della piazza, chiamata Castellina, era una residenza fortificata ad uso dei governatori apostolici. A partire dal 1569 vi si stabilirono prefetti nominati da Roma con giurisdizione su un vasto territorio detto Prefettura della Montagna. Il progetto dell'edificio, iniziato nel 1554, è del Vignola. Splendidi il portale, il cortile, la scalinata d'accesso al piano superiore. Oggi la Castellina è sede del Museo Civico e Diocesano.

Leggermente defilata rispetto alla piazza, la Concattedrale di Santa Maria Argentea ha origini molto antiche. Al tempo dell'impero romano, sull'area ora occupata dalla Castellina sorgeva un tempio dedicato alla Dea Fortuna Argentea, che nel III sec. d.C. fu convertito al culto cristiano. I resti dell'antica pieve si possono vedere tuttora nei sotterranei della Castellina. L'attuale chiesa fu costruita tra il 1556-1570 in stile rinascimentale,con grandi arconi in pietra e cappelle gentilizie. Presenta una semplice facciata a capanna in pietra bianca e un elegante portale con imposte lignee del 1576. Il portale laterale è di fattezze gotiche (fine sec. XIV) e proviene dalla demolita pieve. Danneggiata da eventi sismici, fu restaurata in stile neoclassico nel XVIII sec. L'interno conserva numerose opere d'arte come il crocifisso ligneo di Giovanni Tedesco del 1494, una tela di Giuseppe Paladini (1756) e, nella cappella della Misericordia, il sontuoso altare di Francesco Duquesnoy (1640) e un pregevole affresco cinquecentesco con l'immagine della Madonna col Bambino e i Santi Benedetto e Scolastica. Nella cattedrale è sepolto il “corpo santo” di San Benedetto martire.

In piazza Garibaldi, la ex-chiesa di San Francesco, è uno dei più significativi esempi d'arte gotica della zona, con apprezzabili affreschi interni del XV e XVI sec. La chiesa, duramente colpita dal terremoto del 1859, è il risultato della ricostruzione portata a termine dai francescani verso il 1385, anno in cui si stava lavorando al rosone della facciata. Il complesso di San Francesco oggi ospita l'auditorium, la biblioteca e l'archivio storico comunale.

Risalendo verso la parte più alta del borgo, lungo via Anicia si trova la chiesa di S. Agostino. Conserva al suo interno altari barocchi in legno, una cantoria in noce del sec. XVII e interessanti affreschi votivi nella controfacciata (sec. XIV-XVI) e nelle pareti laterali (sec. XVI-XVII).

Poco distante da via Anicia, in via Umberto si può ammirare un'interessante edicola votiva: il Tempietto. è un piccolo monumento romanico-gotico del 1354.  Opera di un artista locale, Vanni della Tuccia, è l'edificio storico meglio conservato e più originale di Norcia.

Nel rione di Capolaterra, le cui casupole dalla candida facciata sono oggi quasi tutte restaurate,  in piazza Palatina è da visitare l'oratorio di S. Agostinuccio con il magnifico soffitto ligneo dorato e dipinto e sedili in noce del XVII secolo.

Camminando per le vie di Norcia si notano numerosi palazzi gentilizi, costruiti dalle famiglie più facoltose, con interessanti elementi architettonici e capolavori d'artigianato che decorano portali, balconi e finestre.

 A differenza che in altre città dell'Umbria, nell'edilizia civile non predomina la pietra medievale ma l'intonaco e una commistione di stili che si spiega con le vicende sismiche che hanno cambiato più volte il l'aspetto di Norcia.

Splendidi sono i balconi settecenteschi in ferro battuto (palazzi Cipriani e Accica), i portali bugnati (palazzi Passerini, Coalizzi, Seneca), le scalinate interne e i saloni.

