domenica 15 luglio 2012

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)




“Donaci, o Padre,
di non avere nulla di più caro del tuo Figlio,
che rivela al mondo il mistero del tuo amore
e la vera dignità dell’uomo …”

Così abbiamo pregato all’inizio della Messa attraverso la prima orazione o colletta.

In essa è sintetizzato il messaggio della Parola di Dio or ora ascoltata.

Qual è la cosa più preziosa che abbiamo?
Cosa ci è di più caro?
Chi mostra l’amore di Dio all’umanità?
Chi da vera dignità all’uomo?

“Benedetto Dio,
Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato”. (Fil 1)

La lettera dell’Apostolo Paolo risponde alle nostre domande di fede.

Gesù è il tesoro, Egli rivela a noi il mistero dell’amore attraverso la Pasqua, Egli ci insegna la vera dignità umana.

Poi la prima orazione prosegue:

“colmaci del tuo Spirito,
perché lo annunziamo ai fratelli
con la fede e con le opere”.

Questa conclusione della Colletta ci fa affermare: la GRAZIA è sorgente di questa scoperta-conformazione, non per un mero egoismo ma per amore, affinché sia annunciato ai fratelli, in parole e con la vita, così che tutti in Cristo siamo beati, cioè felici.





E cos’è la felicità?

Diciamocelo con San Francesco d’Assisi:
“beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male”.

Felici quegli uomini che la morte troverà operanti nella santa volontà di Dio, perché la morte eterna non farà loro male. Felicità è vivere l’obbedienza dell’Amore in attesa del compimento del Regno.






SUGGERIMENTI

Guarda il film di animazione
 "Alla ricerca della felicità" (1940) e
il film "La ricerca della felicità" (2006)


Leggi il Libro:



Il segreto di riuscita della spiritualità pastorale vissuta da Gesù e da sua Madre è uno solo, e cioè: cercare, trovare e vivere insieme il mysterium (l’amore di Dio) nel ministerium (l’azione pastorale), nell’esercizio delle attività quotidiane svolte in servizio del Padre e dei fratelli. Se è stato così per il Figlio e per la Madre, così potrà e dovrà essere per tutti noi cristiani, discepoli di Cristo e figli di Maria. Vivere il mysterium nel ministerium: non si tratta di uno slogan pubblicitario, ma di un principio-cardine di natura teologica e di una idea-madre fondamentale e fondante, oltre che di una chiave di lettura ascetica; certamente di un segreto di riuscita spirituale, appunto, col quale si è aiutati a coltivare e a sviluppare la spiritualità nuova elaborata dal Signore Gesù nel decimo capitolo del Vangelo di Giovanni.

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