domenica 26 agosto 2012

In pellegrinaggio ... (III)





Beato Ugolino Magalotti da Fiegni
Fiastra (MC)
L'attuale chiesa è il residuo di un antico monastero benedettino dedicato a San Giovanni. Nel trecento la chiesa viene abbandonata e rimanendo perciò soggetta alla chiesa plebale di San Flaviano, eretta successivamente a poca distanza. Il titolo di S.Ugolino viene assunto dopo che, nel 1373, vi fu deposto il corpo del Beato, facendo divenire la chiesa un luogo di culto per gli abitanti di Fiegni. Nel 1582 la chiesa dei SS Giovanni e Ugolino ottiene la giurisdizione sulla Pieve di S. Flaviano.La chiesa è oggi conosciuta come Santuario del Beato Ugolino. Il beato, figlio del nobile Magalotto IV, nacque nel 1400 e, dopo essere rimasto orfano, si dedicò alla vita eremitica. Sul luogo in cui Ugolino andava a pregare, in prossimità di una fonte, è stata in tempi recenti costruita una piccola chiesa a lui dedicata. Nonostante i diversi restauri, la struttura esterna del santuario evidenzia gran parte degli elementi architettonici dell'originaria chiesa romanica, compreso un ben portale originale in pietra bianca sormontato da un piccolo rosone, e la torre campanaria.L'interno è a due navate: quella principale, con copertura a capriare, è chiusa dall'abside mentre quella di sinistra, ha un tetto spiovente. Entrambe le navate sono divise da due archi, poggianti su un pilastro centrale. Le pareti degli archi, dei pilastri e dell'abside presentano affreschi che vanno dal '400 al '700.

Il Beato Ugolino, l’anacoreta dei monti Sibillini, nacque a Fiegni, a sei chilometri da Fiastra, in provincia di Macerata, intorno ai primi anni del XIV sec. Il padre fu Malagotto III, discendente di quella nobile famiglia dei conti Malagotti, Signori di ben quattro feudi: Appennino, Poggio, Cerreto, Fiastra. Al tempo in cui venne alla luce Ugolino, i feudi erano già stati dati in cessione al comune di Camerino. Il castello di Fiegni, che pure apparteneva al feudo di Fiastra, non rientrò subito nella cessione e rimase residenza dei Malagotti, ed in questo il Beato nacque. La madre, Lucia, non sopravvisse al parto e lo lasciò orfano. Ugolino fin dall’infanzia ebbe una salda formazione spirituale, che lo portò a proseguire da solo, senza tentennamenti, il cammino della vita anche quando a tredici anni gli morì il padre. Da quel momento il giovane, libero di disporre della sua volontà, maturò l’idea di vendere la proprietà lasciatagli dal genitore in ossequio al precetto della perfezione evangelica. Così a vent’anni vendette la proprietà e si ritirò in un eremitaggio. Decisione che si era venuta maturando sempre più dallo studio delle sacre scritture, dalle quali avrebbe colto ed applicato a sé l’invito alla perfezione estraniandosi dal mondo. Non lontano da Fiegni, in un luogo fatto per la contemplazione solitaria, c’era un antico monastero benedettino, là Ugolino avrebbe potuto scegliere la sua dimora di asceta. Preferì invece ritirarsi in solitaria meditazione in una grotta presso Fiegni. Qui sarebbe rimasto fino alla sua morte, vivendo in unione di preghiera e di meditazione con Dio, macerandosi il corpo i cui istinti domava con astinenze e digiuni; contento di nutrirsi con poco pane, che forse riceveva in elemosina, con erbe e radici. Lo ristorava una sorgente, che la tradizione vuole fatta scaturire da lui stesso. Si dice che una temporanea dimora il Beato l’abbia avuta a S. Liberato, un eremo fatto costruire probabilmente da S. Francesco d’Assisi, sito sul pendio del monte Ragnolo, non lontano da Fiegni. Per questo alcuni credono che il Beato abbia professato la regola di San Francesco o fosse almeno terziario. Ma Ugolino fu piuttosto un precorritore del Terz’ Ordine francescano monastico.
Nella solitudine dell’eremo subì tentazioni ed ebbe allucinanti visioni. Si parla di apparizioni demoniache, che gli levavano il sonno e gli strappavano perfino il poco e miserabile nutrimento. Riuscì sempre vincitore da queste prove. Operò meravigliosi interventi a favore di quanti, attratti dalla fama della sua santità, ricorrevano a lui fiduciosi. Guarì un certo Pietro, zoppo fin dalla nascita e impossibilitato a camminare; restituì la vista a un tale Antonio che aveva perso un occhio nel tagliare la legna; guarì gli indemoniati.
Il Beato Ugolino rimase nell’eremo per circa trent’anni e morì nel mese di dicembre del 1373. Il trapasso avvenne nello stesso luogo dell’eremitaggio. Dopo la morte, il corpo del Beato venne portato nel vicino castello di Fiegni e collocato nella chiesa dedicata a S. Giovanni Battista.

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