Piedivalle
L'abbazia di Sant'Eutizio è uno dei complessi monastici più antichi in Italia. Situato nella Valcastoriana nei pressi di Piedivalle, nel comune di Preci, questo complesso è ritenuto uno dei luoghi più importanti per il monachesimo occidentale. Diverse personalità spirituali sono state legate a questo luogo, tra cui San Benedetto e San Francesco.
Questa comunità abbaziale fu fondata originariamente da Santo Spes, Sant'Eutizio e San Fiorenzo. Santo Spes fu il maestro di San Benedetto da Norcia, di Sant’Eutizio e di San Fiorenzo, e nel 470 fondò il monastero, in cui visse per quarant’anni convivendo con la sua cecità.

S. Anatolia di Narco
Sant’Anatolia di Narco è un antico borgo che sorge sulle sponde del fiume Nera, cinto da mura trecentesche e dominato da due torrioni del quattrocento.

Chiesa di San Felice di Narco
E' tradizione che fin dall'Alto Medio sarebbe esistito un cenobio fondato da San Mauro di Siria, padre di San Felice, di cui peraltro non restano tracce. Fu, in seguito, centro religioso di notevole importanza (diventò infatti priorale e collegiata) come è dimostrato, oltre che dal pregio dell'edificio, da due volumi  manoscritti e miniati del sec. XII con leggende di Santi venerati a Spoleto, provenienti da questa chiesa ed oggi conservati nella biblioteca capitolare di Spoleto. La Chiesa attuale fu costruita all'incirca nel 1190.
La facciata costituisce uno degli esempi migliori dell'architettura romanica spoletina. Fra i più interessanti esempi della scultura romanica umbra sono il rosone con i simboli evangelici, i rilievi sottostanti che raffigurano due storie di S. Felice (uccisione del drago, resurrezione del figlio della vedova) e l'Agnus Dei nel Timpano. L'interno e a una sola navata con presbiterio sopraelevato, delimitato da plutei cosmateschi, e cripta in cui si conserva il sarcofago che la tradizione attribuisce al santo titolare.

La chiesa parrocchiale di Sant'Anatolia contiene pregevoli affreschi del XIV secolo. Di grande interesse artistico è anche l'oratorio di Santa Maria delle Grazie in stile rinascimentale,

VISSO (MC)
Il Santuario di Macereto è un complesso religioso che si trova nel territorio comunale di Visso, nei Monti Sibillini, ad un'altezza di circa 1000 metri s.l.m. È situato nell'omonimo altopiano, nei cui pressi sorgeva un tempo il castello dei conti di Fiastra. Si tratta della maggiore espressione dell'Architettura rinascimentale del '500 nelle Marche.

Vuole la tradizione che il 12 agosto 1359, nel trasportare una statua lignea della Madonna con Bambino da Loreto al Regno di Napoli, i muli facenti parte della carovana si fermarono in ginocchio sul sito attualmente occupato dal santuario, e da lì non vollero più ripartire, nonostante i calci e le frustate. I popolani accorsi in aiuto videro nell'accaduto un segno divino, e pretesero che la statua rimanesse lì, così nel giro di pochi anni venne costruita sul luogo una primitiva chiesetta dedicata alla Madonna.

Nel secondo '400 la statua originale venne sostituita da un'altra, attualmente conservata nel Museo pinacoteca di Visso.

giovedì 23 agosto 2012

PREGHIERA A TUTTI I SANTI





Preghiera a tutti i Santi

O spiriti celesti, voi santi venerati in questo luogo e a voi tutti Santi del Paradiso,
volgete pietosi lo sguardo sopra di noi,
ancora peregrinanti in questa valle di dolore e di miserie.

Voi godete ora la gloria che vi siete meritata seminando nelle lacrime in questa terra di esilio.
Dio è adesso il premio delle vostre fatiche, il principio, l'oggetto e il fine dei vostri godimenti.
O anime beate, intercedete per noi!

Ottenete a noi tutti di seguire fedelmente le vostre orme,
di seguire i vostri esempi di zelo e
di amore ardente a Gesù e alle anime,
di ricopiare in noi le sue sante virtù,
affinché diveniamo segno della sua presenza e
un giorno partecipi della vostra gloria immortale.
Amen.

