sabato 7 luglio 2012

Un pensiero ...





Nella misura in cui la nostra unione con il Signore aumenta e le nostre preghiere diventano intense, andiamo all'essenziale e comprendiamo che non è la potenza dei nostri mezzi, le nostre virtù, le nostre capacità che portano al Regno di Dio ma è Dio che opera miracoli proprio attraverso la nostra debolezza, la nostra inadeguatezza per l'incarico.

Beato Benedetto XI, OP





BENEDETTO XI:
PAPA POVERO
E
GRANDE CONCILIATORE


di PAOLO BERNARDINI in L' indipendenza


Annus mirabilis, per tanti aspetti, il 1304. Di certo, per la storia della città di Padova. Giotto è vicino a completare il ciclo di affreschi della cappella degli Scrovegni. E per l’Italia tutta. Dante comincia il Convivio.

Il Medioevo, che finalmente gli storici si sono stancati di insultare con il mito risorgimentale dei “secoli bui” (sono “bui”, al più, solo nella misura in cui i documenti che ne parlano sono più rari, rispetto a quelli “luminosi”), si appresta ai suoi estremi momenti di vita, in un clima di tensioni e guerre incombenti. Sono anni cruciali per la Chiesa cattolica, in una Roma lacerata da faide tra le famiglie più potenti, e in un’Europa divisa tra guelfi e ghibellini, tra Papato e Impero. Ad Arezzo nasce Petrarca, che con la diuturna vicenda della Chiesa in cattività nella novella Babilonia di Avignone molto avrà a che fare, sperando tra l’altro invano di riportarla a Roma. A Treviso inizia il cantiere per il rinnovamento della singolare chiesa di San Nicolò.

E trevigiano, come assai più tardi Pio X, è Benedetto XI un papa  dal brevissimo pontificato. Morì infatti, Benedetto XI, il 7 luglio 1304, dopo essere stato Vicario di Pietro per appena otto mesi. Avvelenamento? Si formulò anche questa ipotesi. Poiché la Roma che Benedetto XI aveva ereditato era dilaniata dal conflitto tra le grandi famiglie legate le une al papa, le altre al re di Francia. Tra queste ultime i Colonna, che erano stati tra i protagonisti del celeberrimo “schiaffo di Anagni”, che la leggenda vuole abbia colpito – la mano guantata di ferro era del legato francese Guillaume de Nogaret – il predecessore del papa trevigiano, Bonifacio VIII. D’altra parte, a Bonifacio, papa che lascerà traccia assai più duratura del successore, era legata la scomunica di Filippo il Bello. Scomunica che il prudente conciliatore Benedetto XI pensò bene di revocare. Revocando anche gran parte delle scomuniche per la famiglia Colonna, tranne che a Sciarra, che era fortemente implicato nell’insulto e nel relativo tentativo di far prigioniero il papa. Fu questi forse a fornire a Benedetto il celebre fico avvelenato della leggenda? Bonifacio si salvò per una sommossa del popolo di Roma. Ma morirà di lì a poco, provato da tanto ardimento.

La brevità del pontificato del primo papa trevigiano non consente un giudizio complessivo. Certamente, la sua attitudine verso la conciliazione e la sua abilità diplomatica, mostrata già tante volte prima dell’ascesa al soglio pontificio, attireranno l’attenzione di Dante. Fu infatti papa Benedetto a portare a una tregua Filippo il Bello ed Edoardo I re d’Inghilterra, e al mondo inglese egli rimase sempre legato, nominando cardinale, tra le sue prime e poche nomine, il domenicano (come lui) William Marlesfield di Canterbury.

Alcuni studiosi ritengono che il celebre, ineffabile “veltro” all’inizio dell’Inferno sia proprio lui, il conciliatore per eccellenza, pacificatore innanzitutto della Chiesa: “molti son gli animali cui s’ammoglia / e più saran ancora, infin che ‘l veltro / verrà, che la farà morir con doglia…”. Purtroppo, nella storia si ricorda soprattutto la fuga, presa per viltà, da una Roma ormai invivibile, tra fazioni e famiglie (Orsini, Colonna, Caetani) scatenate nelle loro losche trame. Così Nicolò Boccassini o Boccassino, di umili origini, nato nel 1240 da una lavandaia, aveva pensato bene – cosa che potrebbe solleticare l’immaginazione dei nostri leghisti, se si dedicassero di più alla storia e meno alla costruzione delle loro leggende – di trasferire da qualche parte a Nord il soglio di Pietro. Forse a Milano, dove aveva studiato, e dove era stato eletto, nel 1286, superiore provinciale del suo ordine?

Forse nella sua natia patria sul Sile, ove aveva lungamente insegnato? Certamente, se non gli riuscì di spostare la Santa Sede in Padania, visse per lunghi periodi a Perugia, dove è tuttora venerato, e qualcosa gli riuscì. Se non pacificare una Roma indomita, quantomeno imporre, con decreto pontificio, ai cattolici tutti di confessarsi almeno una volta all’anno. Ebbe il suo momento di gloria con la beatificazione, con Clemente XII, nel 1736, quando la Chiesa si apprestava a vivere un proprio momento, assai particolare, di apertura cautissima ai Lumi e alla modernità. In quello stesso anno P. T. Campana pubblicava una biografia del Boccassini. Nel 1748 il suo culto venne autorizzato in tutti i territori della Serenissima. A Treviso, dove forse sognò di trasferire la Santa Sede, rimase sempre legato.

Il grandioso cantiere di rinnovo di San Nicolò, maestosa chiesa gotica, deve molto al suo interessamento e alle sue largizioni. La sua figura, dopo la morte, attirò l’interesse di notevoli artisti, non solo a Treviso e Perugia, le città che gli erano maggiormente care, ma anche a Roma e Firenze. Nel convento di San Marco nella città dei Medici, nel grande motivo della Crocifissione di Beato Angelico, vi è un suo ieratico ritratto. Attorniato da suoi confratelli spicca, con la mitria e l’aspetto del vecchio sapiente, sempre a Firenze, nella sagrestia di Santa Maria Novella. La storia dei papi, quando la si liberi da intenti apologetici o, al contrario, denigratori, è per il Veneto, e non solo per il Veneto, foriera di belle scoperte o riscoperte.


Si schiudono prospettive su uomini complessi, che vissero spesso in epoche tormentate, e ne furono talvolta schiacciati. Altre volte, furono invece capaci di domarle, con l’auctoritas, la preghiera, o il potere.



* * *


Martirologio Romano, 7 luglio: A Perugia, transito del beato Benedetto XI, papa, dell’Ordine dei Predicatori, che, benevolo e mite, nemico delle contese e amante della pace, nel breve tempo del suo pontificato promosse la concordia nella Chiesa, il rinnovamento della disciplina e la crescita della devozione religiosa.

Beatificato nel 1736.


Beato Benedetto XI, papa
Chiostro S. Maria della Quercia - Viterbo

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