giovedì 18 settembre 2014

Giovedì della XXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Rito romano - S. Eustorgio vescovo di Milano



 
“A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto”

Questo versetto della Prima Lettura ci ricorda che fede è una staffetta che passa il testimone, la fede è testimonianza.
Non bisogna essere perfetti per iniziare la staffetta, ma bisogna incamminarsi verso la perfezione una volta iniziato il cammino!

“Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto”.

L’apostolo Paolo è cosciente della sua piccolezza di fronte al dono di Dio.
Ma non vuole adagiarsi nella sua piccolezza, nella sua pochezza, vuole che la grazia di Dio incontrando il suo desiderio di perfezione in Gesù sia lo slancio verso la santità.

“Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me”.

Infatti lui ha dato spazio alla Grazia di Dio, che è Misericordia, per far si che questo dono, profumasse tutta la sua vita.

Ecco cosa è la testimonianza: lasciare che la Grazia di Dio operi in me, ed io disarmato mi arrendo alla sua opera! Questi sono santi! La santità è il profumo di Dio nella mia vita! Chi non sento il profumo di un santo e non resta affascinato perché sente in Lui il Signore?

La fede è una staffetta di testimonianza!

 
Il vescovo S. Eustorgio che oggi ricordiamo è una dei tanti partecipanti a questa corsa del Regno dei Cieli, prendiamo il suo testimone e anche noi facciamo operare la Grazia di Dio in noi che trasformi le nostre piccolezze nella grandezza della santità… in generazione in generazione. Amen.

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