Litanie dei Santi

Signore Pietà! Signore, pietà!
Cristo pietà, Cristo, pietà!
Signore, pietà! Signore, pietà!
Santa Maria, madre di Dio, prega per noi.
Beata Vergine del Macereto
San Michele, prega per noi.
San Giovanni Battista, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Santi Pietro e Paolo, pregate per noi.
Sant'Andrea, prega per noi.
San Giovanni, prega per noi.
Santi apostoli ed evangelisti, pregate per noi.
Santa Maria Maddalena, prega per noi.
Santi discepoli del Signore, pregate per noi.

Santo Stefano, prega per noi.
Sant'Ignazio d'Antiochia, prega per noi.
San Lorenzo, prega per noi.
Sante Perpetua e Felicita, pregate per noi.
Sant'Agnese, prega per noi
Santa Maria Goretti, prega per noi
San Benedetto martire romano
Santa Anatolia martire
Santi Mauro il Siro e Felice, suo figlio, martiri
Santa Vittoria martire
Beata Camilla Gentili Rovellone martire
Beata Marchesina Luzi martire
Santa Prima martire romana
San Savino martire romano
Santi martiri di Cristo, pregate per noi.

Santo Spes, prega per noi.
Sant'Eutizio, prega per noi.
Sant'Atanasio, prega per noi.
Sant'Agostino, prega per noi.
Santa Teresa d'Avila, prega per noi.
Santa Scolastica, prega per noi.
Santa Rita da Cascia, prega per noi.
Santa Marina vergine, prega per noi.
Santa Margherita da Cesolo, prega per noi.
Santa Liberata, prega per noi.
Santa Caterina da Siena, prega per noi.
San Nicola da Tolentino, prega per noi.
San Montano, prega per noi.
San Martino, prega per noi.
San Gregorio, prega per noi.
San Giovanni Maria [Vianney], prega per noi.
San Francesco, prega per noi.
San Francesco Saverio, prega per noi.
San Fiorenzo, prega per noi.
San Domenico, prega per noi.
San Benedetto, prega per noi.
San Basilio, prega per noi.
Beato Ugolino da Fiastra, prega per noi.
Beato Simone Fidati, prega per noi.
Beato Pietro Giacomo da Pesaro, prega per noi.
Beato Pellegrino da Falerone, prega per noi.
Beato Giovanni del La Verna, prega per noi.
Beato Bentivoglio de Bonis, prega per noi.
Beata Teresa Fasce, prega per noi.
Venerabile Francesca Trigli dal Serrone, prega per noi.

Santi e beati pellegrini a Loreto, pregate per noi
Santi e sante di Dio, pregate per noi.

mercoledì 22 agosto 2012

Era proprio una santa!




Video sulla Serva di Dio CONCETTA LOMBARDO
martire il 22 agosto.

La vita. Nata a Stalettì, nella diocesi di Catanzaro-Squillace, il 7 luglio 1924, Concetta Lombardo, dopo solo sette mesi, rimane orfana di padre, Gregorio, bracciante agricolo, morto in un incidente di lavoro. La sua fede sincera e semplice le dava la forza di dedicarsi alle fatiche domestiche, ai lavori stagionali dei campi e agli impegni del suo mestiere di sarta per aiutare la madre, Giovanna, a mandare avanti la famiglia, composta oltre che da lei da una sorella più grande, Angelina. Oltre agli impegni familiari Concetta partecipa attivamente alle iniziative pastorali della diocesi: esemplare giovane dell'Azione Cattolica e catechista, aveva professato la Regola del Terzo Ordine Francescano.

Impegnata attivamente in parrocchia, in lei apparivano ben chiari i segni delle sue doti naturali: un carattere dolce, mite, affabile, servizievole ed umile. Caratteristiche che tutti, nel piccolo centro calabrese, ammiravano insieme alla sua singolare avvenenza fisica. Trascorse i suoi anni di adolescente in un tempo anche molto difficile segnato dagli eventi e dalle conseguenze della seconda guerra mondiale. In questo periodo la madre le propone il matrimonio con un giovane del luogo che Concetta vedeva bene: con lui voleva costruire una famiglia. Ma il matrimonio svanisce: il ragazzo parte per la Germania  in cerca di lavoro e ben presto si sposa con una tedesca. Scossa da questa storia non abbandona comunque l'idea di costruire la sua femminilità con un amore benedetto dal Sacramento del matrimonio.

