La memoria annuale di papa
Callisto, secondo la tradizione custode del cimitero che porta il suo nome,
forse un fossore, poi diacono di papa Zefirino, ci fa celebrare il patrono di
coloro che svolgo la custodia dei cimiteri e che sono legati alla gestione dei
funerali.
Un mestiere sempre guardato con
ostilità, ma è un mestiere, visto che oramai socialmente la sepoltura dei morti,
pur essendo rimasta una opera di misericordia, non è più un compito ecclesiale
legato alle confraternite delle Buona morte, ma è vincolato in ambito civile e
legato, nel bene e nel male alle leggi dello Stato e al dio denaro.
Invocare la benedizione del
Signore su questo attività, per intercessione di S. Callisto, significa
chiedere di non far diventare il dio denaro la misura del tutto (come già è!),
ma anche auspicare una sufficiente compassione e umanità su questo momento delicato,
alcune volte drammatico, della vita dell’uomo.
Dall’Alpi a Sicilia, oramai prendono piede
modalità deplorevoli nelle funzioni funebri.
L’abominio è l’applauso al
feretro, come se fosse un gesto di lutto. Siamo passati dal pianto pagato all'applauso gratuito.
Per non parlare della dispersione
delle ceneri dopo la cremazione. Gesto ammonito dalla Chiesa e vietano, pena la
non celebrazione delle esequie religiose, perché disperdere non è attendere il
ritorno del Signore.
Infine l’ambiguità della
relazione parenti del defunto, sacerdote e agenzia funebre, che pilotata da
quest’ultima, spesso gestisce i suoi interessi (economici!) facendo cadere la
colpa delle scelte sulla parrocchia, per i parenti, e sui parenti, per la
parrocchia.
Dimenticare i tempi di attesa dopo i funerali con chiacchierare inutili e fuori luogo in cui l'agenzia non prende posizione, perché apparentemente c'è di mezzo la finta attenzione ai parenti del defunto, ma in realtà è attenzione al portafoglio, non solo per il momento, ma sul futuro.
San Callisto, prega per noi!