Un desiderio e un sogno che, però, non riesce a realizzare: di lei si innamora un uomo, Vincenzo Messina, sposato con figli, fruttivendolo e gestore di uno spaccio di carne in un comune vicino a Stalettì. Dopo aver conosciuto Concetta, Messina diventa amico della famiglia tanto che battezza la primogenita della sorella di Concetta. Questo fa si che il fruttivendolo visita spesso la casa dei Lombardo innamorandosi perdutamente di Concetta. Questo "amore", non corrisposto, preoccupa la famiglia Lombardo che corre ai ripari respingendo il Messina come indegno di "comparaggio" e della loro fiducia, per l'inammissibile comportamento.

Ma Messina continuava e, sempre più insistentemente, chiedeva alla giovane Concetta di andare a convivere insieme: una proposta che lei considerava peccaminosa e disonorante: pur di non peccare preferiva morire, come è successo la mattina del 22 agosto del 1948 quando, ad un ennesimo rifiuto di Concetta, il Messina la colpisce a morte con due revolverate, togliendosi lui stesso la vita poco dopo con la stessa arma. Un fatto che suscitò molto scalpore e molti considerarono la morte di Concetta, come un vero martirio oltre che modello di fermezza cristiana e di fedeltà evangelica, da additare come esempio luminoso al mondo di oggi.
Hanno detto di lei. "Con assoluta umiltà Concetta Lombardo viene a ricordarci che non si costruisce la storia se non si hanno delle certezze. Ci vogliono chiari punti di riferimento, raggiunti, certo, in piena libertà, ma assolutamente necessari. Sono i valori che danno un senso alla vita e per i quali si deve essere disposti a dare tutto": così mons. Antonio Cantisani, presidente emerito della Conferenza episcopale calabra, parla di Concetta Lombardo, catechista dell'Azione cattolica e terziaria francescana, indicandola come una testimonianza per i giovani d'oggi. Lombardo, infatti, per difendere la sua purezza, è stata uccisa da un uomo sposato che desiderava averla.

La grandezza di Concetta Lombardo sta soprattutto nella sua semplice vita cristiana con al centro la Parola di Dio e la sua volontà che lei cerca avidamente e fedelmente. La sua vita "grida – ha sottolineato mons. Antonio Cantisani che nel 1990 ha voluto fortemente l'apertura della causa di beatificazione – che sull'impegno pastorale di una seria preparazione alla famiglia come comunità d'amore, non si può transigere". Il suo esempio, come quello di tanti, di "creatura coerenti a tutti i costi con la propria dignità e la propria coscienza, ci da il diritto di guardare con piena fiducia al domani dell'umanità".

Ci vogliono queste persone che sanno valorizzare la "ferialità" facendo con amore le cose "ordinarie": quel "dovere che è proprio di ciascuno secondo la specifica vocazione. E' più che mai vero che niente è piccolo quando è grande il cuore che dona". Oggi le spoglie mortali di Concetta Lombardo, traslate nella chiesa matrice di Stalettì, sono meta di numerosi pellegrini, provenienti da varie parti della regione mentre la documentazione diocesana del processo canonico sulla vita, le virtù e la fama di martirio della Lombardo sono all'esame della Congregazione per le Cause dei Santi.

BLOG sulla Serva di Dio, con gli ultimi passi fatti per la causa di canonizzazione.
un'OPERA TEATRALE di Gregorio Calabretta.

Pellegrinaggio in Umbria e nelle Marche







Mercoledì 22 agosto, partenza,
CHIUSI DELLA VERNA (AR) - CASCIA

-         santuario de La Verna; San Francesco e il beato Giovanni del La Verna


Giovedì 23 agosto , CASCIA - ROCCAPORENA

-         S. Rita da Cascia, beata Teresa Fasce, beato Simone Fidati, Miracolo Eucaristico - santuario, monastero e basilica della Santa;
-         Roccaporena e chiesa del Battesimo di S. Rita; San Montano


Venerdì 24 agosto, NORCIA

-         San Benedetto, S. Scolastica, S. Benedetto M. - Basilica di S. Benedetto e Concattedrale
-         Santo Spes, Sant'Eutizio e San Fiorenzo, abbazia di S. Eutizio a Piedivalle

-         Santa Anatolia, S. Anatolia di Narco (PG)
-         Santi Mauro il Siro e Felice, Castel San Felice di S. Anatolia di Narco (PG)


Sabato 25 agosto, LORETO - VISSO

-         Prendere direzione Visso, poi direzione Tolentino-Civitanova Marche
-         Madonna del Macereto, Visso (MC)

Oppure
-          Santa Anatolia, S. Anatolia di Narco (PG)
-         Santi Mauro il Siro e Felice, Castel San Felice di S. Anatolia di Narco (PG)


Domenica 26 agosto, SANTA VITTORIA IN MATENANO (FM)

-         Santa Vittoria martire, S. Vittoria in Matenano

Lunedì 27 agosto, PROVINCIA DI ANCONA – diocesi di Senigallia

-         Santa Marina vergine, Castel Colonna (AN)
-         Santa Liberata vergine, Roncitelli di Senigallia (AN)

Martedì 28 agosto, SAN SEVERINO MARCHE

-         Santa Margherita da Cesolo, Cesolo di S. Severino Marche
-         Beata Camilla Gentili Rovellone, Chiesa di S. Domenico
-         Beato Pellegrino da Falerone, Beato Bentivoglio de Bonis, Venerabile Francesca Trigli dal Serrone - Santuario Madonna dei Lumi
-         Beata Marchesina Luzi, Chiesa di S. Agostino

Mercoledì 29 agosto, SAN SEVERINO MARCHE (Frazioni)


Giovedì 30 agosto, FIASTRA (MC)

-         Santuario del Beato Ugolino, Fiastra

Venerdì 31 agosto, Pesaro

-         Beato Pietro Giacomo da Pesaro, San Nicola da Tolentino, Oasi di San Nicola (Valmanente), strada San Nicola

Sabato 1 settembre, CORINALDO

-         Santa Maria Goretti, santuario e casa natale

Oppure

-         Offida, Chiesa di S. Maria della Rocca


Domenica 2 settembre, rientro, A CASA

martedì 21 agosto 2012

Un "folle per Cristo"






Cosa significa stolto o folle per Cristo?
- vedi il link

Un esempio è S. Nicola il Pellegrino, patrono di Trani.



* * *

“Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti”. (1Cor 1,27)

Pensieri mariani ... (II)







Tu, O Maria, sei divenuta il libro nel quale oggi è scritta la nostra regola: Gesù Cristo.
In te si manifesta oggi la fortezza e la libertà dell'uomo.

Santa Caterina da Siena

lunedì 20 agosto 2012

Pensieri mariani ... (I)






Tutti i mesi dell'anno noi spendiamo a parlare di Maria, a meditare Maria, a predicare Maria. E predicando Maria, che la Chiesa invoca "Virgo praedicada", noi predichiamo DIO che dall'eternità la scelse a madre del suo Verbo".

Beato Bartolo Longo

domenica 19 agosto 2012

XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)


S. Pietro Giuliano Eymard
sacerdote e fondatore (3 agosto)


“La sapienza si è costruita la sua casa” (Sap)

Chi è la Sapienza che imbandisce la tavola con carne e vino? Chi è la Sapienza che manda i servitori (“Ha mandato le sue ancelle”) a invitare chi è inesperto nell’arte del banchettare perché possa mangiare del suo pane e bere del suo vino?
Chi è la Sapienza che chiede di abbandonare l’inesperienza e di farsi guidare nel mangiare e nel bere. E che ci raccomanda: abbiate intelligenza nel dare soddisfazione alla vostra fame!

Sul discorso, mangiare e bere, prosegue la II lettura dell’Apostolo Paolo: “fate molta attenzione al vostro modo di vivere … non ubriacatevi di vino” (Ef)

La pagina di Efesini è un’esortazione alla comunità cristiana dell’epoca degli Apostoli a vivere bene la cena del Signore: forse l’esortazione dell’Apostolo voleva liberare la Cena da eccessi e da dinamiche che potevano avere il gusto paganeggiante o che richiamavano i riti pagani di cui ancora la società romana era intrisa.

Non siamo a baccanali dove si ubriacavate, ma siamo alla Cena del Signoe: forse pensava S. Paolo!
Per noi invece è esortazione a vivere bene l’Eucaristia, forse chiedendosi ogni volta: cosa vado a vivere questa domenica?
C’è sempre nascosto e non mai scontato un certo che di pagano che rimane latente nei nostri gesti di culto: cosa?
Questa pagina di Efesini può essere anche esortazione a vivere con consapevolezza la gestualità della S. Messa: senza essere meccanico e rituale, senza svuotare la celebrazione eucaristica della sua sacralità e sprecando la Grazia che in essa sgorga.

Ma poi in questa pagina di S. Paolo siamo richiamati ad “essere” quello di cui nutriamo. E di cosa ci nutriamo in ogni celebrazione eucaristica? Del pane di Vita, della bevanda e Parola di Salvezza.

Eccoci allora all’ultimo passo, il Vangelo.

“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me”. (Gv)

Torniamo alla Sapienza!
Cristo è la Sapienza increata che imbandisce il suo banchetto perché impariamo nuovamente a mangiare per essere ciò che mangiamo e trasformarci in ciò che mangiamo: Lui in me e in io in Lui! Diceva il Vangelo ...

Difatti ogni guaio è nato da un mangiare sbagliato, da una fame mal soddisfatta.

E cosa cercavano in quel cibo in nostri progenitori?
Cercavano la vita, la vita eterna; cercavano la sapienza del vivere.
Cristo è il maestro della vita, egli è colui che ci educa al vero mangiare, perché suo cibo è compiere la volontà del Padre suo e nostro. “Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera”. (Gv 4,34)

Gesù, mio Signore e mio Dio, sfama la nostra fame di vita perché il nostro vivere sia “in eterno”.
Concludo con un pensiero di San Giovanni Eudes, la cui memoria liturgia è (oggi) il 19 agosto (domani):


“O Signore, tu non ti accontenti di aver abitato e parlato con noi durante la tua vita mortale, ma hai trovato una stupenda invenzione per essere sempre con noi e donarti a noi con tutti i tesori e le meraviglie che sono in te - LUI IN ME ED IO IN LUI - , e ciò attraverso la divina Eucarestia che è compendio delle tue meraviglie e l’espressione più grande del tuo amore per noi.
Poiché ti diletti stare con me, fa che ponga tutta la mia contentezza a parlare con te, a pensare a te e ad amarti e glorificarti”. (Opere Complete I, 430)
Amen.

sabato 18 agosto 2012

Un pensiero ...






"Se credessi nell'Eucaristia come dovrei, non farei più fatica a diventar santo".

Giosuè Borsi (1888-1915)

O Vergine Maria, Madre della Chiesa ...



Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa
Sassari

O Vergine Maria, Madre della Chiesa, a te raccomandiamo la Chiesa tutta. Tu, che dallo stesso tuo divin Figlio, sei stata presentata come Madre al discepolo prediletto, ricordati del popolo cristiano che a te si affida. Ricordati di tutti i figli tuoi, conserva salda la loro fede, fortifica la loro speranza, aumenta la carità. Ricordati di coloro che versano nelle necessità, nei pericoli, di coloro soprattutto che soffrono persecuzioni e si trovano in carcere per la fede. A te, o Maria, raccomandiamo l'intero genere umano: portalo alla conoscenza dell'unico vero salvatore Cristo Gesù; dona al mondo intero la pace nella verità, nella giustizia, nella libertà e nell'amore. E fa' che la Chiesa tutta possa elevare al Dio delle misericordie l'inno maestoso della lode e del ringraziamento, perché grandi cose ha operato il Signore per mezzo tuo, o clemente o pia, o dolce Vergine Maria.

(Inspirata dalla preghiera di Papa Paolo VI)